Il ricordo di Ilario Castagner

Ci sono molti modi per entrare nella storia del calcio, Ilario Castagner, scomparso in queste ore, lo fece nella maniera più eclatante per i suoi tempi.

Centravanti di buon livello, ma non tale da assurgere ai fasti della Serie A, quando nella nostra massima categoria circolavano fior di attaccanti, Castagner spese la maggior parte della sua carriera tra la Serie B e le serie inferiori, trovando la sua seconda patria, lui trevigiano di Vittorio Veneto, a Perugia, ma lasciando un segno anche a Prato, prima di chiudere la carriera agonistica a Rimini.

Già durante il suo ultimo anno in riva all’Adriatico iniziò a studiare da allenatore, assorbendo il mestiere da un santone come Corrado Viciani, e prima ancora iniziando a imparare i rudimenti da un altro santone dell’epoca, Guido Mazzetti, che fu suo allenatore al Perugia.

Fu proprio sulla panchina degli umbri che Castagner fece il suo debutto da allenatore, nel campionato di Serie B 1974/1975, che i Grifoni, a sorpresa dopo un decennio senza acuti, vinsero arrivando nella massima serie. Qui Castagner costruì il suo capolavoro, passato alla storia come Perugia dei miracoli, che raggiunse il suo culmine nella stagione 1978/1979, quando gli umbri chiusero la stagione imbattuti alle spalle del Milan scudettato.

Mai era successo che una squadra aveva terminato imbattuta il campionato di Serie A, nessuna delle grandi blasonate c’era mai riuscita, lo fece questa piccola squadra, che schierava giocatori di valore quali Nello Malizia, Pierluigi Frosio, Salvatore Bagni, Paolo Dal Fiume, Walter Speggiorin.

Una grandissima impresa, che solo successivamente fu eguagliata da altre squadre ben più attrezzate come Milan e Juventus, che non valse lo scudetto, ma iscrisse quella squadra, e i suoi protagonisti, nella storia del calcio italiano.

Le stagioni successive gli valsero nuove chiamate, alla Lazio, finita in Serie B per il Totonero e che mancò di un soffio la promozione, poi al Milan, ancora nella serie cadetta, ma stavolta con la promozione conquistata alla fine della stagione 1982/1983.

Il calcio al più alto livello Castagner lo visse all’Inter nella stagione 1984/1985, quando raggiunse la semifinale di Coppa Uefa ma fu eliminato dal Real Madrid, allora come oggi quasi imbattibile in casa anche per il forte peso “politico”.

L’ultima parte di carriera Castagner la spese nella sua Perugia, come allenatore e poi infine come dirigente degli stessi umbri dopo il fallimento della presidenza Gaucci, quella Perugia che è stata la sua città adottiva e l’ultima sua dimora.

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Raffaele Ciccarelli

allenatore di calcio professionista, si dedica agli studi sullo sport, il calcio in particolare, dividendo tale attività con quella di dirigente e allenatore. Giornalista pubblicista, socio Ussi e Aips, è membro della Società Italiana di Storia dello Sport (Siss), dell’European Committee for Sports History (Cesh), dell’Associazione dei Cronisti e Storici dello Sport (La-CRO.S.S.). Relatore a numerosi convegni, oltre a vari saggi, ha pubblicato: 80 voglia di vincere – Storia dei Mondiali di Calcio (2010); La Vita al 90° (2011), una raccolta di racconti calcistici; Più difficile di un Mondiale – Storia degli Europei di Calcio (2012); Il Destino in un Pallone (2014), una seconda raccolta di racconti calcistici; Lasciamoli giocare-Idee per un buon calcio giovanile (Edizioni del Sud, Napoli 2016). Per GliEroidelCalcio in convenzione S.I.S.S.

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