Italia-Austria, quando la rivalità andava oltre il calcio - Gli Eroi del Calcio
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Italia-Austria, quando la rivalità andava oltre il calcio

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Francesco Gallo) – In attesa della partita contro gli austriaci agli Ottavi di finale di questa edizione degli Europei, riviviamo due delle più significative partite tra le due nazionali che anticiparono battaglie sui campi di guerra.

AUSTRIA – ITALIA: 5-1 (3 luglio 1912)

Nel 1912, la prossima nascita del CONI ufficializzò l’inizio dell’avventura italiana alle Olimpiadi. In occasione dei Giochi di Stoccolma, il Comitato era riuscito a strappare al governo 25.000 lire, alle quali si erano aggiunte anche le 5000 del re. Giolitti fece però sapere che i cavalieri e i tiratori impegnati in Africa non sarebbero stati disponibili per le gare, neanche quelle calcistiche.

          Fra i 14 calciatori affidati al giovane segretario federale, Vittorio Pozzo, allora ventiseienne, c’erano anche De Vecchi, Berardo, Campelli e Milano I. Sconfitti all’esordio contro la Finlandia, ci toccò dunque il torneo di consolazione, dove giungemmo fino in semifinale. Lì ci aspettava l’Austria. Sconfitti per 5-1, i calciatori in campo non potevano però immaginare che due anni dopo alcuni avversari se li sarebbero ritrovati in campo sul fronte opposto e con i fucili spianati nella Grande guerra.

          In realtà, una malcelata inimicizia con gli austro-ungheresi serpeggiava già da alcuni anni, come si era visto in occasione di un’amichevole contro l’Ungheria. Francesco Giuseppe aveva da tempo consentito ai diversi popoli del suo variegato Impero di coltivare nello sport l’impronta nazionalistica. Così, in occasione, della sfida calcistica, il viaggio degli azzurri si preannunciava lungo e difficile.

          Il tratto in treno fino a Trieste fu arrestato dalla polizia austro-ungarica, la quale, con la scusa di scortare i giocatori dalla stazione al porto, impedì che gli irredentisti giuliani usassero il passaggio degli italiani per sventolare il tricolore o per invocare, al grido di O Trieste o nulla! l’apertura della tanto sospirata Università italiana a Innsbruck, dove per questo motivo nel 1904 si erano verificati duri scontri con i gendarmi locali. Scontri durante i quali finirono in manette diversi irredentisti italiani, tra cui Cesare Battisti e Alcide De Gasperi.

ITALIA – AUSTRIA: 2-0 (24 marzo, 1935)

In occasione della Coppa Internazionale, la madre dei futuri Europei, l’Italia campione del mondo (e futura campionessa olimpica) nel 1935 tornò ad affrontare l’Austria di Hugo Meisl, ormai consacrata Wunderteam per l’eleganza del gioco e per la sua capacità di sbalordire per la modernità delle idee. Visto che Meazza aveva il piede gelato, Pozzo al suo posto convocò il ventunenne Silvio Piola, a cui Meisl, il vecchio mago austriaco, predisse un grande futuro. Non sbagliò: il ragazzo pavese con 364 gol diventerà l’attaccante italiano più prolifico di tutti i tempi.

          Quel giorno sarà infatti proprio Piola a segnare la doppietta che consegna la vittoria (2-0) agli azzurri. Con il risultato in cassaforte, però, l’arbitro sospese la partita perché aveva completamente perso di mano la situazione. In pratica c’era una rissa ogni tre minuti. Lo scontro continuerà fuori dallo stadio tra fascisti italiani e antifascisti austriaci. Sputi, insulti e saluti a pugno chiuso precedettero lo scontro militare di qualche anno dopo sul campo di battaglia spagnolo a Guadalajara.

          Gli strascichi della partita si riverberarono fino due anni dopo, in occasione di una partita di Mitropa Cup — che nel 1939 L’Enciclopedia illustrata del calcio italiano ha definito «Il più singolare e combattivo dei tornei a squadre che spesso e per diverse ragioni ha dato luogo ad incidenti deplorevoli» —, tra Admira Vienna e Genoa. La sfida degenerò presto in un incidente diplomatico. Durante la gara di andata erano scoppiate in campo due risse dopo che l’arbitro aveva fischiato un rigore dubbio per gli austriaci. Partita sospesa e tripla frattura della mandibola per il centrocampista rossoblù Arrigo Morselli. Per questo motivo, Benito Mussolini in persona, vietò l’organizzazione del match di ritorno e i giocatori viennesi furono respinti alla frontiera.

Foto dal libro La Nazionale Italiana, m’ Litograph – Firenze 1977

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Nato a Cosenza, classe 1985, è storico, regista cinematografico e scrittore. Autore di diversi saggi e documentari sulla storia dello sport, è anche membro della Siss e dell'Anac. Da qualche anno lavora come supplente a Torino e ha da poco fondato la propria casa di produzione.

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