Le Provinciali in Serie A - Mantova, una cavalcata storica da incorniciare
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Le Provinciali in Serie A – Mantova, una cavalcata storica da incorniciare

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Francesco Quattrone) – Il Mantova entra nella storia del nostro calcio grazie ad un’impresa straordinaria: dalla quarta serie fino alla Serie A in soli quattro anni.

La prima stagione di serie A, infatti, nel campionato 1961\62, alla guida c’è ancora Fabbri (futuro C.T. azzurro)  che dopo i successi precedenti viene riconfermato dal presidente Nuvolari. Arrivano nel club biancorosso il brasiliano Sormani (16 reti al suo primo  campionato) e lo svizzero Allemann. L’esordio al Comunale di Torino contro la Juventus di Sivori, Charles e Stacchini, finisce 1 a 1 con  reti di Charles e Allemann.

 Fabbri schiera: Negri, Corradi,  Gerin, Tarabbia,  Cancian,  Longhi, Allemann, Giagnoni, Sormani, Mazzero e Ricagni. Si classifica  in campionato all’8° posto con 12 vittorie, 8 pareggi e 14 sconfitte.

 L’anno successivo Nuvolari  fa arrivare in  panchina l’ungherese  Hidegkuti, la squadra  cambia  poco  rispetto  all’anno  precedente.  Esordio allo  stadio ‘’Martelli’’ ospita  l’Inter  del ‘’mago’’  Helenio Herrera, finisce  sullo 0 a 0. Si piazza al  nono posto in compagnia  di altre 3 squadre con un ruolino di  8 vittorie, 14 pareggi e 12 sconfitte,   Sormani  si conferma  ancora cannoniere della squadra con 13 reti.

Nella stagione 1963\64 sulla panchina siede Bonizzoni ed  arrivano il ‘’tedesco’’ Schnellinger, Jonsson, Nicolè e Mazzero.   Vengono  ceduti   Sormani, Negri e Allemann.  All’esordio casalingo  incontra il Milan e non c’è storia: finisce 4 a 1 per i rossoneri. Si piazza al 13° posto dopo 6 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte.

Nel campionato 1964\65, cambio di presidenza, Previdi prende  il  comando affidando  la panchina a  Giacomo Mari. Il mercato biancorosso  è bello movimentato, in entrata  Di Giacomo, Ciccolo, Volpi , in uscita Schnellinger, Nicolè e Pini. Stagione da dimenticare fin dall’inizio contro il Torino, perde 2 a 0.  Il rullino di marcia parla chiaro: 20 sconfitte, 7 pareggi e 7 vittorie e  con 40 reti subiti non si evita la retrocessione in serie B. Previdi lascia la presidenza.

Ritorna subito  in A nella stagione 1966\67.  Zenesini riprende  nuovamente la squadra  e  la consegna nelle mani  di Cadè.   Alla prima in casa  pareggia con il  Bologna per 1 a 1. Disputa un buon campionato si piazza nono in classifica,  dietro il Milan.

6 vittorie 22 pareggi e 6 sconfitte. Tra le vittorie c’è quella con l’Inter per 1 a 0 con la papera del portiere Sarti, che consegnò lo Scudetto nelle mani della Juventus. Lo sottolinea in quella circostanza Giagnoni (Gazzetta dello Sport del 2 giugno 1967): “Alla Juventus lo scudetto possiamo dire di averlo regalato noi” 

Nella stagione 1967\68  rimane la coppia Zenesini e Cadè,  Zoff  viene ceduto al Napoli. Arrivano  a Mantova:  Bandoni,  Girardi,  Micheli e Bercellino. Ancora una vola Torino porta male alla prima giornata, questa volta battuta dalla Juventus per 3-1. Rispetto alla stagione 1964/65 vince solo in tre circostanze (11 pareggi e 16 sconfitte) ma lo stesso esito: la retrocessione in cadetteria dove rimane fino al 1970\71.

Nel campionato 1971\72, nuovamente in Serie A, Zenesini  affida la panchina a Lucchi,  nel corso della stagione  gli subentra Uzzecchini. Qualche arrivo come  Badiani, Maddè, Bertuolo. La bestia nera Torino al debutto diventa fatale anche fra le mura amiche (2-1). Si ritorna in Serie B dopo 6 vittorie, 9 pareggi e 15 sconfitte.

Un percorso storico del Mantova stile ascensore ma con quel DNA da grande squadra e scopritrice di talenti, su tutti da ricordare tre protagonisti: Jonsson, Giagnoni e Dino Zoff

Fra i tanti campioni che hanno giocato a Mantova vado a citare Gustavo Giagnoni una vera colonna, giocò in due riprese la prima dal 1957 al 1964 la seconda dal 1965 al 1968. Mi piacerebbe tanto mensionarli tutti ma non voglio andare piu’ di tanto.

Oggi il Mantova calca gli stadi della Serie C.

 

Foto WIKIPEDIA

IN COLLABORAZIONE con Santo Quattrone

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Nato a Rossano (Cosenza), classe 1993, Giornalista e telecronista. La passione per il calcio nasce fin da piccolo, una sorta di seconda vita.

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