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Maradona e Best, miti oltre il campo di gioco

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Il calcio non è solo uno sport bensì anche uno spettacolo. Ed è per questo che la storia della disciplina più seguita del mondo è fatta non solamente di vincitori assoluti ma anche di personaggi che, nonostante i pochi titoli conquistati, sono riusciti ad andare ben oltre le statistiche. Nel periodo tra gli anni ’60 e gli anni ’90, probabilmente l’ultima epoca romantica di un calcio oggi troppo legato al business e poco alle sensazioni primordiali, vi sono stati due calciatori che hanno fatto sognare il mondo intero del pallone riuscendo a portarsi ben oltre i semplici dogmi dello sport. Parliamo di George Best e di Diego Armando Maradona, i quali hanno creato attorno a loro un mito gigantesco, quasi come se fossero delle stelle del rock. Il tutto si è inoltre gonfiato ulteriormente dopo le loro morti, l’ultima delle quali è stata quella del campione argentino.

Best, nato in una città difficile come Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord, ha rappresentato per l’isola britannica il calciatore di talento che poco aveva a che fare con le restrizioni alle quali dovevano sottoporsi i professionisti. Interprete assoluto del personaggio fatto di genio e sregolatezza, il nordirlandese avrebbe fatto la fortuna del Manchester United, oggi tra le favorite alla vittoria della Premier League secondo le quote disponibili per le scommesse live. Con i Red Devils Best conquistò anche la prima Coppa dei Campioni, oggi chiamata Champions League, della loro storia nel maggio del 1968. La vittoria da protagonista di questo trofeo servì al numero 7 dello United per aggiudicarsi anche il Pallone d’oro dato quell’anno, a dimostrazione del suo ottimo operato. Dotato di un dribbling fulminante e di una tecnica individuale sopraffina, Best avrebbe illuminato la scena di luce propria dal 1966 al 1972 prima di eclissarsi rapidamente proprio come una Supernova nel firmamento. Giudicato come poco professionale per via dei suoi comportamenti eclettici e per la sua vita mondana, l’ex United sarebbe però rimasto nella storia come il primo calciatore ad avere un trattamento da rock star.

In parte simile a Best ma cresciuto in un ambiente più familiare, Maradona sarebbe stato invece un mito in grado di innamorare il mondo intero. La sua vittoria ai mondiali del 1986 con la nazionale argentina da autentico protagonista lo proiettò nell’Olimpo del calcio. Il suo comportamento dentro e fuori dal campo era quello di un vero leader popolare, il che gli permise di trionfare persino in un club come il Napoli che fino al suo arrivo nel 1984 aveva conquistato appena due coppe nazionali. In possesso di un istinto calcistico unico, il mancino argentino ha rappresentato un unicum nel suo genere di calciatore legato alle cause più difficili. A parte due parentesi non troppo lunghe al Boca Juniors e al Barcellona, Maradona ha infatti creato il suo mito facendo grande una squadra come il Napoli e trionfando con attorno pochi umili soldati. Lui e Best, ancora oggi, sono modelli irraggiungibili.

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