La Penna degli Altri

La prima partita degli Azzurri agli Europei

Tra un mese avrà inizio l’edizione 2020 dei Campionati europei per Nazioni che si disputeranno in maniera itinerante secondo un progetto voluto dalle alte sfere della federazione europea (UEFA). Oggi però saliamo su un ideale “macchina del passato” e torniamo al 2 dicembre 1962, giorno della partita disputata a Bologna tra Turchia e Italia. Quella partita agli occhi degli storici ha un valore particolare perché è la prima gara che gli azzurri disputarono per i campionati europei.

Infatti alla prima edizione del 1960 l’Italia, reduce dalla cocente eliminazione dai mondiali del 1958, decise di non partecipare. La memoria di quella partita ci è tramandata dal gagliardetto dell’incontro, verosimilmente non quello scambiato tra i due capitani, bensì – più probabilmente – offerto agli arbitri o a ciascuno degli azzurri, come era consuetudine da parte della FIGC.

Il settimanale “Il Calcio e il Ciclismo Illustrato”, dopo l’incontro, titolava in copertina “I volti del trionfo” con una didascalia che di riferiva ad una foto che ritraeva i due giocatori simbolo di quell’incontro terminato con un perentorio 6 – 0 per l’Italia: Gianni Rivera che firmò la prima rete della partita e quindi dell’Italia agli Europei e il romanista Alberto Orlando, esordiente in azzurro, che calò un poker di reti tale da eguagliare il record fino ad allora detenuto da Omar Sivori ma prendendosi quello di primo giocatore capace (nelle gare della nazionale maggiore) di esordire con quattro goal.

L’Italia riuscì a vincere anche nella gara di ritorno per poi incontrare, nella successiva gara di qualificazione, l’Unione Sovietica campione europeo in carica. Il doppio confronto non ci porto fortuna. Dopo la sconfitta (la prima con Edmondo Fabbri alla guida degli azzurri) per 2-0, l’Italia non ribaltò le sorti nella gara di Roma e venne eliminata.

Inutile fu il “propiziatorio” titolo del settimanale “Il Calcio e il Ciclismo Illustrato” con cui “Mondino” Fabbri con lo sfondo della Piazza Rossa di Mosca sembrava dire “Arrivederci a Roma”.

(PENNANTSMUSEUM.COM)

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Redazione

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