16 maggio 1973- Il Milan vince la Coppa delle Coppe
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16 maggio 1973- Il Milan vince la Coppa delle Coppe

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – Come ho già avuto modo di ricordare, a quella edizione non aveva partecipato il Rangers Glasgow, squadra detentrice del titolo. Questo a causa dell’invasione del terreno di gioco, in occasione della finale contro la Dinamo Mosca, al Camp Nou di Barcellona. Invasione a cui avevano fatto seguito una serie di danneggiamenti all’impianto. Alla fine l’ arbitro aveva fatto riprendere il gioco e la finale si era  conclusa con la vittoria dei Rangers. Ma, a seguito di quegli incidenti, la squadra scozzese fu eliminata dalla competizione nell’edizione 1972-1973.

Le squadre partecipanti alla Coppa delle Coppe di quella stagione furono: Atletico Madrid, Bastia, Besa Kavajë, Carl Zeiss Jena, Cork Hibernians, Den Haag, Hajduk Spalato, Ferencváros, Floriana Malta, Fredrik Stad, Fremad Amager, Hibernian, Landskrona BolS,  Leeds United, Legia Varsavia, MKE Ankaragücü, Mikkelin Palloilijat, Milan, Paok Salonicco, Pezoporikos Larnaca, Rapid Bucarest, Rapid Vienna, Red Boys Differdange, Shalke 04, Slavia Sofia, Spartak Mosca, Sparta Praga, Sporting Lisbona, Standard Liegi, Vikingur, Wrexham, Zurigo.

In finale arrivarono Milan e Leeds United. Gli inglesi arrivarono a Salonicco dopo avere eliminato i turchi dell’MKE Ankaragücü, i tedeschi del Carl Zeiss Jena, i romeni del Rapid Bucarest (con un sonoro cinque a zero all’andata) e i croati dell’Hajduk Spalato. Il Milan si presentò nello stadio di Salonicco a seguito delle vittorie sui lussemburghesi dei Red Boys Differdange (vittoria per sei a uno al ritorno), sui polacchi del Legia Varsavia (dopo i tempi supplementari), sui russi dello Spartak Mosca,e sui cecoslovacchi dello Sparta Praga. Snodo fondamentale in questo percorso verso la conquista del trofeo, da parte del Milan, fu la vittoria milanista a San Siro contro il Legia Varsavia. Il Milan era andato in vantaggio al decimo con una bella azione individuale di Zignoli sulla fascia di destra. I polacchi avevano pareggiato al 44’ con Jan Piezsko. Al 90’ si era dunque sull’1 a 1 e fu necessario andare ai supplementari. A due minuti dalla fine dei tempi supplementari fu Chiarugi a segnare il gol della vittoria: tiro di destro ravvicinato all’interno dell’area piccola, respinta del portiere polacco Piotr Mowlik e nuovo tiro di sinistro, questa volta decisivo ancora di Luciano Chiarugi. Tra l’altro, Chiarugi (notevole in quel periodo la sua intesa con Gianni Rivera) oltre a essere stato decisivo, grazie ai suoi gol, in entrambe le partite della semifinale (quelle delle due vittorie per uno a zero contro lo Sparta Praga), fu anche il marcatore nella finale di Salonicco. Non a caso, in quel periodo, il numero 11 dei rossoneri si guadagnò il soprannome di provvidenza.

LA FINALE.

La finale fu un evento sportivo controverso e, per certi aspetti divisivo. Un evento sportivo dove le rivalità calcistiche interne al football italiano possono forse orientare il giudizio in un senso o nell’altro. Ma, si tratta comunque di un evento sportivo che ha lasciato strascichi nello spazio e nel tempo anche all’estero. È del 2009, per esempio, la richiesta dell’eurodeputato inglese, Richard Corbett, con cui questo politico chiede alla UEFA l’apertura di un’inchiesta e la revoca del titolo al Milan, parlando esplicitamente di corruzione di Christos Michas (l’arbitro che

aveva diretto quella finale). Sugli aspetti storico-giudiziari non credo ci sia stato un pronunciamento delle massime istituzioni calcistiche europee. Ognuno sull’argomento è, ovviamente, libero di avere la propria opinione. Io ho semplicemente, per dovere di cronaca, ricordato ed esposto i fatti. A proposito di cronaca e di fatti, è interessante notare che il Leeds era in una delle sue migliori fasi storiche: era arrivato primo nel campionato inglese nel 1969, poi secondo nei tre anni seguenti e nel 1974 avrebbe nuovamente vinto il titolo inglese. Inoltre, era arrivato in finale di Coppa di Inghilterra nel 1970 e sarebbe arrivato di nuovo in finale nel 1973, mentre nel 1972 ovviamente era riuscito a vincere la Coppa di Inghilterra che gli aveva dato accesso alla Coppa delle Coppe proprio nella stagione ‘72-‘73 Nella squadra inglese, tra l’altro, giocava l’attaccante scozzese Joe Jordan che, circa otto anni dopo, sarebbe approdato proprio al Milan.

Fatte queste premesse, penso si possa passare alla ricostruzione dell’andamento sul campo della partita tra Milan e Leeds. Ammettendo d’entrata che il mio giudizio possa anche essere condizionato dal clamore suscitato dall’arbitraggio, devo dire che l’azione del gol milanista, tra il secondo e il terzo minuto, lascia non poche perplessità. Più che altro per il differente metro di giudizio adottato dal direttore di gara. Il numero 4 del Leeds, Mick Bates, perde palla a centrocampo a seguito di un intervento di Sabadini che sembra falloso. L’arbitro lascia correre (e ci potrebbe anche stare). Il problema è che, sull’azione di contropiede del Milan, la giacchetta nera fischia un calcio di punizione dal limite dell’area inglese, a favore dei rossoneri, per un (presunto) fallo di Medeley, su Alberto Bigon, che sembra proprio non esserci. Il calcio di punizione a favore del Milan viene invece assegnato: palla a terra, pronta per l’esecuzione. A due passi c’è Gianni Rivera. Un po’ più indietro Benetti e ancora più a lato Chiarugi. Rivera sembra fintare il tiro, ma alla fine, dopo una veloce rincorsa, è Chiarugi a calciare. È un tiro di sinistro, basso e angolatissimo. La palla sembra  colpire la base del palo alla sinistra di David Harvey, per poi entrare in porta. Siamo al quinto minuto di gioco e Chiarugi ha appena segnato il gol dell’uno a zero.

Pochi minuti dopo, comunque, il Milan imbastisce una bella manovra sulla fascia destra che, dopo una serie di triangolazioni, tra Sabadini, Rivera e Chiarugi, porta Sogliano a sfiorare il raddoppio con un bel colpo di testa. Il Leeds risponde poco dopo con un’azione, nata da un calcio di punizione sulla sinistra che termina con un colpo di testa di Norman Hunter da distanza ravvicinata. Ma Vecchi fa buona guardia e neutralizza. Un paio di minuti e Vecchi si ripete, con una bella seconda parata, su un insidiosissimo calcio di punizione di Lorimer. Intorno al quarto d’ora c’è la prima decisione arbitrale contestata dagli inglesi. Mischia sul lato destro dell’area rossonera. Mick Jones cerca di tirare e si ritrova a terra. Gli inglesi invocano il rigore. Ma l’arbitro fa proseguire il gioco. Vecchi è sicuramente in stato di grazia. Sua un’uscita di pugno, pochi minuti dopo l’episodio del mancato rigore, che risolve una situazione pericolosa per i milanisti.

Il Milan comunque quando può colpisce con rapide ripartenze e, verso il ventesimo, Bigon costruisce un’azione di contropiede che però Chiarugi non conclude in modo efficace. Sugli sviluppi successivi e il Leeds che si riporta in avanti con un’azione che termina con un pericoloso colpo di testa di Jordan, basso e angolato, sul palo alla sinistra di Vecchi. Però il numero uno rossonero si distende e neutralizza deviando in corner. Ma per il portiere del Milan non c’è neanche il tempo di tirare il fiato: dalla bandierina, il pallone arriva a Lorimer che centra lo specchio della porta con un tiro potente, chiamando ancora Vecchi all’intervento. Il primo tempo continua su questa falsariga. Il Milan gioca di contropiede nelle rare volte che gli è possibile e il Leeds attacca nel tentativo di recuperare lo svantaggio. Si va avanti così fino alla fine della prima frazione di gioco, quando il difensore Paul Reaney effettua una discesa sulla fascia destra e poi crossa al centro per Jordan, lo scozzese del Leeds colpisce bene di testa. Ma Vecchi gli nega la gioia del gol.

Comunque, anche nella ripresa il Milan continua a “pungere” ogni volta che può: le prime due azioni importanti, nei primi cinque minuti del secondo tempo, sono di marca rossonera, prima una bella discesa sulla sinistra di Zignoli che dribbla astutamente Paul Riley e serve Bigon, il quale non riesce a concludere in modo efficace di testa, poi lo stesso Bigon che scende sul lato destro, si accentra, passando in mezzo a due avversari, e fa partire un tiro insidioso di sinistro, costringendo il portiere del Leeds ad una bella parata, con deviazione sul fondo. Qualche minuto dopo, al 53’,  è Chiarugi, “servito” involontariamente e maldestramente da un giocatore avversario (il gallese Terry Yorath) a tentare ancora la via del gol. Al 56’ calcio di  punizione a favore del Leeds. Lo batte Peter Lorimer. Ma il tiro è innocuo e fuori dallo specchio della porta. Vecchi recupera agevolmente il pallone senza grandi problemi. Verso il 60’ Sabadini fa un fallo a mio parere stupido e inutile. Il Milan è in attacco, l’azione è iniziata egregiamente da Rivera sulla sinistra che pesca Chiarugi al centro, poi retropassaggio in verticale per Sogliano che varia sull’altra fascia con un lancio che trova Sabadini. Sugli sviluppi di quell’azione il Leeds riconquista la  palla e Jordan prova a ripartire. Sabadini entra in evidente ritardo su Jordan e lo colpisce con un calcio. L’arbitro estrae il giallo. L’ammonizione ci sta tutta ma una sanzione più severa, secondo me, sarebbe stata esagerata. Un paio di minuti dopo, sugli sviluppi di un corner a favore del Leeds, Jordan cade in area Milan. Ma dalle immagini si evince chiaramente che è stato sbilanciato non dai difensori del Milan, ma dall’intervento di un suo compagno di  squadra: Terry Yorath. Verso il 66’, si verifica un episodio importante.

Il Leeds attacca da destra quando dal limite dell’area Lorimer fa partire un cross.  Benetti e a due passi. Sembra girarsi dall’altra parte per evitare l’impatto del pallone sul viso. Invece il pallone sembra finirgli sul braccio e uscire sul fondo. Per l’arbitro si tratta di corner. È, questa, una fase dell’incontro in cui il Leeds cerca energicamente di rientrare in partita. Al 77’ si registra una provvidenziale uscita di Vecchi che impedisce la finalizzazione a due attaccanti del Leeds: Jordan e Jones. All’80’, Jones entra in area e cade, ma è controllato da Turone e Zignoli con quest’ultimo che anticipa in modo netto e pulito il proprio avversario. La mia impressione è che l’inglese abbia cercato di mettere pressione all’arbitro, inducendolo a fischiare il rigore. Ma, dal mio punto di vista, la giacchetta nera giustamente  assegna un semplice corner. Verso il finale c’è un’ultima occasione di raddoppio del Milan quando Chiarugi, fuori dall’area inglese, fa partire un forte tiro che costringe il portiere avversario alla deviazione in angolo. Poi, poco prima del triplice fischio, Rivera commette un fallo, non particolarmente duro o pericoloso ma non certo all’insegna del fair-play: sulla propria tre quarti si fa rubare palla da Norman Hunter e lo colpisce alla gamba con un calcio da dietro. L’inglese reagisce scompostamente. Va verso Rivera e lo spinge a terra. A quel punto, Sogliano interviene a difesa del suo capitano e scoppia la rissa. Alla fine Hunter e Sogliano vengono espulsi. Poi, c’è ancora tempo per un altro rigore reclamato dal Leeds e un secondo accenno di rissa, quando l’arbitro decide di terminare l’incontro.

Concludo con un mio commento un po’ fuori dal coro e dico che, dalla visione della partita, mi sono fatto l'idea che il Milan fosse superiore al Leeds. Vecchi fece interventi importanti in alcuni momenti del match, ma le azioni inglesi furono spesso sterili e  non furono rari i casi in cui gli attaccanti inglesi non inquadrarono nemmeno lo specchio della porta. Il Milan, invece, si rese protagonista di una serie di azioni pericolose. Rivera non fece una delle sue partite migliori ma fu comunque utile nell’economia della squadra. Chiarugi e Bigon diedero prova di essere superiori ai difensori avversari e di potersi inserire facilmente tra le maglie della difesa inglese, cosa che fece anche Zignoli, in una occasione, partendo da dietro.

Devo dire che leggendo su siti tematici internet ho letto ricostruzioni della partita che non mi sembrano rispondenti a verità. Si parla di un Milan chiuso a “fortino” per 90 minuti e dell’arbitro che lasciò impunemente picchiare gli inglesi dai milanisti. Valutazioni che non mi sembrano assolutamente riflettere il reale andamento della partita. Il quotidiano francese “L’Equipe” arrivò a parlare di vittoria scandalosa del Milan. E c’è, addirittura, chi avanzò l’ipotesi di una corruzione del direttore di gara. Devo ammettere che l’azione del gol rossonero nasce da un probabile fallo subito da un inglese e non rilevato dall’arbitro, il quale, sugli sviluppi di quell’azione, concederà al Milan un calcio di punizione a dir poco generoso. Posso anche aggiungere che recentemente ho rivisto l’intera finale di Coppa Campioni del 1969: la partita in cui il Milan strapazzò l’Ajax di Cruijff, con un Pierino Prati in grande spolvero e un Angelo Sormani che non fu da meno. Ecco, nella finale del 1973, i rossoneri non seppero certo interpretare la tradizione più nobile del “catenaccio” di quattro anni prima. E, a scanso di equivoci, preciso che quando dico “nobile tradizione del catenaccio”, lo dico con sincero intento elogiativo, perché, dal mio punto di vista, la finale del 1969 fu un vero capolavoro. Ma, pur ammettendo che i rossoneri a Salonicco furono decisamente meno brillanti, analizzando il complesso della partita del 1973, tra Milan e Leeds, la vittoria del Milan ci può anche stare senza gridare allo scandalo.

I resoconti sulla partita che ho letto, a mio parere sono eccessivamente severi. Parlano di quasi 90 minuti di catenaccio del Milan dopo il gol di Chiarugi, al terzo minuto. Io non sono un tifoso del Milan e quindi il mio è un giudizio imparziale, magari non condivisibile ma sicuramente imparziale. Secondo me, il Milan ha cercato il raddoppio per almeno due terzi della partita. Ne sono prova l’azione di Bigon e Chiarugi del primo tempo, verso il 20’ e, soprattutto, le tre azioni milaniste tra il 46’ e il 53’, sempre di Bigon e Chiarugi ( grande occasione, in particolare l’occasione di Bigon). Poi, probabilmente, è prevalsa la prudenza e la volontà di preservare il vantaggio. Il Leeds ha esercitato una maggiore pressione offensiva: non ho contato i corner ma direi che c’è una differenza di 6 o 7 calci d’angolo a favore degli inglesi (forse anche di più). Vecchi è stato impegnato numerose volte ma, sinceramente, non ricordo interventi miracolosi. Interventi del tipo che ti portano a dire che il portiere ha salvato il risultato.

Unica eccezione, forse una provvidenziale uscita a terra, al 77’, nell’area piccola dove il numero uno rossonero anticipa due attaccanti del Leeds. La parata più impegnativa dell’incontro , secondo me, è stata invece quella del portiere del Leeds sul tiro di Bigon, intorno al 50’. Parata importantissima  perché ha impedito il raddoppio del Milan. Tra l’altro, situazione che si ripete (anche se meno clamorosa) negli ultimi minuti di gioco quando Chiarugi, con un forte tiro dalla distanza, costringe di nuovo il numero uno inglese alla deviazione sul fondo.

Gli episodi oggetto delle decisioni arbitrali contestate potevano essere sicuramente interpretati anche in modo diverso. Ma, un rigore reclamato dagli inglesi era assolutamente inesistente (Jordan cade in area milanista perché “caricato” da un compagno di squadra), un altro reclamo inglese (un presunto fallo di mano di Benetti  a seguito di un tiro ravvicinato) può anche non essere fischiato, poi sul finale c’è ancora un reclamo ma l’azione è poco chiara e certezze, a mio parere, non ce ne sono. Insomma, partita sicuramente aperta a più interpretazioni e valutazioni ma non ho trovato nulla di scandaloso nella vittoria dei milanisti.

IL TABELLINO DELLA FINALE.

Salonicco. 16 maggio 1973. Milan-Leeds 1-0.

Stadio Ethniko Kaftanzogleio (40.154 spettatori)

Arbitro: Christos Michas.

Marcatori: Chiarugi, 5’.

Milan: Villiam Vecchi, Giuseppe Sabadini, Giulio Zignoli, Angelo

Anquilletti, Maurizio Turone, Roberto Rosato, Gianni Rivera, Romeo

Benetti, Riccardo Sogliano, Alberto Bigon,  Luciano Chiarugi. Allenatore:

Nereo Rocco.

Leeds United: David Harvey, Paul Reaney,Trevor Cherry, Mick Bates, Paul

Madeley, Norman Hunter, Frank Gray, Terry Yorath, Peter Lorimer, Joe

Jordan, Mick Jones. Allenatore: Gordon McQueen.

Foto WIKIPEDIA 

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Laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Studi Post-Laurea, nel 2004 e nel 2005, presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Ginevra, nell’ambito del DEA (Diplôme d’Etudes Approfondies) e, nel 2017, al St Clare’s College di Oxford (Teacher of English Language and Literature). Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora per il Dipartimento dell’Istruzione Pubblica del Cantone di Ginevra. Pubblicazioni: “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, Fratelli Frilli Editori, 2004. “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Nuova Editrice Genovese, 2017. “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019. “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020. Seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova” Urbone Publishing, 2020. Coautore di “Imbarco Immediato. Didattica della Lingua Italiana”, Fanalex Publishing, Ginevra, 2021. “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”,  Urbone Publishing, 2021. “Il Calcio Anni ’70. Primo Volume 1969-1974”, Urbone Publishing,  2022. «Les Suisses Pionniers du Football Italien», Mimésis Éditions France, 2022. Terza edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2022. Ha scritto anche numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893.” e “GliEroidelCalcio”. I suoi libri fanno parte delle collezioni della Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, della Biblioteca Nazionale Svizzera di Berna, dell’Università di Friburgo, della Società Dante Alighieri di Basilea, della Biblioteca dello Sport di Ginevra e della Civica Biblioteca Berio di Genova. Prossima uscita editoriale: Massimo Prati, «Il Calcio Anni ‘70. Secondo volume, 1975-1977», Urbone Publishing.

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