Storie di Calcio

Scusa Firenze, qui Prato

GLIEROIDELCALCIO.COM (Michelangelo Deodato) – Fino all’anno scorso abbiamo festeggiato il compleanno di Paolo Rossi con grande gioia e grande partecipazione emotiva, leggendo gli articoli nell’epoca pre-social e poi vedendo le sue foto o video in televisione o anche direttamente su Facebook. Con il suo grande sorriso e ottimismo. Quando vedevo Paolo Rossi, vedevo un sole splendere.

Quest’anno non è così, purtroppo, in quanto un giorno, da un momento all’altro e senza preavviso Paolo ha lasciato il campo di gioco lasciando metaforicamente la sua squadra, i suoi tifosi, tutti noi senza un punto di riferimento, un modello, un amico, un eroe, un fratello.
Nonostante questo, non ritengo giusto riempire spazi soltanto di tristezza, scrivere frasi che rimarcano la sua assenza anziché la sua presenza.
Spero che nessuno possa interpretare male le mie parole. Non ho nemmeno intenzione di fare nemmeno il contrario, di fingere che sia un momento di felicità e allegria.
Oggi, 23 settembre, è il momento di ricordarlo con semplicità, con rispetto, con amore, come lui ha fatto in vita sua per le persone alle quali era legato.
Parliamo sempre al presente, come se tutti coloro che se ne sono andati, se ne fossero andati per sempre, e come se noi che siamo qui ora, fossimo destinati a restare qui per sempre.
È lui che ha lasciato il campo di gioco o siamo noi che non siamo ancora entrati in campo? Non ho risposte a queste domande, naturalmente.
So soltanto una cosa, che pur con la tristezza nel cuore, ho sempre pensato ai cari che ho perso (i miei genitori e mio fratello Franco) per la loro presenza, per il loro passaggio con me. Ho sempre ringraziato il cielo di avermi dato la possibilità di averli avuti per il tempo che li ho avuti.
Loro sono presenti, sono qui in quanto ogni giornata ha collegamenti con loro, con alcune loro frasi, i loro sorrisi. Pensavo di averli persi il giorno in cui se ne sono andati. E mi sbagliavo. Non se ne sono proprio mai andati, sono sempre qui con me, nei pensieri, nelle cose che faccio.
In questo giorno dedico il mio pensiero a tutta la famiglia e a tutti gli amici di Paolo Rossi mandando loro un grande abbraccio.
Immaginiamo di vedere ora il padre di Paolo in attesa della nascita del figlio vicino alla radio, inconsapevole lui stesso se sta veramente ascoltando la partita o se sta trovando uno sfogo per il suo nervosismo.
Domenica alle tre. A Firenze la Fiorentina e la Lazio sono sullo 0-0. Linea a Prato.
(Mia immaginazione): “Attenzione Firenze, qui Prato. È nato Paolo Rossi. Preparate un fiocco azzurro, il suo passaggio nella nostra vita non lo dimenticherà nessuno”.
Questo è il mio pensiero per te, Paolo. E il secondo pensiero è il video dei tuoi Mondiali. Vediamolo insieme.
Con affetto, stima e amicizia
Michelangelo
__________
“Il mio destino era scritto: sono nato in casa di domenica alle tre, mentre mio padre, da tifoso verace, ascoltava la radiocronaca della Fiorentina. Con un orecchio attento a cogliere il mio primo vagito, l’altro distratto dal fruscio della radio. Era il 23 settembre 1956.”
(dal libro di Paolo Rossi e Federica Cappelletti: “Quanto dura un attimo”)
-__________
Serie A 1956-57 – 2a giornata, 23 settembre 1956
FIORENTINA: Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini. All. Bernardini.
LAZIO: Lovati, Molino, Sentimenti (V), Fuin, Pinardi, Moltrasio, Muccinelli, Vivolo, Praest, Selmosson, Lucentini. All. Carver.
Arbitro: sig. Seipelt della Federazione austriaca.
Note: giornata calda; terreno regolare. Calci d’angolo 4 a 1 a favore della Fiorentina.
Spettatori: 45.000.
(Foto e informazioni: LazioWiki)

Michelangelo Deodato

Il calcio è cultura, è conoscenza delle lingue, passione e interesse per gli altri paesi e continenti, per la storia, per la geografia, per le altre persone. È apertura mentale, comunicazione, tolleranza ed è la porta per il mondo. Con un pallone parli al futuro perché un bambino sarà sempre pronto a giocare con te. Sono un appassionato di calcio e quando scrivo di calcio dimentico che avrei dovuto scrivere la mia presentazione. Forse è questa.

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Michelangelo Deodato

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