Gabriele D'Annunzio il Vate dello scudetto - Gli Eroi del Calcio
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Gabriele D’Annunzio il Vate dello scudetto

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SPORT WEEK (Sebastiano Vernazza) – Cent’anni fa, 7 febbraio 1920. A Fiume – che oggi si chiama Rijeka e fa parte della Croazia – si gioca una partita particolare tra due squadre italiane. La prima è una selezione delle migliori formazioni cittadine: a Fiume, che nel 1920 è città a maggioranza italiana, si disputa un campionato tra club locali di estrazione italica. I fiumani indossano maglie neroverdi. La seconda squadra è una specie di nazionale d’Italia, composta però da militari irregolari e veste maglie azzurre con uno scudetto tricolore, bianco, rosso e verde. È un dettaglio di rilievo, quasi epocale: fin lì la Nazionale italiana, quella vera, ha giocato con lo scudo crociato bianco e rosso, simbolo di Casa Savoia, la dinastia regnante nel Paese. L’Italia di quegli anni è una monarchia. E Gabriele D’Annunzio a volere che sulle maglie azzurre campeggi per la prima volta lo scudetto tricolore, e non più lo scudo sabaudo. Poeta, scrittore, drammaturgo, avventuriero, patriota, D’Annunzio, soprannominato il Vate perché ritenuto un profeta, è un uomo esagerato, eccessivo, debordante […]

In quel febbraio del 1920 D’Annunzio si serve dello sport per fare propaganda, per trasmettere il messaggio di una città giovane, sana, proiettata nel futuro […]

In quel pomeriggio del 7 febbraio 1920, al campo sportivo di Cantrida, Fiume, D’Annunzio si sente a suo agio. «Alle 15.30 – si legge nella cronaca del giornale La Vedetta dItalia – arrivò, salutato da vivissimi applausi e da potenti “alalà”, il Comandante Gabriele D’Annunzio con il suo Stato Maggiore e prese posto nella tribuna. (…) Il Comandante rimase fin quasi alla fine e si interessò vivamente alle fasi movimentate del gioco. Dopo il primo tempo, volle conoscere personalmente i due capitani e si congratulò con essi. Al capitano dei fiumani, Goacci, disse con fine arguzia, alludendo ai colpi di testa dati al pallone: “Voi siete veramente delle teste di ferro”». La partita è vinta proprio dalla squadra di Goacci, la selezione del campionato fiumano, decisivo un gol di Tomag. Gli azzurri con lo scudetto tricolore sono battaglieri, del resto sono militari di professione, ma i locali fanno valere una tecnica superiore. Il 9 maggio si consuma la rivincita: stesso esito, 2-1 per la rappresentativa di Fiume. […] A dicembre, in forza del Trattato di Rapallo tra Italia e il nuovo Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, D’Annunzio e i suoi legionari vengono cacciati da Fiume […] L’idea dello scudetto però si allarga e nel 1924 il tricolore di D’Annunzio diventa il simbolo da apporre sulle maglie della squadra campione d’Italia. La prima a fregiarsene è il Genoa, vincitore del campionato 1923-24 […]

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