La Penna degli Altri

Dante Bertoneri: il talento dimenticato dal calcio

Published

on

(MEDIAPOLITIKA.COM di Marco Milan – Foto STORIEDICALCIO)

Il sito Mediapolitika.com, nella sua rubrica sportiva, dedica un articolo a Dante Bertoneri, un gioiello dimenticato.

Ecco un estratto.

[…] Ha indossato le maglie numero 7 e numero 10 del Torino, quelle di Gigi Meroni e di Valentino Mazzola.

[…] Eppure di lui oggi esiste appena un vago ricordo, perché di strada, nonostante il talento, ne ha fatta purtroppo molto poca.

[…] Il protagonista è Dante Bertoneri, nato a Massa il 10 agosto 1963, fisico magrolino, 1 metro e 75 di altezza; non un granatiere, ma quanto basta per farsi notare fin da ragazzino perché col pallone fra i piedi ci sa fare, ha estro e talento, inizia a giocare come centrocampista ma possiede tutte le qualità per agire qualche metro più avanti, da fantasista, da colui che illumina gli attaccanti e li manda a rete.

[…] L’allenatore granata Ercole Rabitti inizia a portarlo sovente in panchina, poi il 18 gennaio 1981 lo fa esordire in serie A durante Torino-Ascoli: è un sogno che si avvera per il prodotto delle giovanili toriniste; Bertoneri in quella stagione gioca altre 5 partite più le due finali di Coppa Italia.

[…] Il campionato 1981-82 sembra essere quello della svolta per Bertoneri a cui il nuovo tecnico Giacomini dà estrema fiducia e lo schiera spesso e volentieri dal primo minuto; arrivano i primi gol in serie A contro Catanzaro ed Ascoli, gioca 23 partite sulle 30, oltre a tutta la Coppa Italia (con una rete rifilata alla Sampdoria al 90′) in cui i granata perdono ancora la finale, stavolta contro l’Inter. E la svolta, arriva, putroppo però in negativo e condizionata dal cambio di proprietà del club piemontese: al posto dello storico presidente Pianelli, infatti, il Torino passa nelle mani di Sergio Rossi che riorganizza l’organigramma societario chiamando come direttore generale e factotum Luciano Moggi e come allenatore Eugenio Bersellini.

[…] Alla fine […] và in prestito in Serie A.

[…] E il campionato con l’Avellino va effettivamente molto bene: 22 partite, 2 reti, voti quasi sempre alti sui giornali e la ciliegina sulla torta della salvezza degli irpini e degli occhi del commissario tecnico della Nazionale Enzo Bearzot che si posano sul talento nativo di Massa. Ora sì che il Torino lo riporterà a casa e ne farà un titolare fisso della squadra che nell’estate del 1984 si appresta a vivere una stagione da protagonista della serie A, tanto che a fine anno arriverà seconda dietro solo al miracoloso Verona di Bagnoli. E invece no, qualcosa comincia a non tornare: dall’ambiente torinista le voci su Bertoneri non sono buone, tutt’altro, si dice che sia una testa calda, un piantagrane. […] Anni dopo, Bertoneri dirà che la colpa è stata di Moggi che non aveva gradito il rifiuto del ragazzo di andare al Cesena e che da allora ha voluto fargliela pagare. Un’idea, forse, magari Bertoneri si è avvicinato alla realtà, fatto sta che da allora la sua carriera si spegne senza un perché. Il Torino gli volta del tutto le spalle, prima lo spedisce in prestito al Parma in serie B dove il centrocampista gioca poco e male, ancora scosso da un trattamento che non ha né capito e né tantomeno giustificato. In più, Bertoneri convive con qualche problema ad un ginocchio.

[…] Bertoneri perde la fiducia in sé stesso e nel calcio, ma prova a continuare ripartendo da casa sua: nella stagione 1987-88 gioca infatti nella Massese in C2 dove contribuisce al primo posto e alla promozione dei bianconeri in C1, nonché all’ottimo settimo posto dell’annata successiva. Ma ha ormai perso speranza ed entusiasmo, se ne accorge proprio durante i festeggiamenti per la promozione quando staff tecnico e compagni saltano, ballano e cantano, mentre lui si fa la doccia in silenzio come dopo una partita qualunque. La stagione 1989-90 si trasforma così nell’ultima della carriera di Dante Bertoneri che gioca 25 partite nella Rondinella (la seconda squadra di Firenze) in C2, poi decide a neanche 27 anni di smettere col calcio, si ritira e chiude scarpe, maglie, calzini e tute in una borsa.

 

Vai all’articolo originale

più letti

Exit mobile version