"Polvere di stelle...", l'inaugurazione dell'Olimpico il 17 maggio 1953 - Gli Eroi del Calcio
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“Polvere di stelle…”, l’inaugurazione dell’Olimpico il 17 maggio 1953

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Mario Cantoresi) – È la Domenica del 17 maggio 1953.

Per Roma è un giorno particolare, c’è euforia, allegria, speranza, eccitazione.

L’aria è calda e profumata come solo le primavere romane di una volta sapevano essere.

Nella Capitale è in programma la partita Italia – Ungheria valevole per la 7 giornata della quinta “Coppa Internazionale di Calcio”.

Il prezioso tagliando della gara

Di per sé l’incontro conta poco, il torneo è ormai già stato vinto con un paio di turni d’anticipo dalla grande Ungheria, ma la partita assume valore simbolo elevatissimo perché con essa di celebra l’inaugurazione dello “Stadio Olimpico” di Roma che, sette anni dopo, nel 1960, avrà l’onore di ospitare i XVII Giochi Olimpici dell’epoca moderna.

Saranno le Olimpiadi che esalteranno nel mondo la bellezza di un’Italia prospera e rinata a nuova vita dopo le immani distruzioni morali e materiali patite durante la Seconda Guerra Mondiale.

Per la cronaca Il risultato finale dell’incontro è un netto 3 – 0 per l’Ungheria ma non importa nulla: è festa grande per tutti.

Per L’Aranycsapat, che si conferma la squadra da battere ai prossimi mondiali del 1954 in Svizzera.

Per i giocatori italiani che, pur battuti, hanno potuto affrontare campionissimi come Puskas, Kocsic, Grocsis, Czibor.

Per Roma Eterna che finalmente avrà un tempio sportivo degno della sua bimillenaria grandezza.

Una piccola curiosità: la squadra Magiara, nei giorni precedenti l’incontro, era stata ospite in un albergo di Ostia a Mare, sul litorale romano.

All’epoca Ostia era bellissima e piena di allegria e gioventù.

Per questo motivo, venerdì 15 maggio 1953, i giocatori ed i dirigenti ungheresi, dopo aver pranzato vollero fare una lunga passeggiata rilassante sul litorale romano.

Fu in quell’occasione che venne scattata la foto a corredo di questo post.

Nell’immagine in bianco e nero è possibile riconoscere Kocsic, Palotas, Il padre della mia amica Grocsis Edìna, ovvero il famoso portiere Grocsis Gyula, Budai… e poi altri ancora che non conosco sin fino ad arrivare alle ultime due persone a destra, che sono il Mister Sebes Gusztáv ed il mitico Puskás Ferenc, all’epoca il giocatore più forte del mondo.

È una foto bellissima che lascia sognare.

Cos’altro aggiungere se non una semplice constatazione: è proprio vero, prima o l’oceano del tempo ci restituisce tutto quello che ingenuamente credevamo fosse andato perduto.

 

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Laureato in Economia e Commercio all’Università La Sapienza di Roma, è un autore, sceneggiatore e attore teatrale. Mario non ama parlare molto di sé, preferisce spendere le sue parole per i personaggi delle storie che racconta e che porta in scena. Adora due cose in particolare: le scarpe da running e le strade del mondo. Ed è così che trova i suoi incredibili personaggi, o forse, più esattamente, sono loro che vanno a cercare Mario, perché ne percepiscono le affinità elettive. Così facendo egli ruba prezioso spaccati di vita dai suoi viaggi, spaziando dalle Regioni della Mitteleuropa, quella da cui, perdendosi fra le acque dell’amato Danubio, non farebbe mai ritorno, ai tramonti meravigliosi dell’Africa, fino alle grandi distanze della Russia, Nazione che ama e da cui è ricambiato incondizionatamente. Distribuisce poi il “suo bottino” trascrivendo il caleidoscopio di vite, sensazioni ed emozioni, a beneficio dei suoi lettori. Un autore, Mario Cantoresi, capace di toccarti nel profondo e lasciarti qualcosa di unico e prezioso dentro.

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