I numeri 10 sampdoriani del dopo Mancini - Gli Eroi del Calcio
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La Penna degli Altri

I numeri 10 sampdoriani del dopo Mancini

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(VIVOPERLEI.CALCIOMERCATO.COM di Fedef93)

Il sito Calciomercato dedica un articolo alla storia dei numeri 10 sampdoriani, da Mancini in poi. Ecco un estratto.

[…] Intanto dobbiamo prendere il 1995-1996 come anno 0. In quella stagione la Lega Calcio adotta la personalizzazione delle maglie, esigenze di mercato che fanno storcere il naso a chi ama il vecchio gioco. Però a Genova, sponda Samp, sembra quasi un atto naturale. Il dieci ha un nome ed un cognome Roberto Mancini. Scudetto, Coppe, Europa, tacchi, genio. Sembra naturale che uno dei grandi protagonisti dello scudetto 91 prenda possesso anche visivamente di quel 10 che fino alla stagione prima era suo per regolamento. Passano tre stagioni. È il 1997. Mancini lascia la Samp, spezzando il cuore dei tifosi e la Gradinata Sud (letteralmente). A chi tocca quel 10? Menotti, neoallenatore della Samp, vuol un suo pupillo Angel Morale. E’ lui il nuovo dieci. Numero che si ottiene sommando le sue presenze e il suo unico gol. Passa una stagione, la Samp dopo la staffetta Menotti- Boskov si affida a Spalletti. Il dieci questa volta deve essere indossato da un giocatore di talento, uno che col pallone faccia quello che vuole e che faccia innamorare i tifosi. El Burrito Ortega forse riesce nell’intento, a livello tecnico è probabilmente uno dei migliori giocatori che abbiano calcato il campo di Marassi. Il problema di Ortega è la costanza. Un po’ come quella Samp del 1998-1999. La stagione blucerchiata chiude con la retrocessione più cocente della sua storia. Ortega saluta, direzione Parma, con 27 presenze ed 8 gol. La Samp in B e un dieci sbiadito. In un decennio da Regina d’Europa a nobile decaduta. L’obbiettivo è tornare grandi. Così viene ingaggiato un giovane attaccante fiorentino: Francesco Flachi. All’epoca si diceva che sarebbe stato un giocatore troppo poco adatto a quel numero, anche perché sembrava una pedina non centrale del progetto quanto più un possibile buon giocatore da cui trarre profitti di investimento. Con il senno del poi (112 gol) Flachi è stato quello che, in proporzione fu Mancini: un sampdoriano. I quattro anni di B fanno scuola ancora oggi. Una promozione mancata 1999-2000, un campionato anonimo ed una società in via di decadenza 2000-2001, rischio di retrocessione e fallimento 2001-2002 e poi l’inizio della nuova Samp targata Garrone 2002-2003. Quattro anni in cui l’appiglio dei tifosi è Francesco Flachi, che troverà nell’ultimo anno di B il suo Gemello. Mancini aveva Vialli. Flachi aveva Bazzani. In A il primo anno la coppia macina gol e si rafforza. Va via Bazzani, Flachi rimane e sarebbe rimasto. Ma nel 2007 a causa di qualche caduta personale la Samp e il suo 10 si separano. Nella storia della Samp, c’era stato nuovamente un dieci.

 

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Foto GAZZETTASAMPDORIANA

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