Andrea Pazzagli, il portiere gentiluomo - Gli Eroi del Calcio
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Andrea Pazzagli, il portiere gentiluomo

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(GOAL.COM di Paolo Camedda – Foto AIMC)
Goal.com dedica un articolo dettagliato ad Andrea Pazzagli, portiere del grande Milan di Sacchi. Ecco un estratto.
[…] Pazzagli nasce a Firenze il 18 gennaio 1960 e inizia la sua carriera nelle Giovanili della Fiorentina, la squadra della sua città per cui fa il tifo. Come accade spesso in quegli anni, tuttavia, quando arriva il momento di poter debuttare in Prima squadra, nel 1976/77 è ceduto alla Sestese, club di Sesto Fiorentino con cui gioca a 16-17 anni fra i Dilettanti.

[…] Per l’atteso debutto in Serie A occorre allora aspettare […] il 14 settembre 1980: […] allo Stadio Friuli arriva infatti l’Inter Campione d’Italia di Eugenio Bersellini. L’Udinese è travolta in casa e Pazzagli vede per 4 volte il pallone finire alle sue spalle.

[…] La svolta nella sua carriera arriva nel 1983/84, stagione in cui, trasferitosi a titolo definitivo alla Rondinella-Marzocco Firenze, gioca spesso da titolare in Serie C1. Dopo 26 apparizioni totali con i toscani, nel 1984/85 affronta il suo primo torneo da titolare in Serie B con il Perugia. Con gli umbri Pazzagli resta due stagioni, giocando praticamente sempre e diventando un punto fermo della squadra.

[…] “Una volta parai un calcio di punizione a Maradona. – racconterà – Mentre ero ancora a terra qualcuno mi baciò la testa. Pensai fosse stato un compagno per congratularsi, invece era lui, Diego, che mi disse: ‘Sei stato grandissimo’, ed un complimento fatto dall’avversario è qualcosa di veramente bello”.

All’inizio del 1988 diventa un vero e proprio incubo per il Milan di Arrigo Sacchi. […] Sacchi si segna il suo nome, e, quando il dodicesimo Pinato è ceduto al Monza, nel 1989, chiede alla società di puntare su di lui e portarlo a Milanello. Per Pazzagli è l’occasione che da tanto tempo aspettava. Nella prima stagione, il 1989/90, si alterna in difesa della porta rossonera con Giovanni Galli, come lui toscano e fiorentino, con cui nasce una bella amicizia. In campionato è l’ex portiere azzurro a partire titolare.

[…] Da dodicesimo, il 7 dicembre 1989 Pazzagli vince la Supercoppa Europea (1-1 e 1-0 contro il Barcellona), il 17 dicembre 1989 la Coppa Intercontinentale a Tokyo contro l’Atletico Nacionál (1-0 con punizione vincente di Evani ai supplementari) e il 23 maggio del 1990 la Coppa dei Campioni (1-0 sul Benfica targato Rijkaard).

[…] Nel 1990/91, quando Giovanni Galli si trasferisce al Napoli, Pazzagli diventa il portiere titolare del Milan, nonostante l’acquisto di Sebastiano Rossi dal Cesena. Vince così da numero 1 la sua 2ª Supercoppa europea contro la Sampdoria (1-1 a Genova, 2-0 per i rossoneri a San Siro) e il 9 dicembre 1990, a Tokyo, è fra i migliori in campo nella spettacolare prestazione della squadra di Sacchi contro i paraguayani dell’Olimpia di Asunción. Il Diavolo si impone 3-0 e per Pazzagli arriva anche la 2ª Coppa Intercontinentale della sua carriera.

[…] Pazzagli fa le valigie, senza troppi rimpianti, e riparte da quel Bologna che in passato non gli aveva mai dato fiducia: 3° ritorno in Emilia della sua carriera e finalmente lo spazio che cercava. In rossoblù vive due stagioni di Serie B (49 presenze), poi una nuova chance in Serie A con la Roma di Carlo Mazzone, in cui fa da dodicesimo a Fabrizio Lorierie di fatto non gioca mai. A 34 anni, nell’estate del 1994 decide di riavvicinarsi a casa e sceglie di trasferirsi al Prato in Serie C1. Totalizza 20 presenze in due stagioni, prima di mettere il punto su una carriera che gli ha regalato grandi soddisfazioni.

[…] Sposato con l’amata Isabella, Andrea ha tre figli, Camilla, Edoardo e Riccardo.La sua vita si è interrotta all’improvviso in un triste mattino dell’estate 2011. È il 31 luglio, e Pazzagli si trova in vacanza a Punta Ala con la sua famiglia. L’ex portiere accusa un malore verso le 7.30. È un infarto, e non c’è niente da fare. La morte a soli 51 anni lascia un vuoto profondo anche fra gli amici e fra gli ex compagni di squadra, nonché grande commozione fra la gente comune che ne aveva apprezzato il lato umano.

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