GIORNALEDIBARGA.IT (Paul Moscardini) – Ho trovato un articolo interessante sul numero di giugno 1920 de La Corsonna. E’ intitolato Una partita di foot-ball e racconta l’incontro di calcio tra Barga e Castelnuovo disputato alla fine di maggio 1920 sul campo della Metallurgica di Fornaci. Campo neutro. La cosa più interessante è che, mentre l’anno prima l’incontro tra Barga e Fornaci sul piazzale del Fosso era stato organizzato per iniziativa dei giocatori, questa volta le squadre si presentano sotto l’egida di una società sportiva: U.S. Castelnuovo e C.S.E. Barga.

Il Club Sportivo ed Educativo era stato fondato a Barga alla fine del 1919, con presidente Alfredo Stefani (direttore de La Corsonna) e inizialmente forse non prevedeva il gioco del calcio, che qui da noi era allora un fenomeno di costume, e praticato solo dopo la fine della prima guerra mondiale sotto la spinta dei primi emigranti di ritorno. Ma il passaggio di Johnny Moscardini alla Lucchese diede popolarità a questo sport anche a Barga, e il C.S.E. lo comprese tra le proprie discipline già dal 1920.

[…] veniamo all’incontro. Prima curiosità: Johnny Moscardini, capitano del Barga (reduce dalla vittoria del campionato di seconda divisione con la Lucchese, cui aveva contribuito con 14 partite e 7 reti), non gioca con la consueta maglia numero 9 ma con la maglia numero 5, a protezione della difesa. Seconda curiosità: l’arbitro mostra una certa incertezza nel valutare alcuni falli di gioco, soprattutto le robuste spallate di Moscardini, suscitando le vibranti proteste dei giocatori. Terza curiosità: la discreta presenza di pubblico, anche femminile, a testimonianza dell’interesse che questo nuovo sport suscita tra la gioventù del luogo.

Domenica 12 gennaio 2020, cento anni dopo. Decido di assistere a una partita di seconda categoria […] E’ una giornata fredda e asciutta. Spettatori circa cento, in gran parte della squadra ospite. Tipologia: maschio adulto. Passatempo preferito: insulti all’arbitro, ma questo purtroppo fa parte del gioco. Non un ragazzo, né tanto meno una ragazza. Non un coro, non una bandiera. Soltanto sette striscioni di sponsor visibili dalla tribuna, alcuni altri in zona sagra. Mi chiedo se c’è un rimedio a tanta disaffezione.

Ripenso al mio esordio in prima squadra quarant’anni prima, in una grigia domenica di settembre ma in un contesto molto più festoso e stimolante. Penso a quanto siamo stati fortunati, io e i giocatori della mia generazione, senza i social, senza gli outlet e i megastore, soprattutto senza le partite in televisione la domenica pomeriggio: chi ha giocato a calcio sa cosa vuol dire l’incitamento del proprio pubblico. Ma non è un male solo di Barga. Vedo stadi vuoti un po’ da tutte le parti, fatta esclusione per le grandi città. Eppure l’interesse per il calcio è ancora molto vivo […]

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Redazione

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