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Orsi: “Zeman vedeva il portiere come l’ultimo difensore”

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(NOIBIANCOCELESTI.COM di Gabriele Mazza – Foto SSLAZIOMUSEUM.COM)

Fernando Orsi, storico portiere della Lazio dei decenni ’80 e ’90, si racconta in una intervista al sito Noibiancoleseti.com.

[…] Classe 1959, Orsi arriva alla Lazio nella stagione 1982-83 per sostituire Felice Pulici, dopo una trafila nelle giovanili della Roma, e dopo aver già giocato con le maglie di Siena e Parma. Resterà con la formazione capitolina per ben 12 stagioni, collezionando 125 presenze.

[…] Fernando, hai avuto la fortuna di vivere in prima persona diversi periodi della nostra Lazio: ricordi il tuo esordio in serie A? 
[…] “Ricordo benissimo il mio esordio contro l’Avellino: vincemmo per 2-1. Venivamo dalla promozione ottenuta l’anno precedente, in cui ero stato il miglior portiere del campionato. Avevo preso il posto di Cacciatori, che non giocava da anni. Nella partita successiva perdemmo a Torino subendo quattro goal e ho perso nuovamente il posto da titolare. Poi, dopo un’alternanza con Cacciatori dovuta più alla scaramanzia che al merito, non ho più mollato il posto da titolare.”
[…] Hai avuto a che fare con allenatori totalmente diversi, come, ad esempio, Zoff, Materazzi e Zeman. Che rapporti hai avuto con loro?
[…] “Si, è vero, erano allenatori molto diversi, ma tutti loro, comunque, in un modo o in un altro hanno segnato la mia carriera. Zoff e Materazzi apprezzavano il mio modo di interpretare il ruolo. Zeman invece vedeva il portiere come l’ultimo difensore. Era il ruolo del portiere moderno, che ha fatto scuola. Quello che doveva saper usare bene i piedi, facendo ripartire l’azione velocemente dalla difesa. A tal proposito, infatti, fece approdare alla Lazio il compianto Franco Mancini, interprete perfetto di quel genere di calcio. Franco era un bravissimo ragazzo, lo ricordo sempre con affetto.”
[…] Nel corso della tua carriera in Serie A hai avuto modo di affrontare e vedere dal vivo numerosi campioni , protagonisti assoluti del nostro campionato in quegli anni. A tal proposito, penso resti impresso nella memoria il goal sensazionale che hai subito, tuo malgrado, da Maradona, che tra l’altro quel giorno fu autore di una tripletta. Puoi descriverci quella rete? Che ricordi hai di quel periodo?
[…] “In quel periodo il campionato era pieno di campioni. Noi ad esempio avevamo Laudrup, la Roma aveva Falcao. E poi c’erano Zico, Platini e Maradona. Diego era all’inizio della sua esperienza napoletana e fece una tripletta davanti ad un pubblico impazzito. Mi fece un goal che passò alla storia: vide, con la coda dell’occhio, che ero appena fuori dai pali, e da posizione impossibile, con un pallonetto, infilò la palla nel sette. Era un fuoriclasse assoluto, il più forte mai visto sui campi di calcio.”
[…] Chi hai avuto come punto di riferimento durante i tuoi anni alla Lazio?
[…] “Faccio il nome di Felice Pulici. […] Non posso poi dimenticare Dino Zoff, per l’importanza che ha avuto nella mia carriera e per quello che ha rappresentato per la Lazio e nello sport italiano. […] voglio ricordare con particolare affetto Paolo Carosi che, dopo essere subentrato al posto di Morrone sulla panchina della Lazio, mi ha fatto giocare titolare per tutto il girone di ritorno. E’ stata una figura fondamentale per la mia carriera.”

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