ESCLUSIVO - Intervista a Stefano Desideri: "Roma-Lecce dell'86 fu una partita stregata" - Gli Eroi del Calcio
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Le Interviste degli Eroi

ESCLUSIVO – Intervista a Stefano Desideri: “Roma-Lecce dell’86 fu una partita stregata”

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia) – A noi de Gli Eroi del Calcio piace raccontare storie di calciatori che hanno rappresentato l’epoca d’oro di questo sport nel nostro Paese. Protagonisti di un calcio romantico che sicuramente è andato perduto.

Per l’intervista di oggi raggiungo al telefono uno dei simboli della capitale (sponda giallorossa), un giocatore tecnico e muscoloso che ha trascorso molta parte della sua carriera nella Roma degli anni ’80 e degli inizi anni ’90: Stefano Desideri.

Rimango subito colpito dal forte attaccamento ai colori della lupa, squadra alla quale è legato gran parte del suo periodo di formazione giovanile  e che lo ha visto esordire come professionista … “E’ stata una esperienza bellissima. Essendo di Roma si è avverato un sogno. Io i primi anni li ho giocati con una società dilettantistica, il Tor di Quinto. Un giorno giocammo un torneo con la Roma, mi videro e chiesero al presidente se potevo fare un provino. Mi presero e, da quel momento, ho fatto 10 anni di settore giovanile durante i quali ho vinto il campionato italiano Allievi e quello Primavera. La squadra Primavera era molto forte, allenata da Benetti … un grande. Ci ha fatto crescere sotto il profilo del carattere, della personalità, dell’umiltà. Si poteva solo apprendere da lui. C’era Giannini, Di Mauro, Baldieri e poi Gregori e Savorani, due portieri talmente forti che venivano schierati a turno”.

Mi faccio allora raccontare quell’anno in prestito, al Piacenza, in una Serie C che era palestra di formazione per giovani promesse del calcio … “Appena finito la Primavera, a quel tempo si usava mandare i ragazzi a farsi le fatidiche ossa nelle serie minori. Io e Marco Savorani, attuale preparatore dei portiere della prima squadra della Roma, andammo a Piacenza. Erano categorie diverse al tempo. Le serie c di un tempo erano paragonabili ad una buona Serie B di ora”. 

Non posso evitare la domanda sull’esordio in quella Roma di metà anni ’80 guidata da un grande allenatore svedese … “Era la stagione ’85/’86, il mister era Sven Goran Eriksson. Noi eravamo un gruppetto di ragazzi che venivano aggregati al gruppo della prima squadra. Quel giorno, era Gennaio, andammo a Udine. Io stavo a giocare a carte in camera e arrivò una telefonata. Era Eriksson. Iniziammo una conversazione durante la quale ero sicuro che fosse uno scherzo. Dopo un pò mi resi conto che si trattava dell’allenatore e capii di aver fatto una figura meschina. Il mister mi raccomandò di andare a dormire presto perché avrei giocato, vista la defezione di Ancelotti. Il giorno dopo grande partita, grande prestazione e da lì è nato tutto”.

Poi arriva il 14 Giugno del 1986 e una finale di Coppa Italia contro una bella Sampdoria. Desideri, uno dei protagonisti, sigla il vantaggio grazie ad un rigore perfetto … “E’ stato emozionante. È stato pauroso. In quei momenti devi avere la forza di prenderti le responsabilità. C’era la diceria che non sbagliassi mai rigori perché non ne avevo sbagliati nemmeno nelle giovanili. In quel momento eravamo io e Pruzzo e alla fine sono andato a tirare io”.

Capisco, seppur ce ne fosse stato bisogno, di avere di fronte un grande giocatore che ha dato tutto per la squadra della sua città, negli anni della ricostruzione post scudetto … noi vivevamo per la Roma, davamo tutto quando andavamo in campo. L’impegno e l’attaccamento erano massimi”.

Un ciclo giallorosso che si conclude, da calciatore, in una finale sfortunata di Coppa Uefa una sera del 1991, nel suo Stadio Olimpico stracolmo …. “E’ stata la partita che mi è rimasta nella testa, insieme ad un’altra. Più che la partita in casa, quello che mi rammarica di più è la partita di Milano. L’avevamo giocata abbastanza bene ed il risultato di 2-0 era un pochino largo, con un rigore dato all’Inter abbastanza discutibile con fallo fuori area”.

La curiosità è tanta e allora capisco che l’altro match “incriminato” è quel Roma – Lecce del 1986, una delle sconfitte più brucianti nella storia della Roma … Fu una partita stregata, che aveva un risultato sulla carta segnato ma che fu ribaltato dal verdetto del campo. Io ho la sensazione che non avremmo mai vinto quel giorno, nemmeno se avessimo giocato tre giorni. Ci furono tantissime occasioni ma nel Lecce si infortunò il portiere titolare ed entrò Negretti. Fece la partita della vita, ci parò qualsiasi cosa. Questo è il calcio”.

Un capitolo importante, nella carriera di Desideri, è il periodo nell’Udinese. Cinque anni durante i quali la bandiera giallorossa ha avuto anche l’onore di indossare la fascia di capitano … “Ho bellissimi ricordi di una bellissima città dove si fa calcio bene. Il posto ideale per un giovane. Abbiamo dato inizio all’era della bella Udinese e ne sono fiero”.

In mezzo, quello splendido gol contro la sua Roma, fondamentale per portare i friulani allo spareggio salvezza (poi vinto) contro il Brescia … “Una soddisfazione grande perché quel gol ci permetteva di rimanere in Serie A”.

Il capitolo Nazionale è d’obbligo. Desideri faceva infatti parte di quel gruppo di giovani “fenomeni” guidati da Vicini, proiettati verso il Mondiale di Italia ’90 e protagonisti di una sfortunata finale dell’Europeo U21 contro la Spagna nel 1986“Purtroppo sbagliai il mio primo rigore in carriera. Sbagliammo in tre, tutti e tre della Roma. Ho aperto troppo il piede e la palla andò fuori di pochissimo. Quella squadra poteva fare tranquillamente un mondiale di oggi. Poi c’era Vicini che era una bella persona, un grande allenatore”.

Concludo con la carriera odierna, quella che lo vede protagonista con il settore giovanile giallorosso … Lavorare con Bruno Conti è una grande soddisfazione. A Roma è stato fatto un buon lavoro in questi anni e spero che escano altri talenti. I ragazzi bisogna farli crescere bene ed è quello che cerchiamo sempre di fare nel nostro settore giovanile. Anche se adesso devo ammettere che forse è più facile emergere. Ai miei tempi, nel mio reparto, giocava gente come Falcao, Cerezo, Bruno Conti e  Ancelotti”.

Grazie Stefano.

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Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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