Ronaldo "il Fenomeno": "Dopo l'infortunio credevo di essere ancora velocissimo" - Gli Eroi del Calcio
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Ronaldo “il Fenomeno”: “Dopo l’infortunio credevo di essere ancora velocissimo”

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1976 Ronaldo

Ronaldo, il Fenomeno, è stato intervistato da Alex Del Piero per Sky Sport.

Il brasiliano è tornato su alcuni momenti della sua carriera, le fasi più importanti, e sull’evoluzione del calcio. Inter, Real Madrid, Barcellona e Milan le squadre che lo hanno visto protagonista …

Sono sempre stato molto umile e trasparente. In Italia abbiamo vissuto un’epoca incredibile. L’Italia mi mancherà sempre. Sono molto legato all’Inter e al Real Madrid. Al Barcellona ho vissuto un anno straordinario, ma la storia è finita male, perché non sono riuscito a rinnovare il contratto. Poi, sono anche andato al Milan, ma prima di andare lì, ho provato a tornare all’Inter; ho chiamato Moratti, ma non è successo nulla. Al Milan ho provato a recuperare, ma non ero già in fase calante. In ogni, caso è stata è un’esperienza incredibile; il Milan era sempre stato avanzato nella tecnologia, nelle infrastrutture, negli allenamenti. Lavoravano molto meglio degli altri, erano 4/5 anni avanti agli altri. Gol all’Inter con la maglia del Milan? Era una provocazione, ma non so riferita a chi. Però, sei giovane e fai queste cose, anche se il mio rapporto con l’Inter sarà sempre bellissimo

Il calcio è migliorato tantissimo nella preparazione fisica. Rispetto a come mi allenavo io, le sessioni di allenamento sono cambiate tantissimo. A me faceva male correre per un’ora, io volevo fare tanti scatti durante la partita. Credo che abbiamo trovato un livello fisico altissimo in tutto il mondo: adesso non si trovano più giocatore lenti. Non si trova un numero 10 come Guti, che faceva girare la palla e prediligeva la tecnica. La nostra generazione era caratterizzata da molta più tecnica. C’erano giocatori importanti in ogni squadra, che potevano cambiare la storia di una partita

Non poteva mancare un riferimento agli infortuni: “L’infortunio al ginocchio mi ha condizionato. Mi sono ritrovato nella condizione di ricostruirmi con le qualità che avevo. Io non sapevo se potevo recuperare, perché, nel mio caso, non avevo uno storico di una lesione di questo tipo. Poi, la testa fa tanto: se non hai più qualcosa che ti porta fiducia, devi adattarti diversamente per essere decisivo nelle partite e negli allenamenti. Nella mia testa ero ancora molto veloce”.

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