Arte & Società

Quelli che … Beppe Viola!

Beppe Viola ci lasciava 40 anni fa

Quando sei un giornalista sportivo e cerchi di essere ricercato, particolare nel linguaggio e originale, il tuo punto di riferimento non può non essere Beppe Viola.

Forse il più talentoso, sicuramente il più ironico, con quella penna raffinata e tagliente che riusciva a raccontare il calcio, la vita, la musica attraverso un uso speciale della parola.

Precursore abbandonato, istrionico e formatore come pochi. Per informazioni chiedere a Giorgio Terruzzi, altra penna unica del giornalismo sportivo italiano che sotto a Viola si formò e che con lui ebbe la fortuna di confrontarsi.

Sono passati 40 anni esatti da quella notte tra il 17 ed il 18 Ottobre 1982, la notte del malore improvviso e di una perdita che pesò come un macigno su quel calcio italiano che si proiettava verso il futuro. Inter e Napoli avevano pareggiato 2-2 ed il servizio di Viola andò in onda con la voce di Gigi Vasino e con quel “migliore in campo? San Gennaro?” rivolto a Giacomini.

Beppe Viola aveva avuto un rapporto strano con il potere, lui che sembrava troppo poco propenso a scendere a compromessi per fare carriera, per diventare uno che contava. Forse, per questo, aveva fondato Magazine, un laboratorio giornalistico che rimaneva distaccato dalle banalità e dal gergo puro, fedele ad uno stile che pungeva, colpendo nel segno.

Quel geniaccio di Beppe, dopo un derby di Milano piuttosto insulso, era riuscito nell’impresa incredibile di proiettare le immagini del derby precedente, sicuramente più entusiasmante.

Se ne andava per la sua Milano a raccogliere storie, facce, espressioni, cultura.

Intervistava il fenomeno Rivera in un tram meneghino, con la gente comune che lo osservava e che aveva anche la possibilità di rivolgere domande dirette al Golden Boy; meritatamente oziava con gli amici Jannacci, Cochi, Renato, Abatantuono, Villaggio presso il Bar Gattullo, quello da cui nascerà l’ufficio facce di una Milano andata perduta; scriveva di cinema e di musica, con quella firma che spesso, per motivi contrattuali, non compariva ma che si percepiva, sottile e speciale.

Ne nasceranno altri come Beppe Viola? Forse.

Di sicuro di Beppe rimane l’impronta di un gigante non convenzionale e, per questo, inimitabile.

Andrea Gioia

Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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