Storie di Calcio

L’arrivo all’Inter del predestinato Scifo

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

“Io ero disposto a venire in Italia, avrei fatto anche il militare, dopo due anni  sarei stato buono per il mister Bearzot”

Il desiderio di Vincenzo, figlio di Agostino e Alfonsa, era sempre stato quello di giocare un giorno con la Nazionale del suo Paese. Il tricolore e l’azzurro dell’Italia sembravano essere nel suo destino di ragazzino prodigio del pallone. In quel Belgio che gli aveva dato i natali nel 1966, aveva dovuto sgomitare per conquistarsi la fiducia di un ambiente intero. La classe c’era ed era pure cristallina. Bisognava soltanto farlo crescere bene, quel sedicenne venuto dal sud.

L’Anderlecht, società più rappresentativa di tutto il pallone belga, aveva deciso di tenerselo stretto dopo averlo ammirato per almeno un quadriennio. Gli avevano offerto un contratto di cinque anni, pretendendo in cambio che Vincenzo richiedesse la cittadinanza.

Scelta difficile per un figlio di emigrati, tirato su con il sogno di vestire la maglia più prestigiosa di tutto il pallone nostrano. Alla fine, a malincuore, Enzo aveva seguito la necessità, facendo la sua richiesta il 23 Maggio del 1984. Come premio era riuscito a strappare un contratto importante, togliendo dal lavoro logorante il suo adorato papà.

Da quel momento la casacca rossa del Belgio era stata la sua seconda pelle, una casacca che lo aveva portato ad una fulminante e prodigiosa consacrazione internazionale. Prima l’Europeo francese (con prestazioni sontuose come quella contro la Jugoslavia di Stojkovic), poi il Mondiale messicano (terminato con all’attivo due gol in sette partite e con il quarto posto finale).

Le sirene italiane e la voglia di accaparrarsi il nuovo Platini si facevano sempre più pressanti, specie sul finire della stagione 1986/87. Il ritorno di Scifo nella sua Italia sembrava cosa fatta, anche se sarebbe stato un arrivo con un ritardo di almeno tre anni (Milan, Inter, Juventus e Atalanta lo avevano cercato già nel 1984).

Nel Marzo del 1987, finalmente, la fumata bianca, seppur solo ufficiosa.

Sulla prima pagina de La Gazzetta dello Sport campeggiava un titolone: “Fatta! Scifo è dell’Inter”.

A confermare la notizia il manager dell’Anderlecht, Verschueren, incontratosi con Beltrami (direttore generale dell’Inter) e con Giuliani (braccio destro di Pellegrini) nei giorni precedenti all’annuncio ufficioso.

Lo aveva voluto Trapattoni quel 21enne. Una richiesta esplicita conclusasi con un triennale da 300 milioni annui al ragazzo e più di 4 miliardi alla società belga (la firma venne ratificata il 23 Aprile 1987).

Nonostante il grande talento di Vincenzo, quel contratto durò appena un anno. Scifo concluse la sua esperienza nerazzurra con 44 presenze e 5 reti, bloccato forse dalla rivalità con Matteoli e da un ambiente, quello italiano, poco avvezzo a dare spazio all’attesa.

 

Andrea Gioia

Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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