Storie di Calcio

16 Luglio 1966: l’Italia perde contro l’Unione Sovietica di Yashin

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

La quiete prima della tempesta

Se è vero che le sconfitte più brutte sono inaspettate, è anche vero che quelle giunte senza apparentemente ferire sono ancora peggio. E’ quello che avvenne in un pomeriggio di 55 anni fa, nella piovosa ma affascinante Inghilterra. La Nazionale di Fabbri, dotata di un talento smisurato e privata, per scelta, di un giovanotto di nome Riva, affrontava la forte Unione Sovietica del portierone Lev Yashin. Seconda partita del Gruppo 4. La prima, disputata il 13 Luglio, aveva visto gli azzurri vincere per 2-0 contro quel Cile che li aveva sconfitti, nel 1962, durante la battaglia di Santiago. 

Un incontro difficile il giusto, non indispensabile ai fini del risultato. D’altronde, l’ultima giornata avrebbe visto gli italiani affrontare i nord coreani, in quello che si preannunciava come un trionfo anticipato.

Il sogno italico, però, verrà interrotto da un gruppo di ragazzi assetati di vittoria e portati al trionfo grazie ad un gol di un signore che si diceva facesse il dentista.

Quel 16 Luglio del 1966, Fabbri decise di schierare una formazione tecnicamente ottima; centrocampo affidato alle geometrie di Giacomo Bulgarelli e incursioni di Mazzola e Meroni, supportati dal pupillo Pascutti. Il primo tempo terminerà con uno 0-0 senza particolari emozioni. Nella seconda frazione, poi, toccherà alla perentoria voce dell’iconico Carosio raccontare il fantastico gol del russo Igor Chislenko. Una manovra partita dall’area di rigore difesa dal ragno nero e impostata con 6 passaggi lungo la laterale destra. Una stretta triangolazione tra Malofeyev ed il numero 11 e poi, come un missile improvviso, la bordata dell’attaccante della Dinamo Mosca che finisce sotto l’incrocio dei pali della porta difesa dall’incolpevole Albertosi.

“Rete, ha segnato Chislenko. Unione Sovietica 1, Italia 0”

Sarà il preludio ad una delle peggiori disfatte nella storia calcistica italiana.

Un Mondiale catastrofico che anticiperà la prima vittoria europea e la finale del Mondiale ’70.

Andrea Gioia

Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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