La Penna degli Altri

Fabrizio Maiello: “Volevo rapire Gianfranco Zola”

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CORRIERE DELLA SERA (Fiorenzo Radogna) –

Fabrizio Maiello, classe 1963, era nella primavera del Monza, dove aveva fatto qualche allenamento anche con la prima squadra, di Alfredo Magni, insomma una promessa del calcio.

A 17 anni un infortunio, “[…] un’amichevole, cado e il piede mi si gira sotto il corpo. Avevo 17 anni: all’ospedale mi dicono che con il calcio avrei chiuso. Se non mi operavo, sarei rimasto zoppo. Mi alzo e fuggo; con il piede giallo e gonfio. A casa, mio padre vuole farmi operare ad ogni costo. Io non voglio, se non posso più giocare, non m’importa di nulla. È l’inizio della fine”

Il calcio non gli interessa più, ora vive tra rapine, sparatorie, fughe, arresti e galera. Proprio qui la malsana idea… “[…] il sequestro-lampo di Gianfranco Zola. All’epoca è un idolo, gioca nel Parma. Lo seguiamo un paio di giorni e una sera è lì, sta facendo benzina a un distributore. Dico ai miei compagni che non me la sento. Mi avvicino, sorride. Ha il viso pulito di un ragazzo per bene. Chiede: “Vuoi un autografo?”. Mi guarda la mano tatuata coi cinque puntini (simbolo malavitoso, ndr). Capisce, mi sorride, se ne va. Io mi convinco di non farlo, ma devo convincere i miei. Lo seguiamo in macchina, gli suoniamo, vedo il volto ora impaurito, come quello della moglie. Comando io: “Lasciamo stare”. Anni dopo Zola si ricorderà di questo episodio. Gli chiedo scusa, ancora» […]

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