Le Interviste degli Eroi

ESCLUSIVO – Intervista a Renato Olive: “Grazie a Gaucci sono arrivato nel grande calcio. Con la Juve siamo stati professionisti esemplari”

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Renato Olive è stato uno dei protagonisti della Serie A a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000

in esclusiva per GliEroidelCalcio …

Un centrocampista dal grande temperamento, dalla grande tenacia e costanza. C’era lui, in mezzo al terreno del Curi, insieme a Collina e Conte, a decidere le sorti di una delle partite più iconiche nella storia del calcio italiano. La mia intervista di oggi ha come protagonista Renato Olive, capitano del mitico Perugia di Gaucci.

Mi faccio subito raccontare gli inizi e l’ascesa verso il grande calcio italiano di più di un ventennio addietro … “Ho cominciato nelle giovanili del Fasano e dopo sono passato al Monopoli, che all’epoca militava in C1. Ho fatto tutta la trafila nelle giovanili. Dopo sono andato alla Vis Pesaro e ci sono rimasto per tre anni. Abbiamo fatto un campionato strepitoso, riuscendo ad ottenere la promozione dalla C2 alla C1 e ho vinto il premio come miglior calciatore della C. Dalle Marche sono ritornato poi in Puglia, al Lecce. Quattro anni bellissimi, soprattutto all’inizio, perché il primo anno vincemmo il campionato di B. Purtroppo, nel Febbraio ’93, ho avuto un incidente stradale che ha compromesso la mia carriera, producendo uno stop nel mio percorso”.

Una delle parentesi più importanti nella carriera di Renato Olive è stata sicuramente quella alla Fidelis Andria … E’ stato il mio trampolino per un rilancio definitivo. Le ultime stagioni al Lecce non erano state positivissime per me e quindi passai all’Andria grazie alla fiducia di Papadopulo, della famiglia Fuzio e del direttore sportivo Angelozzi. Io li ripagai, facemmo un campionato strepitoso, passammo in B e nella stessa B feci benissimo, prima di andare al Perugia a metà della stagione 1997/98″. 

Capitolo Perugia, con due stagioni tra le più esaltanti di sempre nella storia italiana … “Il passaggio al Perugia fu, tra virgolette, traumatico. Quando mi chiamarono, la domenica successiva ci avrei giocato contro. Invece quella settimana ho firmato col Perugia e mi ritrovai a giocare contro l’Andria. Immagina la situazione. All’inizio non trovai subito l’accordo con Gaucci e ne nacquero delle discussioni ma, alla fine, capii che era arrivato il momento di lasciare la Fidelis perché la società aveva bisogno di capitalizzare al massimo il mio cartellino”.

In quella squadra giocava un calciatore particolare, un giapponese silenzioso e dal talento raffinato: Hidetoshi Nakata … E’ stato uno dei più forti con i quali ho giocato. Ha fatto meno carriera di quello che avrebbe meritato, così come lo stesso Rapaic. Ricordo che facemmo una tournée in Giappone e non potevamo andare in giro perché tutti ci conoscevano. Eravamo più famosi in Giappone che in Italia”.

Naturale, quindi, chiedere un ricordo di Mazzone e del presidentissimo Gaucci … Mazzone era una persona carismatica, che ti trasmetteva tanto. Molto importante per me. Gaucci mi ha permesso di giocare nel grande calcio“. 

Nella carriera di Renato Olive rimangono scolpiti i fatti di quel 14 Maggio del 2000. Un diluvio inaspettato, capitani e arbitro a decidere, lo Scudetto che sfugge alla Juventus e finisce sulle maglie della Lazio … Noi siamo stati gli artefici di due scudetti. L’anno prima il Milan lo aveva vinto al Curi, con una parata di Abbiati su Bucchi al minuto 82′. Perdevamo 2 a 1 e non potevamo sbilanciarci per via della corsa con il Piacenza. C’è stata una partita sentitissima da ambo le parti. Ricordo che, nonostante la salvezza, Gaucci alla fine non era affatto contento perché avevamo rischiato di retrocedere. Ci mandò un mese in Giappone come punizione. La stagione successiva, in caso di sconfitta contro la Juventus, ci avrebbe mandato un altro mese in ritiro. Il 14 Maggio del 2000 noi siamo stati grandi professionisti, abbiamo venduto cara la pelle. Non abbiamo vinto noi, lo Scudetto lo ha perso la Juve. Noi avevamo le pressioni di Gaucci, eravamo più avvantaggiati con quel campo perché la mettevamo sulla bagarre. Io a Collina dicevo che si poteva giocare. All’inizio la palla non rimbalzava ma poi il campo divenne praticabile. Ancora oggi, ogni volta che arriva Maggio, mi chiamano per avere un ricordo di quella partita. Sono cose più uniche che rare”.

Dopo Perugia la grande parentesi al Bologna … Tre anni fantastici, squadra fantastica. Una seconda casa. Signori era ed è un grandissimo giocatore e una persona fantastica ed eccezionale“.

Per un centrocampista così completo come Renato Olive rimane un quesito ancora aperto sul perché non sia riuscito a vestire la maglia azzurra … L’unico rammarico della mia carriera è quello di non aver mai vestito la maglia della Nazionale. L’anno del Perugia 1999/00 avevo fatto sei gol da mediano ma non mi convocarono”. 

Concludo chiedendo a Olive quali sono stati gli allenatori più importanti nel suo percorso calcistico e, naturalmente, il compagno e l’avversario più forti … “Come allenatori direi Aldo Sensibile, Papadopulo e Castagner. Come compagno il più forte è stato sicuramente Beppe Signori, oltre a Nakata e Rapaic. Come avversario direi Ronaldo il Fenomeno“.

Grazie Renato.

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