Giuseppe Giannini: "Mi emoziono quando sento l'inno della Roma"
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Giuseppe Giannini: “Mi emoziono quando sento l’inno della Roma”

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Giuseppe Giannini: i racconti del Principe

Giuseppe Giannini ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta Dello Sport in cui ha raccontato com’è iniziata la sua passione, l’esordio con la maglia giallorossa ed altri aneddoti. Ecco le sue parole:

“Ho avuto uno zio che era laziale e all’inizio mi portava a vedere le partite dei biancocelesti. Mio padre invece chiaramente romanista. Si è accesa questa passione, questo affetto e questo amore per questi colori. Quando sento l’inno, quando si vede la sciarpata dei tifosi della Roma, anche quando sono a casa mi emoziono.” 

La scaramanzia di Liedholm 

“Il primo gol è stato con la Fiorentina in casa. Su un lancio di Bruno Conti, sono riuscito a calciare al volo proprio sotto la sud. Feci un gran gol. In Serie A ho esordito all’Olimpico contro il Cesena e perdemmo 1-0. Liedholm mi fece entrare e perdemmo e lui era un personaggio molto scaramantico e quindi pensava l’ho fatto entrare e non è andata bene. Poi quando Falcao andò via presi il suo posto e iniziò la mia carriera.”

Il Principe: elegante e freddo 

“Quando stai là dentro ti trasformi, se sei romanista e se sei romano, è normale che questa passione la senti addosso. È un vestito che hai per sempre. Quando le cose vanno bene, tutti ti vogliono bene. Quando le cose vanno meno bene, tu sei il primo ad essere accusato di non essere all’altezza. Quanto c’era una contestazione, io ero il primo ad andare a parlare ai tifosi. L’hanno fatto tutti i grandi Capitani: De Rossi, Di Bartolomei, Totti. Alcuni tifosi pensavano che il soprannome di “Principe” mi fosse stato dato perché apparivo sempre distaccato dal contesto. In realtà era per l’eleganza che io avevo nella corsa e nel calciare.[…]”

[…]Il rapporto con Totti 

“Totti mi vedeva come il suo idolo. Io avevo più confidenza con Fiorella la mamma e con Riccardo, il fratello, piuttosto che con lui. E anche Mazzone mi trasmetteva questa responsabilità, mi coinvolgeva nelle scelte che lo riguardavano. Mi diceva parlaci te. Anche quando voleva comprare la Golf GT era preoccupato e io gli ho risposto che se voleva comprarsela era giusto così perché io avevo preso la Mercedes come prima macchina.”

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