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Fuga per la Vittoria e quel mito che dura da 40 anni

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia) – Storie di coraggio e di passione sportiva, sullo sfondo di un conflitto mondiale. Potrebbe essere questa la sintesi che descrive, quasi perfettamente, Fuga per la Vittoria, il film di John Huston uscito nelle sale americane quattro decadi addietro.

Una pellicola diventata col tempo iconica, capace di attirare un pubblico di stracultisti e di appassionati di calcio. La particolarità del regista americano stava proprio nel voler ricostruire una vicenda calcistica realmente accaduta, servendosi di grandi attori professionisti e di calciatori rimasti nella leggenda. Pelé e Bobby Moore, Ardiles e Van Himst, Stallone e Caine. Un mix difficile da coniugare, ma di sicuro impatto sul pubblico.

L’attore italo-americano venne scelto dopo i fasti di Rocky; Michael Caine spinse affinché potesse ottenere la parte del Capitano Colby; Max Von Sydow, mito assoluto e protagonista de Il Settimo Sigillo, accettò di prestare la sua immensa presenza scenica per impersonificare il Maggiore Von Steiner.

La storia del film è liberamente ispirata a quella che viene chiamata la partita della morte, giocata nel 1942 per volere dei nazisti. In quell’incontro, sul quale esistono testimonianze contrastanti, una selezione tedesca della Lufwaffe venne chiamata a giocarsi una partita secca contro gli ucraini della Dinamo e della Lokomotive Kiev.

La bellezza del film, ed il suo essere legato alla memoria collettiva di milioni di cinefili e amanti del calcio, probabilmente risiede nella azzecatissima scelta di far eseguire una rovesciata ad Edson Arantes do Nascimento. Pelè sarà perfetto stilisticamente ed emozionante artisticamente.

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