La Penna degli Altri

Di Gennaro: “Ai miei tempi ci divertivamo a giocare”

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(SPORTPRESS24.COM di Stefano Ghezzi – Foto WIKIPEDIA)

Antonio Di Gennaro, uno dei protagonisti del Mondiale ’86, si racconta in una intervista concessa  a Sportpress24.com. Riprendiamo l’articolo pubblicato dalla stessa testata giornalistica.

Quale episodio l’ha segnata dei più nella sua vita da calciatore?

[…] “per me partecipare al Mondiale è stato l’apice massimo per la mia carriera. Mi ricordo la partita con la Fiorentina in casa a Verona, io uscii un quarto d’ora dalla fine perché ebbi un problema e poi non ci furono complicazioni e quindi la domenica dopo esordii a Misano contro la Svezia.”

Che ricordi ha di Bearzot?

[…] “E’ un padre di famiglia… all’epoca era un selezionatore a livello federale e quindi c’era questo rapporto umano proprio nel dare consigli.”

Quanto ha dovuto sudare il posto avendo dall’altra parte uno come Antognoni?

[…] “È stato messo questo dualismo creato così da altre persone, io ho giocato con Giancarlo due/tre anni io giocavo con l’8 lui col 10, specialmente l’anno 78-79. […] Non ho avuto mai situazioni contro Giancarlo, anzi poi lo ho avuto come dirigente, per me è un punto di riferimento.”

Come è stato giocare la Coppa dei Campioni con il Verona?

[…]Si, poi purtroppo contro la Juventus non siamo riusciti a passare, la famosa parità a porte chiuse. […] “Poi siamo arrivati anche in Coppa Uefa, ma “La Coppa dei Campioni” come si chiamava all’epoca la Champions, diciamo che è un qualcosa di particolare.”

Che ricordi ha di Terim?

[…] “Fatih Terim è arrivato a Firenze mentre io facevo le Nazionali, dopo l’exploit con il Galatasaray nel 2000 che poi oltre al campionato e alle coppe turche c’era la coppa Uefa quindi serviva un secondo italiano e riuscì ad affiancare la sua panchina, anche se incuteva un po di timore per come era serio e posato. I primi tempi era solo una conoscenza verso di lui. Poi dopo ci siamo sciolti tutti e abbiamo fatto 4-5 mesi di calcio bello a Firenze si sono innamorati.”

Cosa significa per lei raccontare la storia di questo sport ai più giovani?

[…] “Io faccio sempre riferimento al mio periodo 70/90 e noi ai tempi ci divertivamo veramente, oltre il discorso “campo” c’era un discorso “cuore” che almeno nelle squadre dove ho giocato, nei rapporti che ho intrapreso, ci si divertiva molto, non so se adesso si divertono come i nostri tempi.”

 

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