La Penna degli Altri

Crujff, Guardiola, Xavi – La storia continua

“Mes que un club” è il motto dei tifosi blaugrana. Una storia raccontata da Daniele Morrone, nell’articolo che trovate nella Regione.

Ecco alcuni estratti:

[…]Cruyff è stato un giocatore del Barcellona negli anni 70 e da allenatore ha avviato una rivoluzione culturale che ha trasformato il club, trascinandolo sul tetto del calcio mondiale. Sotto Cruyff – dalle varie giovanili fino alla prima squadra – si gioca seguendo una filosofia di gioco chiamata gioco di posizione, basata su princìpi specifici e allenata seguendo metodologie specifiche che si traducono in campo nella ricerca continua della superiorità (posizionale, numerica e qualitativa) attraverso l’utilizzo del possesso del pallone e dei movimenti senza palla. Il nome è dovuto all’importanza assegnata all’occupazione delle posizioni giuste per i giocatori rispetto a dov’è il pallone sul campo.

Se Cruyff è stato il Profeta di questo modo di pensare calcio, Pep Guardiola, che ne era il pupillo da giocatore, ne è diventato il principale divulgatore. Un filosofo che sviluppa ulteriormente le intuizioni ricavandone un’opera anche più completa che di fatto cambia la storia del calcio contemporaneo imponendo canoni in termini di risultati ed estetici ritenuti ancora difficilmente raggiungibili.[…]

Xavi, che del Barcellona di Guardiola era stato il regista, è lo studente modello. Cruyff lo chiamava “il più sveglio della classe”, Xavi è sia quello che meglio conosce i concetti che quello più attento a studiarli, un secchione che riporta in campo tutto quello che significa il gioco di posizione. Xavi è cresciuto quando le idee del Profeta avevano ormai messo le radici a ogni livello: “Avevo 11 anni quando sono arrivato, era l’età dell’oro del ‘Dream Team’, Cruyff allenava dalla stagione ’88/89 e io sono entrato nel ’91”. Poi era in campo quando Guardiola si è seduto sulla panchina blaugrana.

[…]Come aveva detto Xavi stesso davanti alle telecamere del documentario ‘Take the ball, pass the ball’: “Noi crediamo in questa filosofia di gioco, che è migliorata ogni anno e da ogni allenatore del Barcellona. Ma il giorno in cui le cose iniziassero ad andare male, e speriamo non accada per altri 200 anni, ma dovesse succedere, non dobbiamo mai considerare di cambiare il nostro stile di gioco. La nostra peculiare filosofia di gioco non dovrebbe mai cambiare. Mai”.

Daniele V.Morrone – La Regione

Redazione

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