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18 gennaio 1977: la morte di Luciano Re Cecconi 

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La morte di Luciano Re Cecconi

La parola “Re”, che precedeva il suo cognome, derivava da una concessione di Vittorio Emanuele II ad alcuni abitanti di Nerviano, città natale del giocatore. Dopo gli inizi in Prima Categoria con l’Aurora Cantalupo e un paio di anni al Pro Patria, il Foggia acquistò Luciano Re Cecconi per 300 milioni. La squadra pugliese era allenata da Tommaso Maestrelli. Era la stagione 1969-1970 e, con il club pugliese, il biondo centrocampista lombardo fece il suo esordio all’11ª giornata: il 30 novembre del 1969. Fu un esordio fortunato ma, soprattutto, fu una stagione fortunata. Nel giorno del debutto di Re Cecconi, il Foggia vinse due a zero contro il Perugia. Alla fine del campionato di B i rossoneri pugliesi ottennero la promozione nella massima serie.

Nella stagione 1972-1973, Maestrelli che nel frattempo era andato alla Lazio in B, riportandola in A, volle nuovamente con sé Re Cecconi. Quell’anno, la Lazio arrivò al terzo posto da neopromossa e l’anno dopo ci fu la storica conquista dello Scudetto da parte dei biancocelesti. Negli anni successivi, il gruppo laziale sarebbe abbastanza cambiato, a cominciare dalla scomparsa di Maestrelli e dalle partenze di Chinaglia, Petrelli, Oddi, Nanni e Frustalupi. Re Cecconi invece era restato in squadra e, in qualche modo faceva parte del suo gruppo storico, insieme a Felice Pulici, a Martini a Wilson, a D’Amico e a Garlaschelli.

Va detto però che nella parte di stagione che va dall’ottobre 1976 al gennaio 1977, Re Cecconi fu indisponibile. Questo perché alla terza giornata di campionato (24 ottobre 1976) subì un grave infortunio in Lazio-Bologna. A causa di un suo brusco movimento rotatorio, per servire la palla a un compagno, in cui il ginocchio non aveva retto.

L’ultima rete

Era il 13’. Re Cecconi continuò a giocare altri sette minuti, fino a quando un contrasto con un avversario lo mise definitivamente K.O. e fu portato di peso negli spogliatoi. Tra l’altro, nel finale di quella partita vinta tre a zero dalla Lazio, ci fu anche un grave infortunio per Vincenzo D’Amico. Uno strappo muscolare subito dopo avere segnato la terza rete laziale. Nel primo turno, invece, giocato il 3 ottobre del 1976 a Roma, la Lazio aveva perso tre a due con la Juventus, nonostante il computo finale dei corner dicesse 16 a 2 a favore dei padroni di casa.

Tra i marcatori risulta Luciano Re Cecconi, autore di un bellissimo gol che, purtroppo, si sarebbe rivelato essere l’ultimo della sua carriera. Un gol di rara bellezza: dribbling di tre avversari, anticipo di un quarto e, sull’uscita di Zoff, palla in rete con un diagonale di esterno destro. Comunque, per tornare all’andamento del campionato, nel gennaio del 1977, i biancocelesti si trovano nella parte medio-alta della classifica, oscillando, a secondo dei turni e dei risultati, tra il sesto e il quinto posto (alla fine della stagione saranno quinti).

Domenica 16 gennaio, la Lazio aveva pareggiato uno a uno, in casa all’Olimpico contro il Verona: dopo essere andata in vantaggio al 71’, con rete di Fernando Viola ed essere stata raggiunta a seguito di un gol di Gianfranco Zigoni.
Due giorni dopo, il 18 gennaio 1977. Luciano Re Cecconi muore a causa di un colpo d’arma da fuoco al petto sparato da un gioielliere romano, in zona Collina Fleming, non lontano da Tor di Quinto che era il centro di allenamento della Lazio.

Una finta rapina finita male portò alla morte di Luciano Re Cecconi

Il contesto del tragico evento sembrerebbe quello di una finta rapina messa in scena dal giocatore laziale. Re Cecconi entrò nel negozio verso le sette e mezzo di sera, con un suo compagno di squadra e con un altro suo amico. Una simulazione scherzosa fatta da Re Cecconi che confidava nella sua notorietà, soprattutto a Roma, e che lo avrebbe portato a pensare come lo scherzo sarebbe risultato evidente a chiunque. Il giocatore si sarebbe coperto il volto con il bavero del cappotto e tenendo una mano all’interno di una tasca avrebbe esclamato “Fermi tutti questa è una rapina”. Re Cecconi sarebbe caduto a terra sussurrando: “Ma era solo uno scherzo…”.

Tale risulterebbe la ricostruzione fatta dai media di quel periodo e passata ai posteri. “L’Unità”, per esempio, riferendosi al gioielliere titolò: “Quando ha sentito ‘rapina’, ha sparato”. Il “Tuttosport” scrisse: “Il calciatore della Lazio ha pagato con la vita un assurdo scherzo. Re Cecconi ucciso: ‘Questa è una rapina’ e il gioielliere spara”. Comunque, al di là delle ricostuzioni di alcuni quotidiani, resta il tragico fatto che il giocatore morirà alle 20.04 all’ospedale San Giacomo.

Un calciatore stimato e apprezzato dai tifosi italiani

Ma, negli ultimi anni, alcuni servizi giornalistici pubblicati da alcuni quotidiani nazionali e due libri inchiesta basati anche sullo studio degli atti processuali, hanno rimesso in discussione quelle versione dei fatti e hanno restituito un quadro più controverso e composito. Un quadro fatto di incongruenze, frasi smentite, rapporti di amicizia e conoscenze negati, ricostruzioni giornalistiche di allora parziali e non veritiere.

Secondo queste fonti, non ci fu nessun atteggiamento irresponsabile o realmente minaccioso da parte del calciatore biancoceleste. Il gioielliere sparò per errore, sulla base della percezione di un pericolo fuori luogo ed esagerato. Sia quel che sia, rimane il rammarico per la morte di Luciano Re Cecconi. Un calciatore stimato e apprezzato dai tifosi italiani.

GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati)

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