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La storia di Joe Jordan, lo “squalo” scozzese del Milan

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(CALCIOMERCATO.COM di Remo Gandolfi – Foto ACMILAN.COM)

Calciomercato.com racconta la carriera di Joe Jordan, lo “squalo” del Milan. Ecco un estratto.

[…] Joe Jordan sarà uno dei protagonisti di quella che verrà ricordata nella storia della competizione come il più grande furto in una finale di Coppa dei Campioni.
E’ il 28 maggio del 1975. Il Leeds, che non ha più Don Revie in panchina diventato nel frattempo il tecnico della Nazionale inglese, guidato da Jimmy Armfield gioca una partita eccellente, mettendo ripetutamente alle corde il Bayern Monaco, campione uscente.
Nei primi quarantacinque minuti di gioco ci sono due sacrosanti rigori per il team inglese non fischiati dall’arbitro francese Kitabdijan, uno in particolare per un fallo nettissimo di Franz Beckenbauer su Allan Clarke che lo aveva saltato netto in area.
Jordan domina sui palloni alti ed è un assoluto monologo del Leeds che raccoglie i frutti della sua superiorità intorno al quarto d’ora della ripresa. C’è una punizione dalla trequarti di Johnny Giles, Paul Madeley fa la sponda di testa verso il centro dell’area. La respinta dei difensori bavaresi è corta sul pallone si avventa Peter “thunderbolt” Lorimer che colpisce al volo spedendo il pallone alle spalle di un immobile ed esterrefatto Sepp Majer.
E’ il gol del vantaggio inglese.
Mentre gli inglesi sono intenti a festeggiare il meritato vantaggio si vede l’arbitro che su segnalazione di uno dei suoi guardialinee indica un punto all’interno dell’area di rigore.
I giocatori del Bayern sono stupiti almeno quanto quelli del Leeds.
Il gol viene annullato per un fuorigioco di Billy Bremner non solo inesistente ma completamente ininfluente sull’azione non trovandosi sulla traiettoria del tiro.
Nel giro di dieci minuti arriveranno i due gol di tedeschi di Franz Roth e Gerd Muller a sancire uno dei “furti” più clamorosi della storia del calcio europeo.

[…] Dopo l’esperienza al Manchester United arriva per Jordan la tanto agognata chiamata dal continente. E’ il Milan che nel 1981 lo inserisce tra le sue fila.
Anche se ha solo 30 anni le tante stagioni a “fare la guerra” nelle aree avversarie stanno iniziando a presentare il conto.
Jordan ha già probabilmente iniziato la sua parabola discendente ma ad onor del vero il Milan di quel periodo non è certo in grado di metterlo in condizione di rendere al meglio.
E’ un Milan fragile, che devo spesso difendersi da squadre assai superiori e Jordan finisce per giocare tante partite come unica punta, spesso isolato dal resto della squadra e senza quei rifornimenti dalle fasce che lo hanno fatto diventare uno degli attaccanti più temuti d’Europa.
In realtà l’avvio in Coppa Italia illude i tifosi del diavolo.
Una doppietta con il Pescara e poi un fantastico gol di testa nel derby con l’Inter sono un buon biglietto da visita ma in campionato purtroppo le cose andranno molto diversamente.
Due sole reti in 22 partite e per il Milan al termine della stagione c’è il ritorno nel purgatorio della serie cadetta. Jordan, nonostante diverse offerte dalla Gran Bretagna non ci pensa neppure a lasciare i rossoneri.
Il Milan dominerà il campionato di serie B e Jordan, che farà spesso coppia in attacco con il giovanissimo Aldo Serena in una squadra finalmente impostata a “trazione anteriore” dal nuovo tecnico Ilario Castagner, segnerà dieci reti in campionato di cui ben nove di testa, la sua specialità.

[…] Joe Jordan ricorderà sempre le tre stagioni in Italia come le più importanti della sua carriera e con un po’ di rimpianto per essere arrivato in Italia quando probabilmente i suoi giorni migliori erano già alle spalle.
Sempre relativo al suo periodo italiano c’è però un divertente aneddoto.
Per ogni giocatore che abbia militato nella nazionale scozzese c’è il regalo della Federazione di un cappellino ricordo che in Inghilterra veniva consegnato ad ogni presenza in Nazionale mentre in Scozia (tipico delle caratteristiche parsimoniose del popolo scozzese) il regalo era di un solo cappellino per ogni STAGIONE di militanza in Nazionale.
Jordan, che ha esordito in Nazionale nel 1973, ha giocato consecutivamente almeno una partita all’anno con la sua nazionale fino al 1982, quando disputò i Mondiali di Spagna.
L’ultimo cappellino però, mentre Jordan era qui in Italia, non gli arrivò mai.
A questo punto chiamò più volte la Federazione chiedendo che fine avesse fatto il suo decimo cappellino, quello dell’anno 1982.
“Noi lo abbiamo regolarmente spedito” gli confermano dalla Federazione aggiungendo che “a questo punto probabilmente sarà andato perso”.
Il disappunto di Jordan è notevole.
“Scusate ma quando lo avete spedito ?” chiede un contrariato Jordan.
“Abbiamo ancora la nota. «Spedito nel settembre 1982 presso la sede dell’INTERNAZIONALE FC”.
… Jordan dovette recarsi nella sede dei rivali cittadini dell’Inter dove per fortuna avevano conservato il suo prezioso cappellino …

 

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