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Passarella e quel calcio al raccattapalle della Samp

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

“Così Passarella e il raccattapalle danno un calcio alle polemiche”

L’8 Marzo del 1987 la Sampdoria di Vialli e Mancini annientava l’Inter del Trap con un netto 3 a 1. Una prestazione sontuosa, quella dei ragazzi di Boskov, talmente sontuosa da provocare l’ira di qualche giocatore nerazzurro.

Durante la partita c’era stata addirittura una espulsione di Bergomi, piuttosto rara per un calciatore del suo calibro. Un nervosismo diffuso, manifestatosi in maniera eccessiva verso il finire dell’incontro. Protagonista assoluto, di un gesto rimasto nella memoria di molti, fu l’argentino Passarella, difensore roccioso e tra i migliori al mondo, famoso per le sue punizioni, per la sua ruvidezza e per un carattere piuttosto fumantino.

Quando la sfida volgeva al termine, l’argentino sferrò un calcio a Maurizio Piana, giovane raccattapalle blucerchiato la cui colpa era stata quella di trovarsi di fronte all’ira dell’ex campione del mondo. Un gesto plateale e subito condannato dal mondo calcistico tutto. Un gesto che portò ad una squalifica di 6 giornate comminata al libero interista.

Nelle fasi immediatamente successive alla partita di Marassi, Passarella si recò negli spogliatoi blucerchiati visibilmente amareggiato e pentito, voglioso di chiedere scusa al 16enne. Un pentimento dimostrato anche con il tentativo, riuscito, di contattare direttamente la famiglia Piana, al principio restia ad un incontro.

Nel pomeriggio del 10 Marzo, a bordo della sua Renault 5 Turbo, l’argentino partì alla volta di Genova accompagnato dal suo amico Giorgio. Ad attenderli c’era Armando Onesti, preparatore atletico un tempo alla Fiorentina, colui che li avrebbe condotti verso l’abitazione del giovane Maurizio.

Nonostante Passarella avesse preferito mantenere segreto il tutto, proprio perché non cercava nessun tipo di pubblicità riparatrice, uno stuolo di giornalisti era pronto a documentare la pace tra i due.

Daniel uscì da casa Piana con uno sguardo commosso, pentito e rincuorato. Maurizio dichiarò di aver accettato la sua maglia, confidando di avere sempre considerato il calciatore uno dei suoi idoli, fin dai tempi della Fiorentina.

L’Inter, dal canto suo, porse le scuse ufficiali e donò una somma di 5 milioni alla famiglia del raccattapalle.

 

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