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La Penna degli Altri

La storia della mascotte Ciao

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(ILFATTOQUOTIDIANO.IT di Andrea Romano – Foto WIKIPEDIA)

Il Fatto Quotidiano racconta la storia del simbolo di Italia ’90, la mascotte Ciao, attraverso le parole di chi la realizzò.

[…] “Ma cos’è che hai disegnato? Non mi piace per niente quella roba là”. Gigi Riva glielo dice in faccia, in maniera piuttosto diretta. […] Lucio Boscardin ascolta le parole di Riva e sorride. Incassa e fa finta di niente. Perché ‘quella roba là’ si chiama Ciao. Ed è uscita proprio dalla sua matita. […] È tridimensionale, è la traduzione su carta di un’idea, anticipa il futuro, racconta alla perfezione di un Paese che vuole offrire un Mondiale molto tecnologico. […] ESPN l’ha definita la migliore mascotte della storia dei Mondiali.

[…] Boscardin, cosa è andato storto?

[…] “Al Quirinale c’erano circa 400 persone, la crema d’Italia. Solo che hanno visto questa enorme figura stampata su un telo alto tre metri. Alla luce del giorno non si distinguevano neanche i colori e molti l’hanno osservata pure di sbieco”.

[…] L’ispirazione per Ciao le è venuta guardando un semaforo. Qual è il processo mentale che trasforma tre luci in una mascotte?

[…] “Ero fermo e fissavo le luci di questo semaforo. Mi sono detto: “Verde e rosso, sembra la bandiera dell’Italia!”. 

[…] Sì, ma Ciao è un atleta stilizzato, come ci è arrivato? 

[…] “Ho scritto Italia sul mio quaderno dei bozzetti e ho visto che la parola era composta da 10 bastoncini. Li ho fatti “cadere” uno alla volta verso il basso e il gioco era fatto, ecco che si era formato un atleta. Dato che mancava la testa ci ho messo un pallone”.

[…] In un Paese dove si cerca sempre un santo in paradiso un grafico di 43 anni partecipa a un concorso e vince sbaragliando quasi 50mila concorrenti. Sembra una favola a lieto fine 

[…] “Io ho partecipato pensando che poi, alla fine, avrebbe potuto anche vincere qualche amico di…”

[…] Gli italiani sono stati chiamati a scegliere il nome per la mascotte fra Amico, Beniamino, Bimbo, Ciao e Dribbly. Lei ha votato?  

[…] “Certo. La votazione è durata un mese ed era abbinata al Totocalcio. Io ho votato subito Ciao che era una parola più internazionale, ma non mi dispiaceva anche Amico”.

[…] Secondo lei Ciao è stato sfruttato a pieno?  

[…] “Devo dire che hanno fatto più o meno ogni tipo di gadget, ma sono sicuro che si poteva fare di più. Per esempio un mobile. Ci pensa? Ciao poteva diventare una poltrona fantastica, qualcosa in grado di anticipare i tempi. Il problema è stato che l’Italia non ha vinto i Mondiali”.

 

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