Alessandro Amorese:”I miei amori? Le foto e la Massese” - Gli Eroi del Calcio
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Gli Eroi del Collezionismo

Alessandro Amorese:”I miei amori? Le foto e la Massese”

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Il nostro viaggio tra le collezioni e i collezionisti oggi fa tappa a Massa … la Nizza della Toscana.

L’oggetto del “desiderio” oggi sono le fotografie …

Un attimo consegnato all’eternità: questa è la forza di una fotografia, rendere eterno un momento che altrimenti sarebbe volato via…

Questo è il senso della collezione di Alessandro Amorese, un amico de GiEroidelCalcio

Chi è Alessandro… “Ho 47 anni, sposato, padre di tre figli, laureato in Scienze Politiche e sono il fondatore e direttore della casa editrice Eclettica Edizioni”.

In primis … come nasce il tuo amore per il calcio e per la Massese, la squadra del tuo Cuore?

Nasce da bambino, come per molti miei coetanei (le figurine, novantesimo minuto, le coppe in tv, quel sapore che oggi non c’è più). Alle Elementari ci regalarono l’abbonamento per lo stadio, fu l’anno di Chiarugi e Speggiorin, con la Massese che vinse il girone dell’Interregionale tornando in C. Mio babbo e mio nonno si alternavano per portarmi allo stadio degli Oliveti che, da un paio d’anni, grazie anche al mio impegno, è intitolato al grande Giampiero Vitali.

Cosa rappresenta la Massese e come entra nella tua quotidianità?

Si tratta di una questione di pelle, di identità. È uno di quegli amori che non puoi lasciare, è impossibile. Una passione senza categoria. Nella quotidianità è presente a seconda dei periodi, oggi il tempo è minore di anni fa ma cerco di ritagliarmi il tempo sufficiente per mantenere costante sia l’interesse alle vicende (tristi) contemporanee sia quello per la nostra storia. Anni fa fondammo l’associazione ‘La Massese nella storia’ e siamo sempre alla ricerca, difficilissima, di cimeli.

Cosa collezioni e come diventi collezionista?

I piani sono diversi ormai. Il collezionismo nasce soprattutto grazie a Supertifo. Infatti la mia prima collezione riguarda le cosiddette ‘fototifo’. Sono i tempi della corrispondenza via lettera, delle interurbane e del telefono a gettoni. Una immensa galassia di persone che riempivano le buche delle lettere, quotidianamente. Con molti dei corrispondenti siamo rimasti amici, con alcuni sono molto legato. E, in qualche modo, la collezione va avanti ma solo per determinate squadre, tifoserie o annate. Come per le figurine in ogni stagione c’è la partita sguarnita di testimonianza fotografica. Al tifo ho aggiunto tutto ciò che riguarda la Massese (dal’19 in poi) ed anche altre squadre toscane (ma non solo) …

Tu sei stato anche fotografo…

Decisamente ed aggiungerei per fortuna: intanto la passione per la fotografia mi ha sempre accompagnato (a prescindere quindi dal calcio), poi se non avessi scattato direttamente io in molte occasioni non ci sarebbe alcuna immagine negli archivi. Ho scattato con una certa costanza dal 1988 a tre stagioni fa. Non solo a Massa ma anche in giro per Toscana, Liguria, ecc. Ho pubblicato su Gazzetta, Guerin Sportivo, ecc. Quindi ho unito l’amore per la fotografia all’arricchimento del mio archivio.

 Quali i pezzi che reputi migliori e quale il pezzo a cui sei più legato?

In realtà non c’è una vera e propria classifica del cuore in questo ambito di collezionismo (non è tra l’altro il mio unico genere di raccolta), ma forse si è legati più ad un periodo o delle situazioni. Personalmente ritengo i pezzi più importanti quelli che hanno ‘girato’ meno o per nulla. Oggi pubblicare una foto rara o inedita sui cosiddetti social è da considerarsi un grave errore per un collezionista, che quantomeno dovrebbe conoscere il valore della ricerca che non è evidentemente solo pecuniario. E le foto che in pochi hanno visto sono spesso quelle di partite che non riguardano promozioni, esodi, partite di cartello. Per esempio adoro le partite di coppa Italia o le amichevoli estive. Il problema è che spesso si tratta di partite in cui quasi nessuno ha scattato. C’è il rovescio della medaglia.

Gli anni più belli sono quelli che precedono il periodo del cosiddetto ‘calcio moderno’, ma in particolar modo, almeno per me, gli anni ’70, quando negli stadi incominciava un certo tipo di cultura popolare e l’inizio del tifo organizzato. Ma il mondo italiano (e non solo) del pallone era fatto da personaggi irregolari, unici, romantici…la maggior parte di essi oggi non potrebbe giocare nelle squadre più blasonate ma forse in nessuna della massima categoria.

Qualche aneddoto particolare di come sei arrivato a “mettere le mani” su un determinato pezzo (episodio divertente o drammatico, singolare, irripetibile etc.)

Ne racconto solo uno ma che calza a pennello per comprendere come questo genere di collezione spesso si scontri con un certo tipo di disinteresse da parte di chi dovrebbe avere almeno la volontà di valorizzare (in alcuni casi proprio di conservare) il proprio lavoro di decenni. Infatti i fotografi calcistici hanno a volte atteggiamenti strani, riscontrati in ogni zona dello stivale. Ma per fortuna non sono tutti così. Insomma dopo anni (sottolineo anni) di corteggiamento (educato e mai assillante) un fotografo locale mi dice di avere qualcosa per me e mi chiede di presentarmi nel pomeriggio al suo studio. Appena entro penso di trovarlo impegnato in alcune pulizie ma quei sacchi neri che vedo in terra sono invece una parte di quello che lui chiamava ‘archivio’: trattasi di alcuni sacchi da immondizia con migliaia di negativi arrotolati senza nessuna indicazione, ovviamente, di anno o partita. Non ho battuto ciglio, ho ringraziato ed anche trovato immagini interessanti. Peccato che, almeno a sentire il vecchio fotografo, la maggior parte di trent’anni di fotografia sia finita veramente nell’immondizia…Non ci sono parole per questi delitti. La stessa cosa, sia il sottoscritto che tanti amici in tutta Italia, ci siamo sentiti dire dai fotografi o dai figli. Ci sono invece tanti professionisti, orgogliosi della propria attività, che hanno macinato chilometri e sviluppato migliaia di rullini e sono a disposizione di noi collezionisti, come di archivisti e editori. Un nome su tutti: il grande Claudio Carra di Parma, un vero signore.

Cosa cerchi ancora, cosa vorresti assolutamente avere?

Tutto quello che mi manca. Ci sono alcune foto stregate. Una su tutte? Un Gubbio-Massese del 1990. Tra i fotografi del posto pare sia una partita invisibile, eppure fu la prima della stagione: uno di essi ha guardato più volte l’archivio ed è l’unica che manca di quella annata, un altro è mancato ma tutto il materiale è stato donato alla biblioteca comunale che non trova quella partita. I giornali locali non hanno nulla…Stranezze che chi colleziona da anni è abituato ad affrontare. Se ci fosse tutto e subito che gusto ci sarebbe?

Nella tua attività editoriale concedi molto spazio a quello che hai descritto, che novità ci puoi raccontare?

La mia casa editrice ha una collana dedicata al calcio (si chiama Spalti gremiti) ed una alle sottoculture. A proposito di questo, con l’autore ed amico Mauro Bonvicini abbiamo fondato il trimestrale Fuori Gioco, dedicato alla storia del mondo delle curve italiane ed europee, alle vicende del movimento ultras non oltre il 1999 il tutto intrecciato con tematiche come la musica, la comunicazione e tanto altro. Nel primo numero, appena uscito, troviamo uno speciale sulle fanzine, nel prossimo su Italia ’90.

Un consiglio a chi voglia oggi intraprendere una collezione come la tua…

Partite dai fondamentali. Cercate gli anziani, cercate negativi e diapositive. E armatevi di tanta pazienza.

Un appello finale ai fotografi che per anni hanno calcato i campi di calcio: non siate timidi, i collezionisti servono anche a rendere eterno il vostro lavoro di anni. Ai figli, alle mogli, ai nipoti di fotografi che non ci sono più: salvate il materiale dei vostri padri, mariti e nonni. Se proprio volete disfarvene, donatelo alle Biblioteche comunali che con il tempo lo metteranno a disposizione di studiosi e collezionisti. Ma siate disponibili verso chi cerca materiale per collezione, è anche un modo di rispettare e valorizzare la memoria dei fotografi. Gli Eroi del calcio potrebbe lanciare un censimento.

Grazie Alessandro

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Classe ’68, appassionato di un calcio che non c’è più. Collezionista e Giornalista, emozionato e passionale. Ideatore de GliEroidelCalcio.com. Un figlio con il quale condivide le proprie passioni. Un buon vino e un sigaro, con la compagn(i)a giusta, per riempirsi il Cuore.

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