Le Penne della S.I.S.S.

Il furto del secolo: Argentina vs Inghilterra ai Mondiali del 1966

Argentina vs Inghilterra: il furto del secolo

Cent’anni di solitudine

Il realismo magico è il racconto puntuale e dettagliatissimo di una realtà troppo assurda per essere vera. C’è una ragione per cui questo movimento letterario è nato in Colombia, ed è quella spiegata nella motivazione con cui la giuria del Nobel deciderà di assegnare il premio a Gabriel García Márquez, autore di Cent’anni di solitudine, per «i suoi romanzi e racconti, nei quali il fantastico e il realistico sono combinati in un mondo riccamente composto che riflette la vita e i conflitti di un continente».

Il 1966 è l’anno in cui lo scrittore colombiano verga il romanzo che avrà profonde influenze culturali nel mondo intero. Ma è anche l’anno dei Mondiali in Inghilterra.

Assente la Colombia, partecipano quattro squadre sudamericane: Brasile, Argentina, Uruguay e Cile. Brasiliani favoriti per la vittoria finale. Migliaia di tifosi si imbarcano da Santos e Recife per raggiungere Londra nella speranza di vedere la Seleção vincere a Wembley la terza e ultima Coppa Rimet (se vincessero se la potrebbero infatti portare a casa). Ma dopo una convincente vittoria contro la Bulgaria (2-0), i bicampioni del mondo si arrendono prima all’Ungheria (3-1), poi al Portogallo di Eusébio (3-1).

Brasile fuori al primo turno. Paga probabilmente l’esodo di molti giocatori all’estero, ma soprattutto l’instabilità politica che regna nel Paese. Nel 1964, infatti, con un colpo di Stato che i militari hanno chiamato Revolução, è stata instaurata una dittatura destinata a prolungarsi, drammaticamente, fino al 1985.

Fuori Brasile e Cile, ai quarti di finale restano solo Uruguay e Argentina. Al momento di decidere gli arbitri per le partite, nella capitale inglese si riunisce un comitato della Fifa. Ne fanno parte sir Stanley Rous e Ken Aston, il fischietto di Cile-Italia del ’62. Lui è il capo degli arbitri del Mondiale e probabilmente colui che indica chi deve dirigere le varie partite: all’Argentina contro l’Inghilterra tocca un tedesco, e agli uruguagi contro i tedeschi tocca un inglese.

El robo del siglo

Dopo una partita di aspra bellezza, l’Uruguay cede sotto i colpi dei tedeschi (4-0), mentre la partita che passerà alla storia è quella fra inglesi e argentini. Si gioca a Wembley. Il match è falloso e nervosissimo. A metà del primo tempo Rattín, il capitano della Nazionale argentina detto «El Rata», viene espulso, ma si rifiuta di abbandonare il campo, come aveva fatto Ferrini quattro anni prima in Cile. Passano in questo modo otto minuti incredibili. Il pubblico gli lancia qualche lattina e delle barrette di cioccolato: lui ne mangia un po’ e gliele tira altre indietro. Dichiarerà poi che, se una cosa del genere fosse successa in Sudamerica, non sarebbe mai uscito vivo da quello stadio.

LONDON, UNITED KINGDOM – JULY 23: Argentinian national soccer team captain and midfielder Antonio Rattin bows his head as he walked off the field after being sent off by German referee Rudolf Kreitlein 23 July 1966 at Wembley stadium in London during the World Cup quarterfinal match between England and Argentina. English forward Geoff Hurst scored the winning goal in the second half as England beat Argentina 1-0. (Photo credit should read STAFF/AFP/Getty Images)

La sua espulsione e la conseguente sconfitta (1-0) verranno patite dall’ambiente argentino come un’autentica ingiustizia. Così la partita continua a colpi di inchiostro. I giornali di Buenos Aires titolano: «EL ROBO DEL SIGLO», il furto del secolo. «Prima ci rubano le Malvinas, ora la Coppa del mondo».

Da Londra rispondono: «Il nostro miglior gioco arriverà contro una squadra che gioca a calcio e non si comporta come degli animali».

La polemica assume toni nazionalistici. Il governo del neo presidente della Repubblica, il generale Juan Carlos Onganía – che durante il Mondiale ha deposto con un colpo di Stato il centrista Arturo Umberto Illia – si fa fotografare mentre stringe la mano al capitano Rattín. Dice che gli argentini sono i «campioni morali» e dunque li riceve alla Casa Rosada, cercando di capitalizzare politicamente il momento di fervore nazionalista e dei sentimenti antimperialisti. I suoi uomini faranno passare la sconfitta sportiva come l’ennesima ingiustizia perpetrata dagli inglesi ai danni dell’Argentina. Ma ad alzare la Coppa del Mondo sarà proprio l’Inghilterra.

Il prezioso tagliando della gara (Collezione Matteo Melodia)

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Francesco Gallo

Nato a Cosenza, classe 1985, è storico, regista cinematografico e scrittore. Autore di diversi saggi e documentari sulla storia dello sport, è anche membro della Siss e dell'Anac. Da qualche anno lavora come supplente a Torino e ha da poco fondato la propria casa di produzione.

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