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13 APRILE 1986 – La Roma riacciuffa la Juve in vetta ma viene a mancare Paolo Siroli

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LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Ci sono partite che sono nel cuore di ogni tifoso giallorosso: Pisa-Roma del 13 aprile 1986 è una di queste. Nel turno precedente la compagine giallorossa ha battuto la Sampdoria in casa mentre la Juventus è caduta rovinosamente a Firenze. La classifica vede ora i bianconeri in vantaggio di un solo punto, 40 a 39. Un solo piccolissimo punto. Il destino vuole che si affronti il Pisa, già crocevia dello scudetto dell’83. È opinione comune che lo stato di forma della Roma basterà ad aver ragione dei toscani e rendere grandiosa la rincorsa iniziata contro l’Atalanta il 5 gennaio precedente. In questa fantastica cavalcata la Roma ha recuperato 7 degli 8 punti di svantaggio e s’intravede quindi la possibilità dell’aggancio per gli ottimisti e del sorpasso per i sognatori. Con questi presupposti la cittadina toscana viene invasa dai colori di Roma, si perché trecentocinquanta chilometri non sono nulla per chi ha un sogno da inseguire. L’Arena Garibaldi è praticamente giallorossa. Vento gelido, cielo coperto e pioggia si scatenano su questa massa di ottimisti e sognatori.

La vecchia arena pisana s’è riempita per tre quarti di bandiere giallorosse e così stipata ha riecheggiato i cori dell’Olimpico ad un volume mai ascoltato. Quando i giallorossi sono usciti sul prato per la rituale ispezione, l’esplosione di tifo è stata travolgente. Dario Bonetti… s’è tolto la cravatta e l’ha gettata in mezzo al pubblico. È tornato di corsa verso gli spogliatoi avvolto in una sciarpa giallorossa, poi l’ha roteata a lungo sopra la testa scandendo il coro, e infine l’ha baciata suscitando il delirio” (Cit. Stampa Sera, 14 aprile 1986).

La partita inizia sotto la spinta dei tifosi giallorossi. Al 24’ Desideri tira da fuori area e, complice la deviazione di Volpecina, porta la Roma in vantaggio. Sembra tutto facile. Ma nel primo tempo, gol a parte, la Roma sembra svogliata, comunque poco incisiva. Il Pisa, che lotta per la salvezza, raggiunge prima il pari con Kieft al 31’, lasciato completamente solo in area, e poi al 42’ con Volpecina con un tiro da fuori che gela un Tancredi fermo sulle gambe. 

La ripresa inizia con una Roma trasformata, più convinta. Cerca con forza la vittoria. Al 55’ ancora un’autorete, questa volta di Caneo, permette ai giallorossi di raggiungere il pari. Poi Bonetti al 58’sigla, su respinta del portiere, il gol del vantaggio. All’80’ il definitivo gol di Bomber Pruzzo in spaccata per il suo centesimo gol in campionato con la maglia giallorossa. La Juventus pareggia con la Sampdoria: è aggancio. A due giornate dal termine quindi è lecito continuare a sognare. Tanto più che la Roma affronterà il Lecce in casa mentre la Juventus il Milan. E poi all’ultima giornata la Roma va a Como e la Juventus fuori casa. Ormai tra ottimisti e sognatori non sembra ci sia più differenza. Questo fa si che in città, al fischio finale, i tifosi si riversino in strada a festeggiare. Cortei di auto, caroselli, clacson e bandiere rendono bella una città già bella di suo. Il tutto mentre Nela festeggiare con i tifosi. Sebino dona la sua maglia ai tifosi, mentre le lacrime gli solcano il viso.

Purtroppo la festa è rovinata da una tragedia. Una maledetta e stupida tragedia. Paolo Siroli,

In ricordo di Paolo.

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