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Il 16 settembre 2020 l’addio a Fino Fini, l’ideatore del Museo del Calcio

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Il sito della FIGC, nella sezione dedicata al Museo ha cos’ ricordato Fino Fini:

Il ‘Dottore’, come veniva chiamato proprio da tutti, con un termine che univa affetto e stima, rispetto e complicità, è stato la vera anima del Museo del Calcio; l’uomo che, con caparbietà e infinito amore verso i colori azzurri e questo sport, ha ideato e poi ha fatto realizzare concretamente una struttura che potesse custodire i cimeli che rappresentano la storia delle Nazionali italiane di calcio, proprio in quel Centro Tecnico Federale di Coverciano che è l’anima azzurra del pallone. Una collezione che si è ampliata negli anni, grazie ad un lavoro di certosina ricerca, fatto di passione e di enorme forza di volontà, e che oggi rappresenta uno dei luoghi simbolo della cultura sportiva italiana, capace di chiamare ogni anno in visita decine di migliaia di visitatori, tra appassionati, tifosi, famiglie e anche semplici curiosi provenienti da ogni parte del mondo.

“Dobbiamo a Fino Fini la straordinaria creazione di questo museo, unico nel panorama nazionale. Tutto questo è stato possibile grazie a lui, custode della memoria del nostro calcio, personaggio di rara passione e generosità” ha sottolineato Matteo Marani, che dal ‘Dottore’ ha raccolto l’eredità della Presidenza della Fondazione Museo del Calcio. “Sono felice che quello che lui ha seminato – ha proseguito Marani – che il suo lavoro continui in questa meravigliosa realtà che è il Museo del Calcio a Coverciano”.

L’avventura azzurra di Fino Fini è durata oltre sessant’anni, da quando iniziò come medico della Nazionale Juniores nel 1958 e che proseguì come medico della Nazionale italiana maggiore per venti anni, dal 1962 al 1982. La figura di Fini si è legata in maniera indissolubile al Centro Tecnico Federale di Coverciano, di cui è stato direttore per quasi trent’anni, dal 1967 al 1995, curandone ogni dettaglio, dall’organizzazione della struttura che ha ospitato i raduni dell’Italia calcistica alla gestione della Scuola Allenatori federale, essendo stato nello stesso periodo anche segretario del Settore Tecnico FIGC. Carisma e competenze che venivano riconosciute a Fini anche ben oltre i confini nazionali, tanto da essere stato componente della Commissione Tecnica dell’UEFA dal 1972 al 1995 e componente della Commissione Consultiva Medica della FIFA dal 1978 al 1995

Fu con l’ampliamento del Centro Tecnico Federale in occasione dei Mondiali di Italia ’90 che il Dottor Fini ebbe l’idea di creare un museo che potesse ospitare al suo interno tutti i cimeli per ricordare la storia azzurra, dai primi trionfi degli anni Trenta alla rinascita di fine anni Sessanta, fino alla terza stella conquistata in Spagna nel 1982. Un’idea diventata realtà il 22 maggio 2000, quando il Museo del Calcio venne inaugurato, e una collezione che successivamente si è arricchita sempre di più, grazie anche al rapporto stretto e confidenziale che il Dottore aveva con alcuni giocatori.

Il 16 settembre 2020, all’età di novantadue anni se n’è andato Fino Fini. Potremmo dire che “ci ha lasciati più soli”; il che risulterebbe senz’altro vero, non sentendosi più la sua presenza tra le sali museali, mentre, instancabile, raccontava alle bambine e ai bambini in visita, e anche ai più grandi, il cammino che ha portato gli Azzurri a indossare uno stemma adornato da quattro stelle. Ma la realtà è che la sua forza è stata quella di creare una comunità fatta di persone dietro a degli oggetti, regalando entusiasmo e stupore, fondendo il passato con l’idea di guardare sempre al futuro e alle nuove generazioni.

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