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Stasera su Rai 1 il docufilm “Er go’ de Turone era bono”

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Un documentario sul gol negato a Maurizio Turone nel 1981 che valse uno scudetto …

Il 10 maggio 1981, al Comunale di Torino si gioca Juventus-Roma. C’è in ballo lo scudetto. Al 72° minuto, quando le due squadre sono ancora 0 a 0, Maurizio Turone della Roma fa un gol di testa. L’arbitro Paolo Bergamo convalida, ma immediatamente intercetta con lo sguardo la bandierina gialla del guardalinee Sancini, decreta il fuorigioco e annulla il gol. Restano 0 a 0 e la Juve vince lo scudetto. la polemica dilaga e l’episodio è visto e rivisto alla moviola. Ferita lacerante e ancora aperta, il gol di Turone è il soggetto del documentario diretto da Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet, nel quale immagini di repertorio e accesi dibatti d’epoca si mescolano a nuove interviste e testimonianze, nelle quali scendono in campo i protagonisti, da Turone a Bergamo e Sancini, a Prandelli, Marocchino, Pruzzo, Conti, ecc., per tentare di rispondere sempre a quella domanda: ma il gol di Turone era buono?

Er gol de Turone era bono. Er gol de Turone era bono. Er gol de Turone era bono. Se lo ripeti tre volte davanti allo specchio, ad occhi chiusi e magari con indosso la maglia e la sciarpa della Roma, puoi risalire la spira di dolore e rammarico e rabbia che giù giù ti riporta a quel 10 maggio 1981. Ogni squadra, con la sua casta sacerdotale di tifosi, ha la propria Caporetto emotiva, l’abisso buio dentro il quale nessuno vuole guardare: l’Inter il 5 maggio 2002 (che non è più il giorno della morte di Napoleone), il Milan il 25 maggio 2005 (che non è più il giorno dell’annuncio del Programma Apollo da parte di Kennedy), la Lazio undici anni di Serie B. La Roma e i romanisti hanno quel 10 maggio 1981, che non è più il giorno in cui Amerigo Vespucci partì per il suo primo viaggio nel Nuovo Mondo, J. Edgar Hoover fu nominato direttore dell’FBI e in Giappone venne lanciato Pac-Man, no, il 10 maggio è stato, è e sarà per sempre il giorno del gol di Turone.
Lo ricordano tutti. Chi c’era allo stadio e chi no. Chi è venuto dopo e chi arriverà più avanti. Gioiscono e negano gli juventini Domenico Marocchino, Luca Beatrice e Paolo Rossi. Si deprimo e attaccano i romanisti Enrico Vanzina e Paolo Calabresi. E poi tutti gli altri: Riccardo Viola, Alberto Maldolesi, Cesare Prandelli, Roberto Pruzzo, Paulo Roberto Falcão. E, in un’epifania finale, Maurizio “Ramon” Turone. Questi sono alcuni dei nomi e delle emozioni messe in fila dai registi Francesco Micciché e Lorenzo Rossi Espagnet per Er gol de Turone era bono, documentario presentato nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma 2022. Quindi, il gol era buono?
Forse è come dice Enrico Vanzina: eravamo lì in ventimila, e la verità sta nel cuore di quei ventimila. E come fai a dirgli di no? Non c’è moviola, Telebeam o VAR che possano cambiare questa cosa (o avvalorarla una volta per tutte). Certo, sarebbe stato meglio il contrario, ma è il cuore di quei tifosi l’unica cosa che conta. Della gente che partiva in Lancia Delta facendosi l’Autostrada del Sole o l’Aurelia fino al nord, panino a sacco e senza dormire. Che il lunedì avrebbe saltato scuola con il permesso del padre romanista ancora più sfegatato.
Tutto era diverso – lo è sempre -, i calciatori fumavano prima dell’allenamento e si fermavano a parlare con i tifosi, imprenditori alla Dino Viola gestivano le squadre come affari di famiglia, la vittoria valeva due punti e non tre. La Serie A era, e lo sarebbe diventata ancora di più nel decennio successivo, la stella polare del calcio internazionale. Ogni cosa sembrava pulita, intima, corretta. Anche nella diversità del risultato, con gli juventini indomiti ancora una volta nella vittoria e i romanisti che da quel momento in poi intraprendono un rapporto morboso e vertiginoso con il fato avverso e lo spettro della subalternità. Che, lo confessano, juventini e romanisti, torinesi e romani, sarebbe potuto essere diverso se Sancini non avesse alzato la bandierina e Bergamo fischiato. Anche perché come sbrocca Maurizio “Ramon” Turone, rivedendo dopo quarantuno anni quelle immagini, “Venivo da dietro, mortacci tua”.

Il documentario di Aurora film e Rai Cinema, per la regia di Francesco Micciché e Lorenzo Rossi Espagnet, andrà in onda stasera in prima visione assoluta su Rai 1 intorno alle 23, dopo la partita delle qualificazioni a Euro 2024 tra Italia e Malta.

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