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Michelangelo Rampulla: “Tra la mia Juve e quella di oggi la differenza è il carattere”

Intervista in esclusiva de Il Giornale a Michelangelo Rampulla. Ecco un estratto

[…] Lei ha vinto 11 titoli alla Juventus: che differenza c’era tra quella squadra e quella attuale?

[…] “La differenza principale è sicuramente il carattere. Quei dieci anni alla Juventus sono stati grandi perché c’erano valori, grandi giocatori, gregari umili e funzionali, c’era fame di vittoria, tanto carattere e personalità. […] Da noi c’erano Vialli, Baggio, Deschamps e Jugovic che avevano già vinto la Champions altrove. Oltre alla tecnica e alla classe ci vuole anche cuore, la voglia di non mollare mai, lo spirito Juventus insomma ovvero squadra che pensava più al sodo e alla sostanza che allo spettacol. Ferguson diceva che faceva vedere le partite della Juventus di Lippi ai suoi giocatori per inculcargli la voglia di vincere, questo penso la dica lunga su che squadra eravamo in quel periodo”.

[…] Qual è la sconfitta che brucia di più e la vittoria più bella?

[…] “Le sconfitte più brutte sono state sicuramente le due finali di Champions perse contro Dortmund e Real Madrid consecutive e lo scudetto nel nubifragio di Perugia. Le vittorie belle sono state molte, la coppa dei campioni vinta, l’Intercontinentale, il primo scudetto. Io sono stato fortunato perché ho vinto tutto e tanto con quella squadra, non mi posso lamentare”.

[…] Qual è l’allenatore che l’ha segnata maggiormente nella sua carriera?

[…] “Io ho avuto la fortuna di essere allenato da tre dei più vincenti della storia del calcio italiano e non solo come Lippi, Trapattoni e Ancelotti, dunque non mi posso lamentare. Ho avuto anche Fascetti al Varese, Mazzia, Mondonico tutti grandi maestri”.

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(ILGIORNALE.IT di Marco Gentile)

 

Redazione

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