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Ruud Krol: “Ero convinto che al Napoli avrei preso in mano la squadra”

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(ILMATTINO.IT di Pino Taormina)

Il racconto di Rudd Krol e dei suoi anni napoletani in una intervista esclusiva concessa a Il Mattino. Ve ne proponiamo uno stralcio.

[…] Era un martedì, il 9 settembre del 1980, quando Ruud Krol atterrò a Capodichino. Il primo straniero del Napoli dopo la riapertura delle frontiere.

[…] Krol, ora torniamo a quel settembre di 40 anni fa.
«Se sono venuto a Napoli è tutto merito di Juliano. Venne a casa mia ad Amsterdam a marzo e cominciò a parlarmi della possibile riapertura delle frontiere in Italia. Se ne parlava da mesi, ma non succedeva mai. A dicembre del 79 avevo avuto degli incontri con dei dirigenti del Milan e loro pure ventilavano questa ipotesi. A tutti noi piaceva l’idea di questa avventura italiana, in tanti in quell’Ajax speravano di essere contattati. Venne da me anche Nils Liedholm e mi misi d’accordo per andare alla Roma ma quando vidi che passava del tempo e il blocco degli stranieri restava decisi di accettare l’offerta del Vancouver. Loro poi, nel frattempo, decisero di prendere Falcao. All’Ajax non volevo più stare. Era casa mia, ma avevo voglia di vivere un’altra esperienza».

[…] Va in Canada ma Juliano non si arrende.
«Già, era convinto che a Napoli avrei preso in mano la squadra. Troviamo rapidamente un accordo. Partiamo per l’Italia dopo che ha trovato una formula di prestito per 7 mesi. 

[…] Lo scudetto fu solo sfiorato.
«Per molti lo abbiamo perso per l’autogol di Ferrario con il Perugia, ma dobbiamo ammettere che quell’anno siamo andati molto oltre quelle che erano le nostre reali potenzialità».

[…] In che condizioni trovò il calcio italiano?
«Il nostro arrivo ha aiutato a far crescere il campionato, ne ha alzato il livello tecnico e agonistico. Ho sempre pensato che il salto in avanti dell’Italia, che poi ha portato alla vittoria del 1982, è arrivato dalla decisione di riaprire agli stranieri».

[…] La città di Napoli fu una sorpresa?
«Ero stato lì con l’Ajax qualche anno prima ma durante l’Europeo che quella estate si giocava in Italia, con l’Olanda avevo giocato due volte, con la Grecia e con la Germania Ovest. Nella gara decisiva con i tedeschi Allofs segnò una tripletta ma i tifosi sugli spalti facevano il tifo per noi. Io ero capitano di quella nazionale. Ne rimasi impressionato».

 

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Foto CORRIERE.IT

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