Storie di Calcio

La bellezza del superfluo …

GLIEROIDELCALCIO.COM (Rocco Nicita) – Non sempre, purtroppo, il bello coincide col necessario. Tutt’altro: la regola sembrerebbe prevedere una correlazione tra bello e superfluo e non obbligatoriamente tra bello e necessario. Vero anche che il superfluo poggia sui pilastri del necessario. Se riesci, poi, a condire il necessario col superfluo, stai compiendo un’opera straordinaria (da leggersi come al di fuori dell’ordinario, del routinario). Questa è la storia di oggi.

Il riscaldamento, per un atleta, rappresenta quanto di più necessario possa esistere. Per ciò stesso, non sempre si rivela uno spettacolo godibile, come può essere una partita. Anzi, essendo prodromico alla partita, deve prevedere lo stretto necessario per favorire la preparazione dell’atleta.

Ciò non vale per tutti. Non vale se il tuo calcio è arte.

Non vale, certamente, se ti chiami Diego Armando Maradona e riesci a trasformare un momento routinario in un momento iconico, che rimarrà impresso anche nella memoria di chi quella partita non l’ha vista poiché anagraficamente “in ritardo”.

Ha confermato, con la sua essenza, la bellezza del superfluo, trasformando il necessario.

La partita tra Napoli e Bayern Monaco, giocata il 19 aprile 1989 all’allora Olympiastadion, rappresentava un’opportunità unica per il Napoli che, superando il turno, avrebbe guadagnato l’accesso in semifinale di Coppa Uefa. La partita terminò sul risultato di 2-2 e il Napoli, forte del risultato dell’andata, riuscì a superare il turno.

Alzi la mano chi, della mia generazione, ha visto gli highlights della partita. Pochi, forse nessuno (me compreso). Alzi la mano chi, invece, ha più volte goduto del riscaldamento di Maradona. Tanti, sicuramente.

Un ballerino, più che un calciatore in quella occasione. Un K-way, con sponsor Mars ben visibile, mosso dai suoi improbabili passi di danza. Una colonna sonora gioiosa, rimasta impressa nell’immaginario collettivo, a ricordarci di godere della vita. Anche delle cose non necessarie.

Lacci sciolti. Simbolo di libertà e di divertimento. Simbolo di spensieratezza. Giro del mondo, palleggio, tacco, testa. Il pallone, lontano anni luce dagli appariscenti modelli contemporanei, si addormenta sulla sua fronte. Colpo di coscia, di spalla, mentre gli altoparlanti continuano a risuonare “Live is Life” degli Opus.

La partita sarebbe iniziata di lì a poco. Giusto il tempo di aver goduto della bellezza del superfluo unito al necessario.

Rocco Nicita

Classe 1996. Laureato in giurisprudenza. Passione smodata per il calcio e la lettura. Mi piace raccontare storie, specialmente legate al mondo del calcio.

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Rocco Nicita

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