Le cronache sportive del Mondiale 1938 - Gli Eroi del Calcio
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Le cronache sportive del Mondiale 1938

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(STORIEDICALCIO.ALTERVISTA.ORG di Marco Impiglia – Foto WIKIPEDIA)

Il sito Storie di Calcio dedica un articolo alla vittoria italiana del 1938 nel Mondiale francese e lo fa attraverso i titoli dei giornali del tempo. Ecco uno stralcio dello stesso.

[…] La rassegna stampa dei Mondiali del ’38 è un esercizio che dà utili indicazioni alla storia del giornalismo sportivo. Come ricordava l’interno sinistro bicampione del mondo Giovanni Ferrari in un disco di memorie dei primi anni ’60 (Il calcio azzurro, Sandro Ciotti), non fu la partita di semifinale con i brasiliani l’ostacolo più duro, ma quella d’esordio contro la Norvegia. […] Ad un paio di settimane dall’inizio del torneo, un inviato del settimanale “Il Calcio Illustrato” intervistò Jørgen Juve, capitano dei norvegesi nel 1936. Juve aveva scritto un libro sul football e, di professione, faceva il giornalista. Si espresse come un tranquillante per noi: «Sono certo che saremo nuovamente battuti, ma mi conforta il fatto che saremo sconfitti dai migliori, poiché io sono convinto che gli Azzurri vinceranno la Coppa come nel 1934. Essi ci sono nettamente superiori in velocità, ed il loro stile è una felice fusione di quanto c’è di meglio nello stile inglese ed in quello austriaco: soprattutto essi hanno capito che l’unica cosa che conta nel calcio è la capacità di segnare».

[…] La stentata vittoria per 2-1 dei campioni in carica, ottenuta per giunta nei tempi supplementari, fu accolta con cautela della stampa francese, intenta ad esaltare il 3-1 dei “galletti” sul Belgio. Scrisse “Paris Soir”: «Se l’Italia sembra aver deluso per non avere battuto la Norvegia come si pensava, bisognerà attendere il secondo turno per sapere se si tratta veramente di un ribasso di forma dei transalpini. Per conto nostro, non lo pensiamo».

[…] I giornalisti italiani (Tagiuri, De Vecchi) tornarono sulla terra e parlarono di grossa speranza, riconoscendo nella Norvegia una squadra più fresca, atletica, pronta, addebitando la prova azzurra alla cattiva giornata della mediana.

[…] La stampa italiana, severa, tecnica, “velinata” e ultranazionalista, accusava quella francese, ugualmente sciovinista ma più libera nei contenuti, di fare “colore” solo sugli Azzurri, lasciando i Bleus a lavorare in pace nel ritiro di Chantilly.

[…] È probabile che pressioni politiche ad alto livello abbiamo finito per influire sulla stampa transalpina. I giornali del Midi si limitarono a commenti tecnici, seppure più critici nei confronti degli Azzurri rispetto ai fogli parigini, “azzurri salvati dal portiere” (Le Petit Marsellais) e definiti “una delusione” (La Provence Sportive). La rete del raddoppio annullata a Brustad, che ci avrebbe eliminato (valida a parere dell’allenatore norvegese: oggi chissà quante moviole avrebbe scatenato!), venne considerata una decisione corretta, presa d’altronde dall’arbitro viennese Beranek su invito del guardalinee francese.

[…] La netta vittoria sulla Francia (3-1) del 12 giugno, nella partita che segnò il record d’incasso del torneo (875.813 franchi), suscitò commenti obiettivi della stampa francese, concorde nel sottolineare l’inferiorità dei blues davanti ai noirs: gioco latino al 100%… «La loro tecnica è superiore» (Paris Soir); «Hanno vinto con due reti di scarto e avrebbero potuto essere di più» (L’Auto); «I contrattacchi transalpini, condotti a folle andatura, hanno ogni volta creato delle situazioni critiche per la nostra porta» (Le Temps); «Gli italiani sono allievi ben dotati dei maestri inglesi» (L’Intransigeant). Lo scrittore Dubech (L’Auto), superò in enfasi un po’ tutti, dicendosi ammirato fino alla commozione dalla velocità degli Azzurri. Silvio Piola, autore di due reti, fu l’uomo che raccolse maggiori suffragi. Il settimanale parigino “Football” gli dedicò tre quarti della prima pagina, concedendo il resto al magiaro Sarosi, e chiamandoli i due più forti centravanti del Continente. Maurice Pefferkirn, sulla prima pagina de “L’Auto”, ne tracciò una scheda tecnica terminante col più ambito degli elogi: sarebbe degno di giocare in Inghilterra…

[…] Semifinali quindi secondo programmi e speranze, con la pericolosa Germania out: BrasileItalia a Marsiglia, SveziaUngheria a Parigi, il 16 giugno.

[…] Ciliegina sulla torta, l’intervista che Pozzo rilasciò alla Gazzetta la vigilia del match. Dove raccontò per filo e per segno lo sgarbo subito dai presuntuosi brasiliani, che si erano ribellati all’eventualità di passargli il biglietto aereo già acquistato per la finale di Parigi, non avendo preso neanche in considerazione la possibilità di una sconfitta. Per i giornalisti brasiliani al seguito, stessa solfa; gli Azzurri non rappresentavano un avversario apprezzabile. Nessuno di loro era andato a Parigi a vedere Piola in azione. “O Globo”, il giornale di Rio, presentò la sfida come la festa del calcio latino, confidando che Leonidas avrebbe fatto la differenza.

[…] Ecco il commento apparso su “Le Sport Suisse” del 22 giugno a firma di Emile Birbaum, interessante sotto vari aspetti: «Il match non è ancora iniziato, entrano le squadre: sorpresa! Durante l’inno nazionale gli italiani non fanno il saluto fascista con la mano. Le braccia sono incollate al corpo, come se si trattasse di semplici svizzeri. Allora, che è successo, il mondo s’è capovolto? A Milano, hanno preteso che gli svizzeri facessero il saluto romano. Ma, all’estero, la squadra italiana se ne astiene. E senza dubbio una concessione fatta al Fronte Popolare, molto virulento nel Midi. Ma il pubblico non apprezza questo sacrificio, questo gesto delicato dell’Italia. Fischia alle prime note di Giovinezza. I boo cominciano, malgrado gli appelli alla calma della stampa francese. Ma gli innumerevoli italiani della Riviera non chiudono mai la bocca e la loro squadra non resterà senza sostegno… Le cose si sono guastate alla fine. Il pubblico, furioso di vedere il Brasile sconfitto, avrebbe voluto che Wuethrich avesse visto i crimini dappertutto, per fischiare non si sa quali falli contro l’Italia… Il match, quasi terminato sul terreno, si trasporta sugli spalti, dove dei bruschi pugilati si accendono qua e là».

 

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