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Franco Tancredi: gioie e rimpianti di una splendida carriera

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GLIEROIDELCALCIO.COM – I tifosi della Roma lo ricordano come il portiere del mitico secondo scudetto. Il 15 Maggio del 1983, una folla festante accoglieva i trionfatori di quella cavalcata rimasta epica. Tra loro c’era il numero uno, quel Franco Tancredi che farà parte di un gruppo in grado di sfiorare una Coppa dei Campioni nel 1984.

L’ex estremo difensore, durante un’intervista radiofonica concessa alla trasmissione Le Lunatiche di Radio 2, ha parlato dei suoi trascorsi calcistici sia nella capitale che in Nazionale.

Tancredi aveva come idolo un certo Albertosi, uno che gli ha insegnato parecchi trucchi del mestiere …“Ho avuto la fortuna di stare due anni al Milan e a me Enrico Albertosi piaceva tantissimo, nonostante c’erano partiti diversi che dicevano che Albertosi era più forte di Zoff e viceversa, ma a me piaceva tantissimo questo suo modo scanzonato di interpretare il ruolo”.

Anche sugli anni alla Roma, l’ex calciatore abruzzese ha rilasciato dichiarazioni affettuose in memoria del presidentissimo Viola e dell’allenatore Liedholm …“Io devo tutto al presidente che mi ha sempre voluto e che per noi era come un padre, erano altri tempi rispetto al calcio di oggi. Prima si firmavano i contratti con una stretta di mano. Quello con Nils Liedholm è stato un binomio fantastico, perché ha tolto dalla porta della Roma Paolo Conti per mettere me. Quindi diciamo che sono stato fortunato di capitare al momento giusto nel posto giusto, avendo dato anche delle buone prestazioni per poter fare più di 300 partite con la Roma”…, senza dimenticare il capitano Di Bartolomei …”Sono rimasto pietrificato perché in quel momento stavo guardando il telegiornale, quindi ho assistito in diretta. Siamo rimasti tutti orfani di un grande amico, di un grande calciatore, di una persona intelligente. Lui aveva questo suo carattere molto chiuso, era difficile da poter capire e interpretare i suoi problemi o malesseri. Se ne sono dette tante ma io non sono andato dietro a queste cose e non ci andrò mai, io ricordo solo che ha me ha fatto tanto del bene e mi ha aiutato tantissimo, era il mio capitano”. Poi parla di Falcao “… è stato colui che ci ha portato la famosa mentalità vincente, perché era un giocatore immenso sia fuori che dentro il campo. Ci ha fatto capire cosa volesse dire voler lottare con grande continuità anno per anno contro le grandi squadre. Quando avevo la palla tra le mani Liedholm non voleva che la rinviassi con i piedi, voleva come adesso che l’azione partisse da dietro e io trovavo Falcao sempre smarcato…”.

Capitolo a parte, poi, le esperienze in Nazionale nel Mondiale ’86 …“Quello è un altro cruccio che mi porto dietro. Avevo giocato quasi tutte le partite amichevoli, nell’82 siamo stati campioni del mondo quindi noi facevamo solo amichevoli prima dei Mondiali del Messico. Quindi facevo queste amichevoli, le ho giocate bene, pensavo di essere io il titolare poi quello che è successo non lo so. Mi è stato detto quando è stata fatta la scelta che avrebbe giocato Galli, solo perché era il terzo portiere dei Mondiali in Spagna. Questo mi ha rammaricato ancora di più perché avrei preferito che mi avessero detto che secondo loro era più bravo Galli e che quindi avrebbero avuto più garanzie”… e la finale persa contro il Liverpool … “Un grande rammarico che è quello del sogno, quello che potevamo fare veramente la storia sotto tutti i punti di vista, che era la sconfitta ai calci di rigore contro il Liverpool nella Coppa dei Campioni soprattutto giocata nel nostro campo con i nostri magnifici tifosi. Secondo me è cominciato da molto prima che quella partita sembrava ed è stata storta. Come non ricordarsi il goal che abbiamo subito, un fallo grosso come una casa e l’arbitro ha dato la regola del vantaggio. Quindi è stato doppiamente un errore, perché sulla carica del portiere la regola del vantaggio non esiste. Perché quando ho perso la palla è andata sui piedi di Bonetti ed è lì che lui si è convinto che il gioco poteva continuare e invece non era così. Poi abbiamo avuto i giocatori che dovevano battere i calci di rigore con Pruzzo che è uscito alla fine del primo tempo per un infortunio, poi Cerezo a 5 minuti dalla fine dei tempi supplementari ed era un rigorista. Quindi tutto è andato per il verso sbagliato”. 

Foto WIKIPEDIA

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