Storie di Calcio

9 Febbraio 1997: il giorno che cambiò il destino romanista di Totti

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

“Totti oscura la stella di Litmanen”

C’è chi dice che il destino non esiste, che è solo una mera illusione per giustificare fatti e ricorrenze. C’è chi invece in quel destino ci crede e sottolinea la linearità del suo manifestarsi.

Quando Francesco Totti si presentò sul terreno del suo Olimpico, quel 9 Febbraio del 1997, il suo destino rimaneva celato dietro a quel numero 17 sulla maglia. L’occasione era il Torneo Città di Roma, competizione voluta dallo sponsor INA Assitalia da giocarsi nel giovedì che precedeva la pausa campionato di quella domenica. Oltre alla Roma c’era l’Ajax di Litmanen ed il Borussia Moenchenglabach.

Carlos Bianchi, tecnico argentino con la fama di stratega inarrivabile, già immaginava la serata di sogni che gli avrebbe mostrato da vicino le gesta del suo pupillo, desiderio non tanto celato di una intera piazza. Il finlandese in forza ai Lancieri era l’obiettivo numero uno del mercato.

Quel 9 Febbraio doveva essere, anche, il canto del cigno di quel biondino di Porta Metronia cresciuto nel vivaio giallorosso. Talento si, ma non tanto eccelso da conquistarsi le grazie dell’ex allenatore del Vélez Sársfield. La destinazione di Francesco Totti sarebbe stata la Sampdoria del presidente Mantovani. Tutto pronto, mancava soltanto quella serata di gala come saluto finale.

In più, il giovanotto era stato incredibilmente escluso da Rossano Giampaglia dalle convocazioni dell’Under 21 ed era quindi disponibile per tutta la durata del triangolare.

Destino oppure coincidenze?

Contro ogni aspettativa, nonostante i fischi del pubblico romanista (prima del pari di Statuto), Totti sfornò due prestazione sensazionali, da stropicciarsi gli occhi. Ciliegina sulla torta il 3 a 0 ai tedeschi, con un pallonetto di pregevolissima fattura.

Il punto di svolta di una carriera destinata al mito.

Alla fine di quel torneo, il mitico presidente Sensi bloccò il trasferimento e Ruggero Palombo, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, scrisse:

“Pallonetti, numeri da campione, gol: il fantasista strega Borussia e Ajax”

 

Andrea Gioia

Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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