La Penna degli Altri

Le estati della serie A che fu – Quando la tournée era in provincia

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IL FOGLIO (Roberto Perrone) – […] trentacinque anni fa si scopriva l’Italia dietro ai fenomeni del calcio, il calcio d’estate era una guida turistica. Adesso i fenomeni li portiamo in oriente o negli Stati Uniti o dovunque tirino fuori il grano, allora a Livorno o a Parma, dove il Milan di Sacchi, Gullit e Van Basten giocò una storica amichevole nel 1987 […] eravamo pieni di fuoriclasse, dopo la riapertura delle frontiere – dal tracollo con la Corea del Nord ai Mondiali inglesi del 1966 venne intimato il “non passa lo straniero” fino al 1980 – tutti se ne permisero uno, non solo le grandi, da Platini a Falcao, da Rummenigge a Zico, da Francis a Krol, da Maradona a Van Basten. C’erano anche tante pippe, ma quelle non sono mai mancate. Solo che d’estate non si riconoscono mai.

[…] C’era una volta il calcio estivo in Italia. I raduni erano happening dopolavoristici con gente in canotta e infradito, altro che petti scolpiti, elettrodi in bella vista, capetti firmati e Bentley mimetiche. Arrivavano facce abbronzate e sfatte da vacanze a Milano Marittima, Forte dei Marmi, qualche audace la Sardegna. Formentera e Miami, l’Indonesia e Zanzibar erano un lampo giallo al parabrise. I giocatori più in tiro si presentavano con la Golf GTD. Tutti più o meno stravaccati in sede, qualche parola con i giornalisti, quindi si saliva sul torpedone. Poi arrivò Silvio Berlusconi. Trovò l’andazzo scandalosamente privo di appeal e si inventò il famoso raduno all’Arena del 1986 con il Milan sbarcato dagli elicotteri, la Cavalcata delle Valchirie sparata dagli altoparlanti e l’odore del napalm di prima mattina […]

L’unica amichevole estiva che non è cambiata, perché qualcosa deve pur resistere al cambiamento, è la sfida in famiglia della Juventus a Villar Perosa, in val Chisone. Non ci fosse l’antico legame della Famiglia, l’avrebbero cancellata. […]

A un certo punto, verso la fine degli anni Ottanta, cominciò la moda dei tornei. Veri ancora, non le oscenità con le partite da 45 minuti, prendi i soldi e scappa dallo sponsor di turno. Due partite, chi vince va in finale, chi perde, gioca la “finalina”. Uno dei più seguiti, il “Memorial Baretti” in memoria del direttore di Tuttosport, si disputava nell’esotica di Saint-Vincent e tutte le squadre soggiornavano all’hotel Billia, quello del Casino. Erano estati di promiscuità, potevi girare ovunque e parlare con tutti […] … se chiedi un’intervista devi passare da una decina di addetti alla comunicazione, un trio di bodyguard, una sessione del consiglio di sicurezza dell’Onu e poi non te la danno […]

Articolo integrale su IL Foglio del 20 luglio 2019

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