Arte & Società

60 anni di Panini, il mito che nacque grazie ad una bicicletta

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Una edicola in cambio di una bicicletta

Sono passati 60 anni dalla prima uscita dell’album Panini, il fenomeno di costume che rappresenta la cultura italiana da oltre mezzo secolo. Un fenomeno che non conosce pause e crisi, capace di superare i confini nazionali e di entrare nel mito.

La storia di questa azienda è particolare, forse per questo “di successo”. E’ una storia di tenacia e di idee, nata per caso e cresciuta fino a diventare inimitabile.

Quando i fratelli Panini entrarono per la prima volta nella loro nuova edicola, era il 5 Gennaio del 1945. Quella piccola cabina cilindrica, con la cupoletta metallica, l’avevano ottenuta in cambio di una bicicletta da corsa Maino. L’Avvocato Guidelli voleva venderla o magari cederla per una bici da regalare a suo figlio. Le 5.600 Lire erano i risparmi necessari per cambiare il destino. I soldi andavano racimolati anche suonando nelle sagre di paese. Una volta entrati, però, bisognava trovare qualcosa da vendere.

I primi tempi non c’erano giornali, magari non arrivavano nemmeno a Modena … si doveva fare ricorso ai vecchi libri trovati in cantina. Con il passare del tempo, però, la svolta si manifesta con una trovata da grandi venditori. Le figurine di allora, essendo soltanto per collezionisti, difficilmente consentivano di completare un album. Giuseppe e fratelli capirono che era giusto avere una scorta di figurine numerate, in modo da dare la possibilità a tutti di comprare soltanto i pezzi mancanti.

Era anche giusto, però, fare le proprie di figurine.

La Edizioni Panini nacque agli inizi degli anni ’60, con sede in uno scantinato della vecchia Modena. I fratelli non avevano i mezzi, ma ci provarono lo stesso. Il primo album venne stampato nel 1961, con uno statuario Niels Liedholm in copertina: il successo fu inarrestabile. Due anni dopo la Panini divenne un’azienda a conduzione famigliare, formata da tutti gli otto figli.

La ricetta per il successo sta nelle parole che il capostipite Giuseppe concesse a La Gazzetta dello Sport nel Gennaio di 35 anni fa: “Fortuna, presunzione, buona volontà, coraggio e incoscienza. Sono queste le qualità per riuscire. Poi ci sono i beni veramente preziosi da salvaguardare: la salute, innanzitutto e poi il tempo”.

 

Andrea Gioia

Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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