La Penna degli Altri

FK Sarajevo, Željezničar ed il derby di Sarajevo

(RIVISTACONTRASTI.IT di Jacopo Benefico – Foto WIKIPEDIA)

[…] Proprio in questo contesto caotico e promiscuo ha luogo uno dei derby più particolari dell’area balcanica. A Sarajevo ci sono diverse squadre, ma il “derby eterno”, come taluni lo definiscono, è quello tra , due istituzioni che rappresentano mondi opposti nella stessa città. Per spiegare sensatamente la differenza principale tra i Bordo-Bijeli (Marroni-Bianchi del FK) e i Plavi (i Blu dello Željo), è necessario scomodare Ivica Osim, ultimo CT della nazionale Jugoslava, che disse: «Tifare Sarajevo è una questione di geografia, mentre tifare Željezničar è una questione di filosofia».

[…] Lo Željezničar venne fondato nel 1921, ben venticinque anni prima dei rivali, grazie all’iniziativa di un gruppo di ferrovieri. […] Sarajevo, liberata tra marzo e aprile del 1945, divenne quindi la capitale della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina. […] Il nuovo assetto istituzionale, tra le altre cose, fece ripartire i campionati che si disputavano nel precedente Regno di Jugoslavia e che furono caratterizzati dall’incontrastato dominio delle squadre di Belgrado, Spalato e Zagabria (Građanski Zagreb, Concordia Zagreb, HAŠK Zagreb, Hajduk Split, BSK Belgrade e Jugoslavija Belgrade). La loro supremazia rimase immutata anche dopo il 1945.

[…] Dal canto loro i “ferrovieri” subirono la prima retrocessione nel 1947, proprio in seguito allo smantellamento della rosa attuato in favore dei nuovi rivali. Seguirono anni duri ai quali, ancora una volta, il popolo dello Željo reagì con le sue tipiche virtù di forza e determinazione. […] Così nel 1949 i lavoratori delle ferrovie, soldati e numerosi volontari di Sarajevo si rimboccarono le maniche per costruire ciò di cui il club aveva più bisogno, e cioè un proprio impianto di gioco.

[…] Poi arrivarono gli anni ’90, scenario temporale del secondo grande stravolgimento nei Balcani. […] Il quartiere fu presto occupato dalle milizie, il campo dello stadio venne minato e poco dopo dato alle fiamme – tra l’effetto distruttivo del rogo e le ruberie degli sciacalli si stima che andarono perse circa 316 coppe, motivo per cui lo stadio venne soprannominato Dolina Ćupova, ossia “Valle delle Coppe”. Fu un colpo al cuore per tutto il popolo dello Željo.

 

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Redazione

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