Categories: La Penna degli Altri

29 APRILE 1956 – Panetti stoicamente in campo nonostante la frattura

LAROMA24.IT (Federico Baranello) – La storia dell’Associazione Sportiva Roma regala sempre pagine emozionanti, spesso eroiche. È così anche per questa vicenda che ha come protagonista Luciano Panetti, estremo difensore giallorosso per sei stagioni a partire da metà degli anni ’50.

Originario di Porto Recanati, ove nasce il 13 luglio del 1929, approda al Modena in serie B nel 1952. Tra i cadetti avviene la sua consacrazione e la Roma lo chiama nel ’55.

Portiere grintoso, senza paura, che non disdegna la classica uscita “a valanga” pur di far suo il pallone. Il primo “Puma” della storia giallorossa, così soprannominato per le doti funamboliche tra i pali. Le sue urla ai compagni di difesa sono epiche.

Nella sua prima stagione nella capitale entra subito nel Cuore dei tifosi per la grinta che dimostra in campo. E proprio verso il finire della prima stagione, il 29 aprile 1956 contro la Fiorentina all’Olimpico, si rende protagonista, suo malgrado, di un episodio leggendario. Un episodio che oggi definiamo d’altri tempi.  Mentre il risultato è di 1-0 in favore della compagine giallorossa, gol di Da Costa, Panetti si scontra con l’attaccante viola Virgili. Il numero uno giallorosso riporta una frattura al malleolo. Lui decide di rimanere in campo, vista l’impossibilità di poter fare sostituzioni. Il regolamento lo consentirà a partire solo dal 1965. Il medico gli fa un’iniezione per il dolore. Inoltre dietro la porta, vicino al palo, viene sistemato un secchio con del ghiaccio nel quale infila la caviglia di tanto in tanto. “Per tutto il secondo tempo la Fiorentina ha giocato contro un portiere azzoppato”(Cit. L’Unità, 30 aprile 1956”) e, nonostante ciò, disputa una buonissima partita pur dovendosi arrendere alla conclusione del pareggio proprio di Virgili.

Durante la gara attira più volte l’attenzione del massaggiatore per dirgli: “ – Non gliela faccio più, non ne posso più, devo andarmene, devo andarmene – ma poi immergeva il piede nel secchio rimasto vicino al palo e tornava a raccogliere, chissà come, i palloni…Ora Panetti era disteso sulla barella degli spogliatoi in attesa della lettiga per raggiungere la clinica, con quella sua caviglia grossa come il polpaccio” (Cit. L’Unità, 30 aprile 1956). In clinica sarà ingessato.

Era certo un calcio diverso, per uomini veri. In undici si entrava e in undici si rimaneva sino alla fine, in qualsiasi condizione fisica.

Foto  @asromaultras.org

Redazione

GLIEROIDELCALCIO.COM Storia da raccontare

Recent Posts

Frattesi alla Juve, scambio pazzesco: l’Inter dice sì e ringrazia

Lo scambio spiazza il mercato ancora prima che si apra la sessione di Calciomercato invernale,…

4 ore ago

Mourinho ha lasciato il segno, Conte ha fretta: subito un rinforzo

Dopo la batosta subita contro il Benfica, Conte vuole accelerare le mosse sul mercato: in…

7 ore ago

Tare dice no, Allegri si infuria: è lite per il bomber al Milan

Sembravano andare d'amore e d'accordo, ma Allegri e Igli Tare si trovano a gestire il…

12 ore ago

Batosta Sinner, la squalifica è pesante: Alcaraz può far festa

Il 2026 di Sinner è destinato a partire zoppo. La squalifica è pesante e l'altoatesino…

15 ore ago

Il Milan pesca dall’Inter: il bomber che nessuno aspettava

A Milanello urge un bomber, lo sa Allegri e lo sa anche Tare. Non ci…

22 ore ago

Affare fatto, in viaggio per Napoli: Conte ha un nuovo attaccante

Anotnio Conte può sorridere. Il nuovo attaccante del Napoli è già in viaggio verso il…

1 giorno ago