Storie di Calcio

14 Aprile 1982: la sconfitta azzurra contro la Germania Est

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

“Anche dall’Est niente di nuovo”

Di speranze ce n’erano rimaste ben poche, tra moduli decadenti, esperimenti mal riusciti, esordi poco confortanti (tranne uno). Eravamo spacciati per l’ennesima volta, caduti nel limbo della noncuranza avversaria, manco fossimo una squadretta da quattro soldi. Noi, i vicecampioni del 1970, stupefacenti artefici di una galoppata argentina (1978) arrivata fino alla semifinale e bloccata soltanto da due tiri siderali.

Nemmeno il Perù ci dava credito, con un Tim sicurissimo di passare il turno mondiale, dopo aver visto una formazione fatta da giocatori spenti, senza idee, forse anche macchinosi. A dirla con le sue parole, soltanto il buon Paolo Rossi avrebbe potuto salvarci durante l’estate spagnola.

Profezie a parte, quella che scese in campo nella Lipsia del 1982 era una Nazionale italiana alquanto sperimentale. Un banco di prova nemmeno tanto attendibile, dato il modesto curriculum di una Germania dell’Est in fase di ricostruzione.

Bearzot, per la partita del 14 Aprile 1982, aveva deciso di portare con sé anche il giovanissimo Massaro, oltre all’ex Vicenza Marangon. Un tentativo di introdurre forze fresche, all’interno di un gruppo forte ma non proprio verdissimo.

La partita non fu delle migliori. Italia piuttosto compassata, Germania Est fisicamente sugli scudi. Il gol di Hause, con uno stacco di testa imperioso, al minuto venti della prima frazione, fu soltanto l’occasione per appuntare, sul taccuino internazionale, la seconda sconfitta consecutiva degli azzurri. Dopo la batosta francese … anche quella tedesca.

Il giorno successivo, sulle pagine dei quotidiani sportivi italiani, lo scetticismo e l’incredulità regnavano sovrani. A sorprendere, soprattutto, la contentezza dell’armata bearzottiana, strenua oppositrice delle critiche piovute da ogni dove.

I tedeschi, ad onor del vero, avevano però confermato la compattezza degli undici azzurri, mettendo in evidenza, però, le difficoltà in fase realizzativa. Quelle, secondo Rudolph Krause (tecnico germanico), si sarebbero potute risolvere con Bettega e Rossi.

Quel Mondiale, alla fine, lo portammo a casa noi, nonostante giornalisti indignati, silenzi stampa muti e sponsor abbandonati (un trafiletto della Gazzetta dello Sport del 15 Aprile, infatti, raccontava di una rottura tra i calciatori azzurri e la Le Coq Sportif, rottura che avrebbe fatto poi  giocare l’Italia con le maglie “pulite”).

Andrea Gioia

Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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