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Roberto Baggio, il gol al Napoli, la doppietta in Nazionale ed il passaggio al Torino

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia) – La stagione che porta al Mondiale del ’90 si apre con l’esplosione calcistica di un talento senza eguali. L’Italia viene improvvisamente colpita da un amore viscerale verso un ragazzino di 22 anni, un riccioluto veneto con l’occhio chiaro e vispo, con dei piedi talmente fatati da essere paragonati a quelli di Zico. Si chiama Roberto Baggio e viene da Caldogno, un paese del vicentino famoso soprattutto per aver dato i natali a qualche ciclista di ottimo livello.

Settembre è il mese della consacrazione, 17 e 20 i numeri principali. Si parte con lo slalom del San Paolo, davanti agli occhi di un incredulo e barbuto Maradona, quel giorno diventato inaspettatamente “comprimario” suo malgrado. Si continua con la doppietta in Nazionale, fra tecnica sopraffina e velocità di esecuzione.

Partono i paragoni con i miti italiani del passato; Rivera e Meazza i più chiamati in causa, ma anche Mazzola assomiglia per la rapidità di esecuzione.

La Gazzetta dello Sport, il 22 Settembre del 1989, titola: “Baggio, ma chi sei?”.

E in effetti in parecchi si chiedono chi hanno di fronte. In pochi, però, immaginano che quel ragazzino diventerà il più grande calciatore italiano della storia.

Azeglio Vicini lo coccola e lo protegge, tenendolo lontano dalle sirene del successo. Il Mondiale casalingo dista soltanto dieci mesi e le gerarchie azzurre potrebbero subire qualche scossone. Roberto Mancini, gemello per nome e anche per classe, lo esalta facendosi un pò da parte. El Pibe de Oro lo vorrebbe nella sua Argentina, consapevole che un talento così potrebbe far comodo a molte squadre. Infine il silenzioso Donadoni, idealmente “sacrificabile” nello scacchiere azzurro, che accarezza l’ideale della coesistenza di talenti in Nazionale.

A goderselo più di tutti è però la Fiorentina, che lo strappò al Torino in un Sabato di Aprile del 1985. Sembrava cosa fatta per i granata, ma il blitz dell’allora Direttore Sportivo Viola Claudio Nassi si dimostrerà decisivo.

Durante quel Settembre del 1989, l’Italia calcistica si accorse di avere in casa un fuoriclasse assoluto che l’avrebbe aiutata a godersi le Notti Magiche del ’90.

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Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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