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L’Iraq e la sua storia ai mondiali di calcio

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(MEDIAPOLITIKA.COM di Marco Milan)

Il sito Mediapolitika, nella consueta rubrica del Lunedì dedicata al calcio di un tempo, realizza un articolo sulla storia dell’Iraq ai Mondiali. Ecco un estratto.

[…] L’Iraq non è mai stata una potenza del calcio, ma Saddam vuole che lo diventi, affida la Federazione ad una delle sue guardie del corpo, Sabah Mirza, protagonista già al suo insediamento nel 1980 quando aggredisce l’arbitro dello spareggio per le Olimpiadi fra Iraq e Kuwait, vinto da questi ultimi per 3-2 e a seguito del quale il direttore di gara viene aggredito, minacciato con una pistola e rimandato a casa con varie fratture che costeranno all’Iraq una multa salatissima e la squalifica di due anni per le gare di casa. Ma c’è di più: per rendere il calcio iracheno più competitivo, Saddam Hussein fa scendere in campo suo figlio Uday che fonda un nuovo club, l’Al-Rasheed, e prova a convincere tutti i migliori calciatori del paese a trasferirsi nella sua squadra; chi accetta grazie ad offerte economiche vantaggiose non ha problemi, chi rifiuta anche di fronte ai tanti soldi messi sul piatto viene persuaso con altri metodi. E’ il caso di Ahmed Radhi, uno dei talenti del calcio iracheno, che alla proposta dell’Al-Rasheed dice no, si indispettisce per l’insistenza e una notte viene prelevato in casa sua da loschi figuri, picchiato e indotto con la forza a firmare per quella che in poco tempo diventa la squadra più forte del paese.

[…] L’Al-Rasheed è infatti quasi totalmente rappresentato dai migliori giocatori della nazione e così la rosa dell’Iraq che partecipa alle qualificazioni per Messico ’86 si ritrova ad essere una squadra solida, compatta e con meccanismi ormai collaudati. Gli iracheni vincono facilmente il girone preliminare contro Qatar, Giordania e Libano, perdendo solamente una partita contro i qatarioti; poi nel secondo turno ottengono la qualificazione a spese degli Emirati Arabi e si ritrovano a disputare la finale, cioè lo spareggio, contro la Siria: chi vince è ai mondiali. La gara di andata si gioca in casa dei siriani, a Damasco, il 15 novembre 1985 e termina 0-0; quindici giorni dopo a Ta’if (Arabia Saudita) in campo neutro l’Iraq vince per 3-1 e a Baghdad e dintorni esplode la festa perché la nazionale irachena è per la prima volta qualificata ai mondiali. […] In Messico sono vietate brutte figure, c’è poco da discutere o da ribattere. Poi l’Adidas, sponsor tecnico della nazionale, recapita le divise e molti giocatori pensano che il colosso sportivo abbia sbagliato destinatario: le maglie dell’Iraq sono infatti solitamente bianche con contorni verdi, mentre quelle che arrivano in Messico sono totalmente diverse, una è gialla e un’altra celeste. Qualcuno chiede spiegazioni, ma la Federazione non ascolta neanche le rimostranze: “Zitti e lavorate” è la risposta dei dirigenti.

[…] Il 4 giugno 1986 l’Iraq esordisce ai mondiali giocando a Toluca contro il Paraguay. […] Della partita, però, si ricorderà molto più l’incredibile pastrocchio arbitrale della terna mauritiana: proprio a ridosso dell’intervallo, Ahmed Radhi stacca indisturbato al centro dell’area di rigore su azione di calcio d’angolo e mette la palla in rete per un 1-1 che non si concretizzerà mai, però, perché clamorosamente l’arbitro fischia la fine del primo tempo con l’azione in gioco, scatenando l’ira dei calciatori iracheni, giustamente rabbiosi dopo una palese ingiustizia. L’8 giugno, sempre a Toluca, l’Iraq si gioca contro il Belgio le residue speranze di qualificazione, ma anche stavolta la nazionale asiatica grida al complotto: il Belgio, squadra forte ed esperta, si porta sul 2-0 in soli tre minuti grazie a Scifo e a Claesen, poi accade di tutto perché l’arbitro colombiano Diaz ammonisce per errore l’iracheno Gorgis, confuso con Oraibi dal momento che entrambi portano un bel paio di baffoni. Gorgis applaude ironicamente il direttore di gara che lo spedisce sotto la doccia, quindi al 59′ Radhi accorcia le distanze diventando il primo (e sinora unico) calciatore iracheno a segnare ai mondiali. […] L’Iraq è ormai eliminato e l’11 giugno a Città del Messico gioca la sua ultima partita perdendo 1-0 contro i padroni di casa e chiudendo la sua avventura con zero punti, un solo gol segnato e 4 incassati.

 

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Foto MEDIAPOLITIKA

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