Nella stagione 1968 – 1969 la Lazio disputò, la seconda stagione nella serie cadetta, dopo la retrocessione avvenuta al termine della stagione 1966 – 1967. La squadra del Presidente Lenzini aveva alla guida il tecnico argentino Juan Carlos Lorenzo, tra gli allenatori dei biancocelesti con più panchine in assoluto, affiancato da un altro storico laziale come Roberto “Bob” Lovati mentre nella squadra giocavano, tra gli altri, Rino Marchesi, Giuseppe “Peppiniello” Massa e Ferruccio Mazzola, quest’ultimo acquistato nella sessione del mercato estivo dall’Inter insieme a Gian Piero Ghio miglior, marcatore laziale stagionale. 

La storia odierna

La storia odierna passa attraverso il gagliardetto della partita giocata contro la Reggiana, ultima giornata del girone di andata. La partita passa alla storia sia per la sconfitta della Lazio per 1-0 maturata, oltre che per la bravura dei granata emiliani, anche a causa delle sviste clamorose dell’arbitro Gussoni. Il giudice di gara agevola il gol del vantaggio della Reggiana per poi invalidare una rete apparsa ai più regolare segnata da Massa. Esemplificativo il commento di Ezio Luzzi sulla partita apparso sulle pagine del Corriere dello Sport: “…Gussoni batte Lazio 1 – 0. La Reggiana non c’entra il risultato lo ha determinato l’arbitro…”. Era la terza sconfitta subita nell’andata dalla Lazio. La squadra, nel girone di ritorno, migliorò le sue prestazioni e concluse in testa il campionato e, pertanto, a ritornare in serie A.

Il gagliardetto della partita, con la sua splendida aquila ad ali spiegate, è quello che la Lazio, presumibilmente per prima nei campionati nazionali, realizza anche con il simbolo della squadra avversaria. Anche altre società, negli anni successivi, presero spunto da questa novità. Soprattutto, nei tempi recenti, dove spesso si è fatto ricorso al gagliardetto con il doppio stemma. La Lazio in quel periodo faceva anche di più perché, antesignana anche in questo, usava donare agli arbitri degli incontri il proprio gagliardetto con il ricamo del nominativo del Direttore di gara. La Roma, negli anni novanta, utilizzò la stessa forma di cortesia verso gli arbitri. Anzi, la estese, anche agli assistenti a cui venivano donati gagliardetti personalizzati con il loro nominativo. Evidentemente, nel caso della Lazio, altri tempi e ben altra attenzione e cura dei dettagli nella realizzazione dei gagliardetti.

Marco Cianfanelli

Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.

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