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CAM: il Museo della Maglia Azzurra, con Diego, e Antonio, nel Cuore

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – CAM, Cammarota Antonio Museum, questo il nome dello spazio allestito e inaugurato lo scorso ottobre presso i locali dell’isola 1 del CIS di Nola da Francesco Cammarota, collezionista e grande appassionato della storia del Calcio Napoli.

Un Museo a tutti gli effetti dove si può assaporare la storia degli Azzurri attraverso le maglie, e non solo, che ne raccontano le gesta.

Circa 800 maglie in 250 m2 di esposizione, altrettanti in un secondo piano che sarà dedicato agli eventi, è già attrezzato con una cucina nel caso i visitatori volessero consumere un pasto al museo e/o festeggiare un evento, con la possibilità di ingrandirsi di ulteriori 250 metri se le esigenze lo richiederanno.

L’accesso avviene da una porta scorrevole che ritrae Maradona esultante e chi varca l’ingresso troverà il Direttore del Museo Domenico Stellato a fare gli onori di casa: professionista preparato, gentile che ci accompagna in un Tour virtuale, tramite il suo portatile, ricco di aneddoti e curiosità. Qualche scambio di battute e il Direttore ci organizza la call con Francesco Cammarota, ideatore del Museo e grandissimo collezionista.

Francesco è un imprenditore quarantaseienne del settore informatico, sposato e padre di due figli. “Sono nel settore informatico per tradizione familiare, possiamo dire, mio padre era tra i soli tre distributori a livello nazionale per la Olivetti”.

“Il mio amore per il calcio nasce, come per tutti, da bambino”, continua Cammarota, “quando mio padre inizia a portarmi allo stadio a vedere il Napoli. Non era certo un Napoli vincente quello di cui mi sono innamorato, ma questo non fa altro che rendermi ancora più orgoglioso. Poi arrivò Maradona, avevo dieci anni, quindi ricordo bene tutta l’epopea. Sul mio diario di scuola campeggiava in bella vista la scritta “Buonasera Napolitani … Così’ iniziava la favola argentina”, che rievocava le prime due parole di Maradona il giorno della presentazione al San Paolo. Ho vissuto sempre l’amore per il Napoli in maniera viscerale: tante le trasferte e anche tanti i viaggi organizzati anche per motivi diversi dal calcio ma in cui ho prenotato solo combinazioni aeree che mi permettessero di vedere la partita. Su questo non transigo. Del resto anche mia moglie l’ho conosciuta allo stadio” … ci rivela il nostro amico.

“Il mondo del calcio l’ho sempre visto da lontano, come tutti … dagli spalti. Poi con l’avvento delle Pay tv abbiamo cominciato a vedere oltre il campo, direi anche per 24 ore al giorno calcio e solo calcio. Comunque era un mondo lontano da me. Poi un giorno, diciamo intorno la fine degli anni ’90, approfittando di una trasmissione che “Il Mattino” di Napoli organizzava alla radio, ebbi la fortuna, ma anche la costanza, di prendere la linea e poter interloquire con Stefan Schwoch, con cui ancora oggi ho un grande rapporto, e gli dissi … è tanto che un calciatore del Napoli non fa una tripletta, se la fai ti regalo un computer, anzi te lo regalo anche se a fine campionato arrivi a 18 gol … , e lui rispose … allora se tu mi dai il computer io ti regalo la mia maglia…  io risposi che l’avrei ovviamente accettata anche perché mio zio me ne aveva regalata una di Maradona, proveniente direttamente da Giuseppe Giannini, grande Capitano della Roma, che con Diego l’aveva scambiata. Stefan mi rispose: “Ok allora, ma la mia mettila lontano da quella di Maradona”.

“Arrivò a 22 gol contribuendo alla promozione in A del Napoli. Io chiamai quindi “Il Mattino” per capire come fare per consegnare il computer che avevo promesso. Dopo qualche giorno mi arriva una sua telefonata da un numero che non conoscevo che mi dice appunto di essere Stefan Schwoch. Io non ci credevo fosse lui, piuttosto credevo fosse qualche “buontempone” che si faceva gioco di me, invece era proprio lui. Siamo tutt’ora in contatto. Ricordo che in quell’estate mi chiamò tutto contento perché stava andando in sede a firmare il rinnovo e mi disse che avremmo festeggiato. La sera poi il dietrofront. Mi richiamò per dirmi che invece lo avevano venduto al Torino. Non sarebbe mai voluto andar via da Napoli. Anche la moglie, che prima non voleva venire a Napoli, non ne voleva più sapere di andarsene”.

Francesco ci racconta molti aneddoti… “Tramite la fornitura di computer quindi cominciai a conoscere altri calciatori, Matuzalem, Asta, Bellucci, Edmundo. Anche il responsabile della comunicazione Iuliano mi diceva, accusandomi, che era colpa mia che i calciatori non dormivano perché giocavano al computer. Insomma alla fine ne conosco tanti di calciatori e, anche se non ero un collezionista, non ancora almeno, la maglia me la facevo regalare sempre, la chiedevo.

Poi mi sono reso conto che tutti collezionavano, tranne io che ne avevo una quantità enorme direi. Un giorno ebbi l’occasione di rilevare una collezione intera, alla quale cominciai ad aggiungere sempre di più i tasselli mancanti. Da lì è iniziato il mio viaggio nel collezionismo.

Anzi ne approfitto per ringraziare i tanti collezionisti che mi hanno aiutato nel tempo, in particolare Nino Mosca, Dino Alinei, Renato Pavone, Ciro Cassaneti e Raffaele Piscitelli”.

Ci sono domande semplici e altre più difficili, e noi proviamo a chiedere ad un padre a quale figlio vuole più bene… Francesco, quale il “pezzo” che reputi migliore o comunque quello a cui sei legato particolarmente…?

“È difficile dire, tutte le maglie occupano nel mio cuore un posto speciale, perché dietro ognuna di esse vi è una storia… (ma noi insistiamo…) … se proprio devo sceglierne una direi la Lazio-Napoli utilizzata il 14 ottobre 1984, 1-1- reti di D’Amico e Maradona. La maglia del Napoli in quella partita era gialla, colore utilizzato solo in due occasioni: di questi esemplari,  a mia conoscenza, ne esistono due, una la posseggo io e una un Campione del Mondo 1982, Alessandro Altobelli con cui ci siamo sentiti e confrontati, anche perché lui vicino alla maglia ci accosta quella di Maradona utilizzata in Italia-Argentina del 1982, insomma un grande vanto potermi confrontare e interloquire con lui. Questa è una maglia che a livello collezionistico è un pezzo Top, molto ambito”.

Facciamo ancora una domanda scomoda… Quale il pezzo più costoso? Solo quale, non il costo …

“Sempre quella gialla” … ci risponde con un sorriso Francesco, che aggiunge…” Un’altra molto particolare è quella appartenuta a Diego quando, giovanissimo aveva 13 anni, giocava con “Los Cebollitas”… una squadra che potremmo definire imbattibile nei campionati giovanili argentini degli anni ’70: 136 partite consecutive senza perdere.

Francesco continua il suo racconto, il volto ora è più serio… “A luglio dello scorso anno ho perso mio padre… colui che mi ha fatto diventare uomo, che mi ha indirizzato nel lavoro, che mi ha trasmesso l’amore per questi colori… aggiungiamo il fatto che come collezionista non ho mai amato “chiudere” la mia collezione nei cassetti o dentro gli armadi. A questo aggiungiamo anche la circostanza favorevole di un capannone improvvisamente libero nei pressi della mia attività… mi son detto… È arrivato il momento… è arrivato il momento di creare il CAM, Cammarota Antonio Museum… dedicato a mio padre…

Inaugurato da due mesi circa, abbiamo già ricevuto molti attestati di stima e di gratitudine e questo è di grande soddisfazione, ci dona molta forza per continuare e crescere sempre più. Oggi sono qui con voi a raccontare la nostra storia, ma abbiamo avuto recensioni e articoli da parte di France Football, di quotidiani a livello locale e nazionale, alcune Radio ne hanno parlato come Radio MARTE, abbiamo anche fatto un collegamento con il Mattino TV per la trasmissione Mattino Football Team. Inoltre alcuni ex calciatori ci hanno chiamato per ringraziarci, altri sono venuti in visita al Museo come Giovanni Francini e tanti sono stati i complimenti dal mondo del collezionismo. Ci dedicheremo inoltre al sociale, ci rivolgeremo alle scuole, alle scuole calcio, perché questo museo è patrimonio della collettività e ne racconta la storia, la storia di tutti noi. Faremo eventi culturali ma non solo…Qui c’è tutta la mia passione, la passione della mia famiglia anche in un momento come questo legato all’emergenza sanitaria…”.

L’intervista è stata effettuata poche ore prima della notizia che ha sconvolto il mondo, la morte del più grande di tutti e di tutti i tempi: Diego Armando Maradona.

Dal CAM abbiamo visto in questi giorni collegarsi anche le reti nazionali per commemorare la scomparsa di Diego.

Francesco Cammarota e lo staff del CAM Museum capitanato da Domenico Stellato hanno vissuto e stanno vivendo giorni difficili per la scomparsa di Diego Maradona. È Francesco stesso a dichiarare:

“Sono giorni tristi, molto tristi che tutti a Napoli stiamo vivendo per la scomparsa del nostro amato Diego, sono giornate davvero dure per chi lo ha sempre portato nel cuore e non smetterà mai di amarlo.

Diego Maradona ha rappresentato e difeso a spada tratta Napoli ed i Napoletani coma nessuno mai aveva e ha fatto, e merita tutto l’amore del nostro popolo.

Oltre ai napoletani, oltre agli argentini credo che tutto il mondo del calcio, e non, sia addolorato per la scomparsa del miglior giocatore di tutti i tempi”.

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Classe ’68, appassionato di un calcio che non c’è più. Collezionista e Giornalista, emozionato e passionale. Ideatore de GliEroidelCalcio.com. Un figlio con il quale condivide le proprie passioni. Un buon vino e un sigaro, con la compagn(i)a giusta, per riempirsi il Cuore.

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