L'incredibile Lazio e la "pazza" Inter... - Gli Eroi del Calcio
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L’incredibile Lazio e la “pazza” Inter…

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SSLAZIOFANS.IT (Stefano Greco) – La storia della Lazio è ricca di episodi incredibili e di imprese entrate nella leggenda come quella delle tre partite vinte in un solo giorno nel giugno del 1908 dalla truppa guidata da Sante Ancherani. Ma quello era un calcio pionieristico, senza sostituzioni, senza numeri sulle maglie, senza ruoli ben definiti e in cui poteva succedere di tutto. L’impresa che vi racconto oggi è più recente, figlia di un altro calcio anche se è lontana quasi 70 anni, visto che la Lazio l’ha compiuta il 10 settembre del 1950, nella prima giornata di campionato della stagione ’50-’51, entrata nella storia non tanto per il quarto posto finale conquistato dai ragazzi allenati da Sperone (il secondo consecutivo) e guidati in campo da “El flaco” Flamini, quanto per la prima storica retrocessione in Serie B di una squadra romana: la Roma.

Nel 1950 l’Italia si sta togliendo di dosso la polvere, Roma si è rifatta il look per il ventiquattresimo Giubileo della storia, quello promulgato da Papa Pio XII con il titolo: “L’anno del grande ritorno e del grande perdono”. L’Italia del calcio si è appena messa alle spalle la deludente partecipazione ai Mondiali del 1950 in Brasile (sconfitta per 3-2 con la Svezia e poi vittoria inutile per 2-0 con il Paraguay) e sta cercando di voltare pagina dopo la tragedia di Superga che un anno prima ha spazzato via il Grande Torino e tolto alla Nazionale i grandi talenti di quella straordinaria squadra entrata nella storia. Quella costruita alla fine del mercato, è una Lazio tutta da scoprire, perché sono partiti giocatori importanti come Nyers, Spurio, Gualtieri, Penzo e Remondini, ed è uscito di scena anche “Bomba” Lombardini, capocannoniere della Lazio nei campionati romani svolti durante la guerra e la sospensione della Serie A. Secondo il volere della società, le due stelle della nuova Lazio devono essere due attaccanti della nazionale paraguaiana: Fletes e Benitez. Ma l’emissario spedito dalla Lazio in Brasile durante i Mondiali torna indietro con Unzain, un’ala sinistra che praticamente non lascerà traccia del suo passaggio ma che in quella prima sfida con l’Inter manderà ai pazzi i difensori nerazzurri. I veri rinforzi sono Malacarne e, soprattutto, Sentimenti V (difensore), che si aggiunge ai due fratelli Sentimenti IV (il portiere) e Sentimenti III ( centrocampista). Ed è proprio sulla difesa che la Lazio costruisce le fortune della sua stagione, anche se l’esordio in casa con l’Inter fa pensare ad altro. E la prima partita di campionato giocata allo Stadio Nazionale, ribattezzato Stadio Grande Torino, contro i nerazzurri, sembra un presagio di sciagura. Già, perché pronti/via il primo gol della stagione alla Lazio lo segna Nyers: non l’ex laziale Ferenc conosciuto come Nyers II, ma Istvàn, che è solo omonimo del connazionale ex laziale (sono entrambi ungheresi, naturalizzati francesi) e che per tutti in Italia è conosciuto come Nyers I. L’ungherese si inserisce al centro dell’area dimenticato da tutti e su un cross dalla destra segna di piatto da due passi, completamente solo.

Insomma, dopo neanche un quarto d’ora, lo Stadio Grande Torino, completamente esaurito, è già ammutolito. Sentimenti IV vola da un palo all’altro e prova ad erigere un muro, ma l’attacco dell’Inter nel primo tempo inarrestabile e Benito lorenzi, soprannominato non a caso “veleno”, è rapido e letale come un serpente. Con due gol segnati nell’ultimo quarto d’ora, Lorenzi porta l’Inter negli spogliatoi in vantaggio per 3-0. Pratica archiviata e primi due punti messi in cassaforte, pensano i giocatori e il tecnico nerazzurro Olivieri, ma anche i 30.000 assiepati sugli spalti. Perché la Lazio, prima di Sentimenti V, Antonazzi e Cecconi, non sembra in grado di reagire a quei tre colpi da ko che le hanno inferto Nyers prima e Lorenzi poi. Invece, nella ripresa succede l’incredibile, l’impensabile.

Sperone nell’intervallo fa tremare le mura (al tempo solide…) degli spogliatoi dello stadio e in campo torna un’altra Lazio e a guidare la carica è Sentimenti III con un gran tiro in mezza rovesciata che si infrange sul palo con il portiere nerazzurro Franzosi che senza neanche capire che cosa è successo si ritrova il pallone tra le mani. Sembra un altro segno del destino, invece è l’inizio della riscossa laziale. A meno di venti minuti dal termine, Puccinelli indovina l’angolo giusto da lontano e realizza il gol dell’1-3. Sentimenti III è imprendibile, si getta su ogni pallone come se fosse l’ultimo e raccogliendo uno dei tanti cross messi in area da Unzain trova il varco giusto per battere per la seconda volta Franzosi. Mancano 9 minuti al fischio finale e quei due gol segnati in pochi minuti trasformano quel catino incastrato sotto la collina Parioli in una vera e propria area simile al Colosseo ai tempi dell’Impero Romano. A tre minuti dal termine, è ancora Puccinelli, con la complicità della difesa nerazzurra che se lo perde, a realizzare il gol dell’incredibile pareggio. Il boato che accompagna il gol incredibile, interminabile e i tifosi non credono ai loro occhi nell’aver assistito a due partite completamente diverse durate un tempo l’una. Ma l’incredibile deve ancora arrivare…

L’Inter è in bambola per quei tre schiaffi inattesi ricevuti nel giro di pochi minuti, la Lazio capisce che può fare addirittura il colpaccio e stringe d’assedio l’area nerazzurra. Un tiro di Hofling dà l’illusione del gol ma finisce fuori di un soffio. Il gol arriva veramente e lo segna ancora una volta Sentimenti III. Il centrocampista allo scoccare del 90° ruba palla a centrocampo, vola verso la porta nerazzurra e da fuori area lascia partire un gran tiro spedendo il pallone alle spalle dell’incredulo Franzosi: 4-3? No, perché l’arbitro Galeati di Bologna invece di indicare il centrocampo mostra a tutti il fischietto e annulla il gol tra lo stupore generale. Nel frastuono che ha accompagnato la corsa di Sentimenti III verso la porta nerazzurra diventato un vero e proprio boato quando il pallone scuote la rete, nessuno ha sentito il triplice fischio finale dell’arbitro che, irremovibile, resta impassibile davanti alle proteste dei giocatori laziali e del pubblico ed annulla un gol che avrebbe fatto diventare leggendaria quella prima partita di campionato della stagione 1950-1951. Una stagione di grandi soddisfazioni per la Lazio, perché oltre al quarto posto conquistato alle spalle del trio formato da Milan, Inter e Juventus, vince entrambi i derby condannando di fatto alla prima e unica retrocessione della sua storia la Roma. Anche per l’Inter è una stagione da dimenticare, perché i nerazzurri chiudono al secondo posto il campionato staccati di un solo punto dal Milan. E quei due punti persi alla prima giornata contro la Lazio, peseranno come un macigno per tutto l’anno sulle spalle di Lorenzi e compagni e contribuiranno alla nascita di quel nomignolo di “pazza Inter” che a distanza di quasi 70 anni caratterizza ancora la squadra nerazzurra.

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